ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Lunedì, 26 Aprile 2021 12:22

È scontro sul coprifuoco, il Pd attacca Salvini per la raccolta firme

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Una notte a Roma con il coprifuoco - Piazza di Spagna Una notte a Roma con il coprifuoco - Piazza di Spagna

La Lega lancia una raccolta firme per abolire lo stop alle 22. Letta e i vertici del partito attaccano: "Se non vuole stare al governo esca". Appello di Meloni contro la misura confermata dall'esecutivo, ma Speranza difende la scelta, serve cautela.

Non c'è pace nella maggioranza di governo. La conferma del coprifuoco alle 22, nonostante il via libera alla riapertura dei ristoranti all'aperto anche a cena, continua a surriscaldare il clima interno.

Alla viglia del ritorno in 'giallo' di 15 Regioni, e dei bar e ristoranti che rialzano le saracinesche, si consuma la battaglia aa distanza tra il segretario del Pd, Enrico Letta, e il leader della Lega Matteo Salvini. Dopo lo 'strappo' in Cdm la scorsa settimana, con l'astensione dei ministri leghisti sul nuovo decreto Covid che stabilisce la road map delle riaperture, non si placa la polemica sul nodo dello stop agli spostamenti dalle 22 alle 5. 

Salvini torna alla carica e lancia una raccolta firme contro il coprifuoco

Torna alla carica Salvini che già in nottata, durante una diretta Facebook, incalza: "Speriamo inizi il conto alla rovescia per tornare a vivere. Le battaglie si vincono dentro il governo e non scappando, cercando di limitare la prepotenza di chi vede solo rosso o chiusure". Poi, in mattinata, la Lega lancia la sottoscrizione per "togliere il coprifuoco e ottenere maggiori riaperture dove la situazione sanitaria sia sotto controllo".  A dare notizia dell'iniziativa è lo stesso leader sui propri profili social. 

Mobilitazione a cui fa seguito l'"appello a tutti coloro che credono nel valore della libertà" lanciato da Giorgia Meloni, che chiede: "Aiutateci ad abolire il coprifuoco". Fratelli d'Italia si appresta a dar battaglia martedì in Aula, quando la Camera dovrà votare un ordine del giorno presentato dal partito di Meloni in cui si impegna il governo ad abolire il coprifuoco, chiedendo a tutti i partiti a favore dello stop di sostenerlo.

Letta mette in chiaro: "Se Salvini non vuole stare al governo lasci"

Al leader leghista replica il segretario dem Letta: "Draghi ha tenuto il punto ed ha fatto bene. Non voglio creare problemi voglio che il governo vada avanti due anni fino alla fine della legislatura, ma non può succedere di nuovo che un partito dentro la maggioranza non voti. Chi lo fa deve trarre le conseguenze, chi non vuole stare al governo non deve stare al governo", scandisce. "Mi stupisce che Salvini stia partecipando a una raccolta firme contro il coprifuoco che il governo, di cui lui fa parte. Per quanto mi riguarda io suggerisco sommessamente di considerare che è successo una volta e non deve succedere più. Chi lo fa deve tirare le conseguenze", aggiunge Letta. 

Parte il fuoco di fila dem contro il 'Capitano': "Non si può stare al governo e contemporaneamente ogni giorno attaccarlo. Salvini ora si inventa una raccolta di firme contro la decisione del governo, di cui fa parte, sul coprifuoco. E' inaccettabile. Salvini decida se stare dentro o fuori dal governo", afferma la capogruppo alla Camera Debora Serracchiani. "Salvini sia serio e non prenda in giro gli italiani. Vorrei sapere, cosa pensano i ministri della Lega delle dichiarazioni del loro leader?", aggiunge l'omologa al Senato, Simona Malpezzi.

"Raccogliere firme, come sta facendo Salvini, contro le decisioni prese dal governo in cui si sta e si hanno i ministri è contro il buon senso ed è inaccettabile. O si sta al governo o si sta all'opposizione altre opzioni sono un imbroglio", incalza il vicepresidente dei senatori Pd Franco Mirabelli.

Difende la linea decisa dal governo il titolare della Salute, Roberto Speranza: "Vogliamo fare un passo per volta. Fare un passo troppo lungo in questo momento potrebbe farci tornare poi indietro. L'orario delle 22", individuato per il coprifuoco, "riduce mobilità. E' una scelta che il governo, i tecnici e gli scienziati hanno deciso di fare per spirito di cautela". 

A gettare nuova benzina sul fuoco ci pensa la ministra di Forza Italia - altra forza politica contraria al mantenimento del coprifuoco alle 22 - agli Affari regionali, Mariastella Gelmini, che in un'intervista osserva: "C'è stata qualche polemica sul coprifuoco e sulla difficoltà per i ristoratori ad erogare i propri servizi la sera". Ma, assicura, "voglio chiarire un punto: chi va a cena fuori può stare tranquillamente seduto al tavolo fino alle 22 e poi, una volta uscito dal locale, far ritorno a casa senza alcun rischio di ricevere sanzioni". 

Ma il sottosegretario all'Interno, il pentastellato Carlo Sibilia, stoppa ogni fuga in avanti e precisa: "La legge e la circolare del Viminale sono chiare e prevedono il ritorno a casa proprio alle 22, anche per chi cena all'aperto. Se c'è qualcosa da dire sugli aspetti di sicurezza non è il caso lo faccia il ministro degli Affari regionali. In Italia l'unica voce credibile e autorità competente in questo senso è quella del ministro dell'Interno. Evitiamo pertanto interpretazioni personali che possano ingenerare confusione tra i cittadini e mettere in difficoltà le forze dell'ordine".

Infine, anche il tema dei migranti, con i nuovi naufragi, potrebbe contribuire ad alimentare la tensione nel governo e tra le forze di maggioranza. Enrico Letta mette in chiaro: "Ci sono questioni che non sono negoziabili". Per il segretario dem "i voti si possono perdere, la dignita' no e quando si lascia morire in mare delle persone e' contro le leggi del mare. Le persone si salvano a prescindere che siano migranti o no".

E alla domanda se sia disposto a mettere in conto il rischio della tenuta dell'esecutivo e di uno scossone nella maggioranza, Letta replica: "Mi auguro che non serva, spero che fare propaganda sui morti in mare sia un'idea che non venga a nessuno. Andiamo a vedere come stanno le cose e ragioneremo sui fatti. Ci sono valori non negoziabili, dobbiamo portare il tema livello europeo, non e' una questione solo italiana". AGI

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