ANNO XVIII Luglio 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Mercoledì, 25 Novembre 2020 08:32

Crescere in povertà può favorire disturbi mentali, dice uno studio

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Una ricerca ha considerato un campione di un milione di bambini in Danimarca nell'arco di 20 anni: è risultato che il 25,2% degli appartenenti a famiglie con redditi bassi ha sviluppato malattie psichiatriche entro il 37esimo anno di vita.

I bambini che vivono in contesti caratterizzati da un reddito meno elevato potrebbero essere esposti a un rischio maggiore di sviluppare disturbi mentali in età adulta. A rivelarlo, in un articolo pubblicato sulla rivista BMC Medicine, i ricercatori dell’Università di Helsinki, dell'Università di Aarhus e dell'Università di Manchester, che hanno indagato il legame tra la posizione socio-economica dei genitori e il rischio che i bambini sviluppino disturbi mentali in età avanzata.

Il nostro lavoro – spiega Christian Hakulinen, docente di Psicologia della salute presso l'Università di Helsinki – dimostra che la permanenza in ambienti a basso reddito è associata a un rischio maggiore di sviluppare un disturbo mentale”. 

Monitorati un milione di bambini in Danimarca

Il team ha considerato una platea di circa un milione di bambini danesi nati tra il 1980 e il 2000, valutando il reddito dei genitori al momento della nascita e a intervalli di cinque anni fino ai 15 anni di età, poi è stata analizzata la salute mentale dei ragazzi durante un follow-up che ha coinvolto i partecipanti fino all’età di 37 anni. I dati sulle diagnosi di disturbo mentale sono stati ottenuti dal Registro psichiatrico danese.     

I nostri risultati – continua l’esperto – suggeriscono che il 25,2 per cento dei bambini appartenenti a famiglie con il quintile di reddito più basso ha sviluppato un disturbo mentale clinicamente diagnosticato entro il 37esimo anno di vita”. Lo scienziato precisa che l’unica eccezione di questo andamento è rappresentata dalle difficoltà alimentari.

Il basso reddito dei genitori – afferma Hakulinen – sembra associato a un minore rischio di sviluppare bulimia, anoressia o ortoressia. Tra i bambini che cresciuti in realtà legate al quintile di reddito più alto, solo al 12 per cento è stato diagnosticato un disturbo mentale”.

Sebbene lo studio si concentri sulle famiglie danesi, gli autori ritengono di poter estendere le conclusioni anche ad altri paesi nordici, dato che i sistemi sanitari per il trattamento di disturbi mentali sono simili. “Le condizioni socioeconomiche a cui si è esposti durante l’infanzia – conclude Hakulinen – sembrano pertanto essere legate all’insorgenza di disturbi mentali in età adulta. Questo evidenzia l’importanza di insistere sulla prevenzione e il trattamento di tali difficoltà già nelle prime fasi della vita, promuovendo interventi a sostegno della genitorialità, il che potrebbe aiutare ad affrontare i fattori di rischio psicosociale, che le sfide finanziarie in genere tendono ad aggravare”. AGI

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