Il Fondo vale 500 miliardi e dovrebbe essere erogato in misura proporzionale alla gravità della crisi sanitaria che ha colpito gli Stati membri, dovendo emettere obbligazioni garantite dal bilancio UE, proprio per questo dovrà essere approvato all’unanimità. È qui che nasce il problema considerato che Olanda, Svezia, Austria e Danimarca, usati dalla Germania, si oppongono a che il Recovery Fund eroghi risorse a fondo perduto. Secondo un’analisi di Goldman Sachs le obbligazioni avranno il massimo di garanzia (tripla A + di rating).

Goldman considera vari scenari e in quello di base prevede per l’Italia e Francia 85 mld, 65 alla Spagna e 75 alla Germania. I trasferimenti potrebbero essere ancora maggiori, ma dipenderà dai criteri che saranno fissati. In teoria potrebbe avere l’Italia anche 120 mld. Anche l’ipotesi peggiore potrebbe realizzarsi ovvero trasferimenti pari al contributo che l’Italia versa al bilancio UE. Goldman evidenzia anche che maggiormente importante si stanno rivelando gli acquisti dei titoli di Stato fatti dalla BCE.
I quattro Stati, che si oppongono per trasferimenti a fondo perduto hanno presentato una proposta che in buona sostanza consiste nell’accensione di mutui, quindi prestiti da restituire. Molto probabile che finirà come dichiarato dall’uomo più potente dell’Unione europea, un burocrate che incarna il vero potere dispotico in Europa, l’avv Martin Selmayr, ex capo di Gabinetto di Junker, ex Bce ed ex dipendente della Fondazione Bertelsmann, fondata dall’ex nazista Reinhard Mohn.

Questa digressione su Selmayr, per riprendere quanto dichiarato da lui a un quotidiano austriaco e nel ruolo di rappresentante della Commissione UE in Austria: un 60% del Recovery Fund sarà a fondo perduto, un 40% come prestiti e sarà operativo fino al 2022. Selmayr dixit!
Noi ne versiamo al bilancio 80/84, nell’ipotesi “larga” 100 miliardi trasferiti, ci riprenderemmo i soldi che abbiamo versato e ci indebitiamo per 16/20 miliardi di euro! Credibili 100 mld trasferiti all’Italia? Su 500 complessivi che servono, per 27 Stati membri? Chissà.
Apprezzabile il Governo che senza clamori ha di fatto iniziato a emettere “moneta fiscale”, intesa come accettazione di un mezzo, emesso per l’estinzione di un debito fiscale (irpef, iva etc). I bonus per determinate famiglie di 500 euro, l’ecobonus al 110% sono sconti fiscali che il cittadino può usare per pagare un debito all’erario o farlo scontare da una banca. Quantità limitate, ma potrebbero fungere da esperimento, per l’emissione di CCF (certificati di compensazione fiscale) Altre iniziative da verificare che nascono nella società e tutte finalizzate a creare potere di acquisto sono la creazione di una piattaforma telematica dove scambiare crediti fiscali e, la creazione presso il MEF dei conti fiscali di risparmio. Un’UE che vuole gestire la più grande crisi in tempo di pace con prestiti come il Mes, il Sure, la Bei e un “parziale prestito” come sembra, il Recovery Fund non ci porta da nessuna parte. Il coraggio di osare per salvare occupazione, benessere e patrimonio italiano.