Tra i defunti ci sono due uomini di 53 e 45 anni dello stato centrale di Aragua, così come altri due uomini di 76 e 50 anni dello stato andino di Táchira, al confine con la Colombia, ha spiegato Ñañez in una conversazione telefonica con il canale di stato Venezolana de Televisión ( VTV) e il suo account Twitter.
Nello stato nord-orientale di Sucre sono morti un uomo di 73 anni e una donna di 47, mentre nello stato nord-occidentale di Zulia, sempre al confine con la Colombia, sono morti un uomo di 39 anni.
Infine, nello stato occidentale di Apure, al confine con la Colombia, è morto anche un uomo di 71 anni.
Inoltre, nelle ultime 24 ore, sono stati riconosciuti 837 nuovi casi, di cui 807 di trasmissione comunitaria e altri 30 “importati” da migranti venezuelani rientrati nel Paese.
Il Distretto della Capitale è stata ancora una volta la regione con il maggior numero di casi (196), seguito da Miranda, uno stato che ospita gran parte dell'area della capitale venezuelana, con 151.
Dietro c'erano Vargas (97), Nueva Esparta (54), Zulia (53), Yaracuy (51), Táchira (41), Aragua (37), Anzoátegui (31), Amazonas (26), Apure (21), Portuguesa (12), Cojedes (12), Guárico (10), Bolívar (8), Carabobo (4), Lara (1), Barinas (1) e Monagas (1).
I 30 casi “importati” provenivano invece dalla Colombia (29) e dal Brasile (1).
Il deputato dell'opposizione al madurismo venezuelano José Manuel Olivares ha denunciato questo lunedì che, finora, hanno contato la morte di 1.227 persone da parte del COVID-19, cifra che raddoppia quella offerta dal governo in contestazione.
Olivares, nominato commissario per la salute e l'assistenza sanitaria per i migranti dal presidente ad interim Juan Guaidó, ha assicurato che, del totale dei morti, 200 erano lavoratori del settore sanitario.