ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Martedì, 21 Luglio 2020 05:52

Lettera aperta a Nello Collevecchio Rappresentante elettivo Venezuela al CGIE – Italiani bloccati in Venezuela vogliamo tornare a casa!

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Gent.Le Dott, Nello Collevecchio,

mi rivolgo a Lei, in quanto è la più alta carica elettiva degli italiani del Venezuela essendo con onore e competenza il Consigliere eletto per il Venezuela al Comitato Generale degli Italiani all'Estero – CGIE. Sono Umberto Calabrese editore e direttore di organi di comunicazione on line e cartacei sia italiani che venezuelani quali Agorà Magazine e Piazza Italia el periodico de los italovenezolanos. La conosco bene dal 2008, ed ho avuto modo di apprezzare il suo costante lavoro in difesa di noi italiani del Venezuela, ed è sempre stato di raccordo fra la nostra Comunità italiana del Venezuela e le nostre Autorità italiane sia qui in Venezuela che soprattutto in Italia. Lo dimostrano le sue elezioni al Comites di Caracas e le elezioni a Rappresentante del Venezuela al CGIE.

Dal 13 marzo il Venezuela è isolato, in una quarantena radicale, con chiusura delle frontiere a causa della Pandemia Covid – 19 comunemente chiamato Coronavirus. La nostra Comunità italiana del Venezuela é sempre vicina per  tradizioni,  cultura, lingua  all'Italia, che non solo abbiamo nel cuore, ma di cui siamo cittadini, con regolare passaporto e carte d'Identità, alcuni  siamo qui in Venezuela, residenti o altri per questioni di lavoro, studio o piacere, tutto nel solco dell'Articolo 16 della Costituzione Italiana.

Ed è del rispetto dell'articolo 16 della Costituzione Italiana che le voglio parlare. Apprendo dalle reti sociali, da articoli di media locali ed italiani, non ultimo l'articolo di uno dei più importanti quotidiani italiani La Repubblica del 19 luglio 2020 a firma del riconosciuto giornalista Federico Formica dal titolo esplicativo della situazione che viviamo anche in prima persona, noi italiani del Venezuela: “Centinaia di italiani bloccati in Venezuela, la Farnesina deve “elemosinare” posti sui voli speciali di altri Paesi UE”, che segue l'interrogazione presentata dall'On. Fuscia Nizzoli eletta nel Nord e Centro America, ad articoli sullo stesso argomento della Voce d'Italia storico quotidiano italo-venezuelano, e degli italiani La Nuova Bussola , Agorà Magazine ecc.

Come racconta La Repubblica “Secondo l’ambasciata italiana, l’unico volo diretto a Roma è stato snobbato da diversi connazionali lo scorso 20 maggio, ma adesso nel Paese la situazione è peggiorata ed un numero imprecisato che varia dai 150 ai 600 cittadini italiani (secondo fonti giornalistiche) si trova nell'impossibilitá di rientrare in patria. L'ambasciata italiana a Caracas, con un organico ridotto all'osso, sta facendo grande fatica a gestire tutte le richieste e non basta certo la buona volontà di un funzionario. A parte un volo decollato ormai due mesi fa, finora l'unica soluzione adottata è quella di "imbucare" qualche italiano nei voli organizzati da altre ambasciate, Spagna e Portogallo tra le piú attive. 

Un cittadino italiano è tale ovunque sia residente! L'On. Fucsia Nissoli nella sua interrogazione parlamentare infatti dice: Il Governo garantisca il diritto di rientrare in Italia a tutti i cittadini italiani a prescindere dalla residenza!

Io, e Lei dott. Nello Collevecchio lo sa bene, ho sempre fatto battaglie per gli altri, sempre attento a non avere conflitti d'interesse... ma questa volta sono anch'io parte degli altri. Voglio tornare a casa ed è una questione sociale che mi coinvolge, ma resta una questione sociale di oltre 600 italiani che siamo bloccati in Venezuela, quanto con uno o due voli saremo tutti a casa come prescrive art.16 della Costituzione. Non si tratta come ben è scritto sul sito della Farnesina di voli umanitari ma sono voli commerciali al costo a biglietto di 900 € o più e non si comprende come l'Italia che qui ha la Seconda più numerosa Comunità europea: Noi Italiani del Venezuela! abbia da marzo 2020 ad oggi organizzato solo il 20 maggio un volo? Oltre tutto ben sapendo a Roma che siamo qui senza acqua, luce, internet, televisione, telefoni, medicine, alimenti e lavoro (in quanto è tutto fermo a causa della quarantena radicale) e tutto si paga in dollari in un Paese in cui è proibito per legge il suo uso!

Sono certo che lei porterà questa istanza nel seno del CGIE mondiale, non solo perché nostro rappresentante elettivo, ma perchè ha da sempre come lo scrivente a cuore la nostra Comunità italiana del Venezuela.

E ad evitare equivoci e malintesi nessuno qui sta criticando in nessun modo diretto o indiretto la nostra diplomazia italiana che vive qui in Venezuela ogni giorno i nostri stessi identici problemi con alto senso del dovere e con altissima professionalità. Ma come CGIE è al Governo che va posto il problema e possibilmente risolto con due o tre voli in stretto tempo e non appoggiandoci in quota parte in voli organizzati da Spagna, Portogallo o Francia perché i 10 o 15 fortunati inseriti non risolvono certamente il problema ed ogni giorno che restiamo qui oltre al rischio sanitario siamo esposti a ogni tipo di rischio e di rinunce in primis acqua e alimenti.

E mi domando infine se una volta rimpatriati chi è in grado economicamente di pagare i 900 € a biglietto non sia il caso che il CGIE non si faccia promotore per il rimpatrio dei nostri anziani stavolta con un volo umanitario della Farnesina totalmente gratuito in base alla già nutrita lista consolare dei più bisognosi della Comunità italiana del Venezuela e di cui so avendola vista all'opera Lei dr Collevecchio in silenzio è sempre a loro sostegno!

Le chiedo il permesso di rendere pubblica questa mia

Con Stima e amicizia rinnovata

Umberto Calabrese

Editore e direttore

Agorà Magazine e Piazza Italia "el periódico de los italovenezolanos"

Articolo 16 Costituzione

Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza. Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche [cfr. art. 120 c. 2, XIII c. 2].

Ogni cittadino è libero di uscire dal territorio della Repubblica e di rientrarvi, salvo gli obblighi di legge [cfr. art. 35 c.4].

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