ANNO XVIII Ottobre 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Domenica, 22 Dicembre 2019 07:12

Carosino (Taranto) – Per Natale vanno in scena i diversamente abili e l’amore raddoppia la solidarietà

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Ha colpito lo scrivente la scritta Anffas sotto il proscenio e la rappresentazione della commedia presentata da attori davvero speciali. Il teatro di Carosino strapieno come nelle migliori occasioni per uno spettacolo davvero gradevole ed emozionante.

Negli anni settanta, nel mio passato di fermentatore sociale ebbi modo di conoscere il prof Dante Torraco che, nel 1971. fondò l’Anffas di Taranto e per la prima volta qui e forse nell’Italia Meridionale, la città e la provincia ebbe modo di gestire i ragazzi disabili intellettivi e relazionali che vengono amorevolmente accolti per aiutarli a inserirli nel mondo delle relazioni e del lavoro. Dante Torraco fu un medico illuminato ora ricordato in associazioni e fondazioni e a Taranto c’è anche una via a lui dedicata a Paolo VI.

Chi è di Taranto ricorda la scritta Anfaas in Viale Magna Grecia che è rimasta per tantissimi anni; ora c’è la scritta CPRH ed è la struttura gestita direttamente dall’Asl. Dante Torraco ci colpì con l’affermazione, durante un convegno: “Ringrazio Dio – diceva il professore – di avermi dato un figlio disabile, perché da allora ho davvero capito cos’è l’amore tra figli e padri”. Certo, perfino partendo dal paradosso si raggiunge la felicità. Quella di ieri a Carosino è la rappresentazione della bellezza, dove la parola, quella che una spettatrice riesce a dire, dopo la scoperta che la gran parte degli attori erano disabili, è ‘tenerezza’. Un sentimento dunque. Del resto è questo che volevano suscitare gli organizzatori: sentimenti, relazioni, solidarietà come migliore risposta alla dilagante indifferenza. Sono queste iniezioni di bontà che diventano linfa sociale.

Come nella fiction televisiva “Ognuno è perfetto” la diversità va in scena non per stupire, come nel barraccone medioevale degli storpi, ma per colpire direttamente al cuore, per predisporci al Natale con buoni propositi, per accogliere il diverso come portatore di fortuna e speranza che, nello spettacolo, diventano la cosa buona, come il Bambinello che all’improvviso compare nel Presepe, ed è tutto meravigliosamente più chiaro. Ben fatto.

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