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Giovedì, 30 Giugno 2016 07:36

Reggio Emilia - Santa Croce: teatro e sport nei capannoni dismessi

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Reggio Emilia - A Croce tornano a vivere con attività sociali, culturali, artistiche, educative e sportive promosse da associazioni, organizzazioni ed enti impegnati nei diversi campi.

E' il risultato del Bando per il riuso temporaneo di immobili dismessi promosso dal Comune di Reggio Emilia, che ha fatto incontrare proprietari e portatori di interesse, cioè la domanda di rigenerazione sociale e urbana proveniente dalla comunità.
Una nuova vita per Santa Croce, in spazi che solo otto mesi fa sembravano abbandonati a un destino di decadenza e anonimato. E dunque una risposta positiva, creativa e intelligente, ovvero resiliente, alle conseguenze delle mutazioni economiche e sociali indotte dalla crisi.

Lo sviluppo del progetto sul Riuso è stato presentato il 28 giugno 2016 al Tecnoplo di Reggio Emilia dal sindaco Luca Vecchi e dall'assessore a Rigenerazione urbana e del territorio Alex Pratissoli, da Carla Rinaldi presidente della Fondazione Reggio Children e da Simona Amidati della cooperativa sociale Anemos.

Santa Croce e Reggiane: investimenti e riuso per la rinascita
Il quartiere di Santa Croce più di ogni altro luogo della città ha vissuto, e di recente subito, i cambiamenti connessi all’insediamento produttivo delle ex Officine Reggiane. 

La rinascita dell’uno non può che passare dal completamento dei processi di rigenerazione dell’altro: la nuova vita delle Reggiane rappresenta un volano straordinario per la rigenerazione urbana e sociale degli spazi dismessi di Santa Croce, dotando il quartiere di adeguate infrastrutture, riqualificando quelle esistenti, e soprattutto attraendo - a fianco delle progettazioni, delle azioni e delle risorse pubbliche - investimenti privati per il recupero di questi luoghi. Viceversa, un quartiere attrattivo, dinamico e sicuro – quale è previsto nel programma di mandato dell'Amministrazione comunale - rappresenta una condizione necessaria per sostenere il processo di profonda trasformazione, fondata su sapere, lavoro e qualità urbana, in atto alle Reggiane.
Gli strumenti e gli approcci di pianificazione per l'area Reggiane e per l'ambito quartiere Santa Croce sono dunque diversi sul piano tecnico, ma sono stati attivati per raggiungere obiettivi analoghi e fra loro coincidenti.


Alle Reggiane la riqualificazione si sta attuando attraverso un partenariato che condivide importanti risorse pubbliche e private in coerenza con un disegno strategico, quello dell’Area nord, che investe su ricerca, innovazione, lavoro e qualità urbana. Dopo la realizzazione del Tecnopolo nel Capannone 19, sono ora in fase di riqualificazione i Capannoni 17 e 18, ed è in programma il riallestimento con nuove funzioni del Capannone 15, mentre sono ormai terminati i lavori di bonifica dell’area ed avviati i lavori di riqualificazione di piazzale Europa quale piazza del quartiere e accesso al Parco dell'Innovazione nell'area Reggiane.

Un nuovo modo di 'fare città'
Nel caso dell’ambito di Santa Croce invece, di fronte ad una sopraggiunta, drastica riduzione delle risorse economiche di privati in grado di riattivare le aree dismesse, si è perseguita una profonda rivoluzione della cultura del 'fare città': dal controllo tipico di visioni urbanistiche monodirezionali dall’alto verso il basso, alla responsabilità diffusa della cura dei luoghi dell’abitare quotidiano, che ha messo al centro le persone, la loro storia, le loro aspirazioni e passioni, mentre all’Amministrazione comunale è spettato il compito di stimolare la nascita di una rete di relazioni fra tutti questi soggetti.


In assenza di sviluppo immobiliare e commerciale, aree abbandonate, come quelle dell’ambito di Riqualificazione di Santa Croce, hanno ispirato ed attratto economie informali e nuovi servizi auto-organizzati per la città. Questi spazi e terreni abbandonati, in un attesa di una trasformazione definitiva, sono diventati il luogo in cui ospitare usi temporanei di rilevante interesse pubblico, in un processo di rigenerazione urbana che parte dai contenuti, anziché dal contenitore.
Il riuso infatti, mette al centro il contenuto, la funzione, le persone che lo promuovono ed il loro rapporto con il contesto sociale in cui si innestano. Il valore, soprattutto sociale, del contenuto è dunque più importante del valore economico delle opere necessarie per farlo funzionare.


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