Lo scrivente, anche in qualità anche di rappresentante per l’Italia e per l’Europa dell’Unione delle Cooperative Somalia, (di cui si allega nomina), desidera contribuire allo sviluppo dell’Italia Somalia e viceversa, a tal fine non risparmia energie e ogni sforzo possibile. A tal fine sono state promosse iniziative di cooperazione internazionale, partenariato, gemellaggi, assistenza, consulenza e collaborazione con le Amministrazioni somale per promuovere una ripresa dei rapporti tra i due paesi, anche con le organizzazioni degli industriali, imprenditori, artigiani, commercianti in ogni settore delle regioni del Sud: Puglia, Basilicata, Molise, Abruzzo e Calabria, ma ci siamo scontrati sempre con il problema dei visti, visti che vengono rilasciati, per competenza, dall’Ambasciata Italiana a Nairobi Kenia.
Ultimo degli impegni in tal senso, l’invito nel 2018, di concerto con TECNOPOLIS -Istituto Parco Tecnologico della Puglia, facente parte dell’Università di Bari, rivolto ad una delegazione di sei (6) imprenditori somali facenti parte dell’Unione delle Cooperative Somale (tipo Confindustria italiana), con a capo il Dr. Aded Osman Shurie, presidente delle Cooperative Somale, per incontrare gli imprenditori importante della Puglia, interessati a incontrare la delegazione della Somalia per avviare rapporti commerciali, industriali, accademici. Questa delegazione ha atteso circa un mese a Nairobi, hanno sostenuto una spesa di circa 10.000 euro, per tornare a Mogadiscio senza il visto d’ingresso per l’Italia.
I nostri sforzi, però, sono risultati vani e inutili, considerato che il mancato rilascio dei visti dall’Ambasciata italiana in Nairobi, competente per la Somalia, ha impedito l’incontro. Non si riesce a capire questo atteggiamento della nostra ambasciata nel negare i visti richiesti da una istituzione pubblica come Tecnopolis.
Si ritiene che l’istituzione di un’Ambasciata effettiva e funzionante a Mogadiscio e di un Consolato Generale a Mogadiscio, sia fondamentale per una ripresa dei rapporti economici, turistici, accademici e formativi con l’Italia, per avviare quelle iniziative tanto necessarie alla Somalia, nonché per promuovere la nostra Italia in Somalia.
L’attuale ufficio della pseudo Ambasciata italiana a Mogadiscio conta un solo impiegato senza precisi compiti. Insomma una caricatura di Ambasciata.
Sig. Ministro, lo scrivente ha sempre cercato di aiutare la Somalia sin dal 2002, per farla uscire dall’isolamento e creare nuovi sbocchi per l’Italia, visto che trattasi di un paese che era la nostra principale colonia e dove ancora oggi il loro Codice di Procedura Penale del 1963 è scritto in italiano, tanto che il Generale Dr.Liban Ali Yarow -Presidente della Corte di Giustizia Militare somala-, ha affidato l’incarico di procedere ad una sua revisione al Prof. Antonio Uricchio, già Rettore della nostra Università di Bari (All.2).
Siamo stati capaci di perdere per l’incuria politica e governativa uno sbocco per le nostre imprese e non siamo capaci ancora oggi di creare nuove opportunità in un paese che vuole riprendersi la propria vita economica, politica, sociale, accademica e oltre.
La Somalia, un paese dove prima la seconda lingua era l’italiano, oggi le nuove generazioni somale imparano come seconda lingua il turco, una terra che riceve aiuti dalla Turchia in assenza dell’Italia, un paese che si avvia ad avere una organizzazione democratica con le prossime libere elezioni parlamentari. Un paese dove la guerra è finita. E noi non siamo in grado di valutare la possibilità di essere presente, siamo presenti con le nostre forze armate ma non basta è necessario riprendere i rapporti come sopra indicati.
A nome dell’Unione della Cooperative somale invito la S.V. a credere nei futuri rapporti con la Somalia e a valutare la possibilità di avviare e promuovere rapporti diplomatici e della cooperazione internazionale con la Somalia con l’istituzione di una Ambasciata e di un Consolato Generale a Mogadiscio.
Auspicando un cortese riscontro, si porgono deferenti ossequi.