ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Domenica, 15 Dicembre 2019 02:48

Il caso della Banca Popolare di Bari il clou di rapporti incestuosi tra politica, vigilanza ed editoria

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Il commissariamento da parte della Banca d’Italia, rappresenta l’ennesimo super concentrato di rapporti “incestuosi” tra politica, editoria, vigilanza e con costo finale scaricato su risparmiatori e contribuenti.

Noi non ci accontenteremo di guardare all’oggi condividendo la tesi, che è solo colpa della gestione. La storia della popolare è “vecchia” e si connette con caratteristiche diverse alla popolare di Vicenza, Veneto Banca, la Popolare di Marostica, Popolare di Bolzano, di Cividale, di Piacenza e altre. Un numero elevato di risparmiatori pari a 580 mila, titolari di 16,2 mld di euro (dato 2017) hanno conosciuto cosa vuol dire possedere titoli con valore nominale, che di fatto non sono cedibili.

E’ toccato ai 220 mila famiglie e 100 mila imprese, delle due popolari venete cedute per 2 euro a Intesa. Venti miliardi il contribuente ha pagato, per il Monte dei Paschi di Siena e le due banche Popolari venete e, per aiutare il sistema bancario a liberarsi dell’eccesso di crediti in sofferenza. Oggi è il disastro, per molti aspetti atteso della Popolare di Bari con commissariamento da parte di Banca Italia , azione di responsabilità dell’attuale CDA della banca contro chi ha gestito la Popolare , apertura di una nuova indagine da parte della Procura di Bari, a seguito della lettera inviata dalla Consob che ha denunciato il mancato invio delle informazioni richieste alla banca sulla situazione dei conti. Questo il contesto con la richiesta finale dell’attuale amministratore delegato l’Ing. Vincenzo De Bustis di un miliardo di euro e 800 licenziamenti, per iniziare il salvataggio della Popolare di Bari. L’Ing De Bustis amministratore delegato fino, a giovedì scorso, ex direttore generale nel 2011 della stessa Popolare, direttore di MPS e poi di Deutsche Bank Italia.

Già noto in Puglia per la disastrata esperienza della “Banca 121 o Banca del Salento” dei “Bot Strike “, “My Way” e “4 You”, tutti finiti male. Il suo motto era “Bisogna fare le cose ieri”. MPS acquistò la Banca 121 per 2500 mld di lire. La “121” sfiorava i 15 mila mld di raccolta con utile a 51 mld e 1400 dipendenti. Da dove nasce il disastro della Popolare di Bari la più grande banca popolare del Sud con 70 mila soci, il 30% della Gazzetta del Mezzogiorno “, al netto della crisi economica, che al Sud non è mai passata? Premetto che la Popolare di Bari era un regno della famiglia Jacobini,per anni comandata da Marco figlio del fondatore e presidente per 30 anni e che ha ceduto , in estate il comando al nipote Giannelli. I riferimenti politici? Prima Fitto e Quagliariello poi Emiliano e Boccia che ha più volte tentato di cambiare la riforma Renzi delle Popolari, che interessava la Popolare di Bari. Nel maggio 2016 Renzi accostò apertamente la Puglia all’elenco dei casi bancari critici della Popolare di Vicenza e di Veneto Banca. Nel lontano 2011 la ispezione di Banca Italia rilevò la spartizione di deleghe, tra Jacobini presidente e i due figli direttori centrali e aggiungeva: “carenze nell’organizzazione e nei controlli interni da parte dei componenti ed ex componenti del CdA e del direttore generale (…) Carenze nei controlli da parte dei componenti il collegio sindacale “. Sanzionati i componenti dei due organi con 238 mila euro e richiesta di cambiare il vertice!! Nel 2013 un’altra ispezione della vigilanza di Banca Italia metteva, in evidenza la facilità di fare credito da parte della banca verso certi grandi clienti locali, di “finanziamenti non sufficientemente vagliati”.

La tregua con Banca Italia conseguì all’acquisto della Cassa di Teramo (TERCAS).La Popolare acquistò la Cassa di Teramo che controllava la Cassa di Pescara (Caripe). Un pessimo affare! Il prestito rilevante, sottoscritto da TERCAS per comprarsi CARIPE, fu pagata poi dai baresi. Nel 2012 Tercas era finita in amministrazione controllata e il suo direttore generale arrestato, per associazione a delinquere e bancarotta. Banca d’Italia aveva erogato liquidità (regime speciale ELA) per 700 mln.Nacque così il dilemma o chiedere il fallimento della banca o trovare un acquirente. Jacobini disse di sì!! La Popolare di Bari acquistò Tercas con un aumento di capitale di 300 mln, più l’emissione di bond subordinati per 200 mln. Nel 2016 con la GACS (garanzia sulla cartolarizzazione delle sofferenze? fu coperta la parte meno rischiosa dei prestiti difficili (sofferenze). GACS usata dalla popolare di Bari, per alleviare le perdite .

Nel prospetto CONSOB relativo all’aumento di capitale era già tutto ben chiaro “ gli indici di qualità del credito del gruppo “ erano “ peggiorati (…) l’ingresso di Tercas e Caripe nel gruppo ha comportato effetti peggiorativi di taluni indicatori gestionali , in particolare sull’incidenza dei crediti deteriorati ( incagli e sofferenze ) “. Nel 2014, le sofferenze erano salite dal 27,3% al 44,6% del patrimonio netto. Sempre nel prospetto era chiaramente scritto che azioni e obbligazioni “presentano rischi di illiquidità tipici di un investimento in strumenti finanziari NON QUOTATI in un MERCATO REGOLAMENTATO ( ..) l’emittente NON ASSUME IMPEGNI di RIACQUISTO”. IL prezzo di emissione dell’aumento di capitale? 8,95 euro. Nel 2016 a seguito perdite per 760 mln le azioni furono svalutate del 20% passando da 9,53 a 7,50. Dopo il commissariamento di venerdì dovrebbe intervenire il Mediocredito Centrale e il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi per risolvere la crisi e puntare verso la formazione di una Banca del Mezzogiorno. Nella prossima settimana il Governo metterà un decreto sulla Popolare di Bari e riprenderemo l’informazione.

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