ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Giovedì, 11 Novembre 2021 15:51

"Il superbonus rischia di fare la fine dei soldi del Biafra", il monito di Draghi

Written by 
Rate this item
(0 votes)

Il premier, secondo quanto si apprende, ha sottolineato il problema del rincaro dei prezzi aumentati con le detrazioni al 110%. Occorre mantenere la fiducia dei cittadini, è il ragionamento del Capo dell'esecutivo.

Le agevolazioni fiscali restano ma servono controlli per evitare abusi e che perdano credibilità. E' il ragionamento fatto dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, durante la Cabina di regia che si è tenuta a palazzo Chigi in preparazione del decreto legge che approderà sul tavolo del Consiglio dei ministri.

Il premier, secondo quanto si apprende, ha sottolineato il problema del rincaro dei prezzi aumentati con le detrazioni al 110%. Occorre mantenere la fiducia dei cittadini, il ragionamento del Capo dell'esecutivo. 

Draghi nel suo ragionamento ha fatto riferimento agli stanziamenti riservati al Biafra ma che andarono persi a causa della corruzione. Da qui la necessità, ha spiegato il presidente del Consiglio durante la Cabina di regia, di controlli ad hoc per evitare abusi e storture. 

Cosa c'entra il Biafra 

Mario Draghi ha citato il precedente degli aiuti al Biafra per sottolineare l'importanza di arginare le frodi per preservare i bonus edilizi. A chi avanzava dubbi sull'introduzione di controlli eccessivi sul Superbonus, il presidente del Consiglio ha replicato ricordando la sfiducia dei cittadini quando, negli anni '70, gli aiuti al Biafra finirono inghiottiti dalla corruzione e questo indebolì la credibilità dei fondi per lo sviluppo. Anche in vista delle risorse legate al Next Generation Eu, l'avvertimento è che se le frodi fanno perdere fiducia nei bonus, ne va della loro esistenza in futuro.    

Il riferimento di Draghi è all'operazione umanitaria internazionale per la guerra tra il 1967 e il 1970 con cui il Biafra, regione sud-orientale della Nigeria, tentò la secessione dopo la fine dell'era coloniale. Dal 1968 il governo nigeriano aveva bloccato completamente la regione da terra, mare e aria e questo causò una spaventosa carestia considerata tra le più gravi dell'era moderna. Le drammatiche immagini delle persone morenti favorirono una mobilitazione internazionale e i volontari portarono aiuti ai civili con i ponti aerei promossi dalla Croce Rossa Internazionale e dalle Chiese protestante e cattolica.      

L'operazione finì però sotto attacco per la sua inefficacia e per aver prolungato le sofferenze con il sostegno di fatto alla lotta indipendentista, anche perché in molti casi gli aiuti finirono per alimentare la corruzione o per coprire l'invio di armi. Quando la guerra si concluse con la sconfitta del Biafra nel gennaio 1970, due milioni di persone erano morte a causa di fame e malattie o nei combattimenti e l'opinione pubblica internazionale criticò gli sterili tentativi di assistenza.    

Il Biafra segnò una rottura dal tradizionale schema dell'aiuto umanitario della Croce rossa e degli Stati all'insegna della neutralità, per passare a operazioni più interventiste e attente ai media. Nel 1971 da quell'esperienza nacque Medici senza frontiere dove l'obiettivo era creare un’organizzazione medica che agisse in situazioni di emergenza e fosse più libera nelle parole e nei fatti. Tra i fautori dell’accordo di fondazione c’erano Raymond Borel e Philippe Bernier, giornalisti della rivista medica Tonus che avevano sperimentato l’inefficacia dell’azione internazionale in Biafra in prima persona. AGI

Read 574 times

Utenti Online

Abbiamo 1210 visitatori e nessun utente online

La tua pubblicità su Agorà Magazine