Cresce l'ottimismo delle famiglie italiane. Il dato emerge dalla sesta edizione dell'indagine straordinaria condotta dalla Banca d'Italia, secondo cui il saldo tra le attese di miglioramento e peggioramento della situazione economica generale e del mercato del lavoro nei successivi dodici mesi è divenuto positivo per la prima volta dall'avvio delle rilevazioni nella primavera del 2020.
La quota di famiglie che prevede un miglioramento della situazione economica generale si colloca al 33,2%. Per il 33,8% inoltre migliorerà anche il mercato del lavoro. La percentuale di quelle che prefigurano un peggioramento del quadro generale e del mercato del lavoro scende invece di oltre 10 punti percentuali, portandosi al 27 e al 31 per cento rispettivamente. Si tratta, sottolinea via Nazionale, delle quote più basse dall'inizio dell'indagine.
I comportamenti di consumo delle famiglie italiane restano condizionati dall'emergenza sanitaria, ma appaiono in progressivo miglioramento. Secondo il rapporto, rispetto alla rilevazione di aprile, la percentuale di famiglie che dichiarano di avere ridotto le spese per alberghi, bar e ristoranti nel confronto con il periodo prepandemia è diminuita di 15 punti percentuali, pur restando elevata (al 71 per cento; aveva toccato quasi il 90 per cento nelle fasi più acute della pandemia).
La riduzione della quota è di circa 30 punti (al 55 per cento) per i nuclei che arrivano con facilità alla fine del mese. Anche le percentuali di famiglie che hanno fatto meno frequentemente acquisti in negozi di abbigliamento e per servizi di cura della persona sono significativamente scese, rispettivamente al 63 e al 57 per cento.
Tra le motivazioni che hanno frenato la spesa, rileva Bankitalia, è rimasta invariata l'importanza attribuita alla paura del contagio. È sensibilmente diminuita, invece, quella associata alle misure di contenimento, in connessione con il venire meno delle restrizioni a partire dalla primavera.
Permane tuttavia una certa cautela nelle attese di spesa a tre mesi, in particolare tra le famiglie con maggiori difficoltà economiche e tra quelle che nel mese precedente l'intervista hanno percepito un reddito più basso rispetto a prima della pandemia. Due terzi delle famiglie hanno indicato che, nel periodo in cui ha avuto luogo la rilevazione, la campagna vaccinale stava procedendo meglio o in linea rispetto alle attese.
Al momento delle interviste il 64 per cento dei nuclei ha dichiarato che avrebbe riportato la propria spesa per alberghi, bar e ristoranti almeno ai livelli precedenti l'emergenza sanitaria se i tre quarti della popolazione italiana avessero completato il ciclo vaccinale. Tale quota supera l'80 per cento per le famiglie che dichiarano di arrivare con facilità alla fine del mese, ma è sotto il 60 per cento per quelle con difficoltà economiche.
Le attese sul reddito delle famiglie italiane restano sostanzialmente stabili rispetto alla scorsa primavera. Il dato emerge dalla sesta indagine straordinaria condotta dalla Banca d'Italia, secondo cui tre nuclei su quattro si aspettano nell'anno in corso entrate analoghe a quelle del 2020; il 15 per cento ritiene invece che saranno inferiori.
Le valutazioni, sottolinea via Nazionale, sono progressivamente migliorate durante l'anno per i nuclei con capofamiglia lavoratore autonomo, che erano stati maggiormente colpiti nelle fasi più acute della pandemia: il saldo tra aspettative di aumento e diminuzione del reddito familiare è aumentato di 7 punti percentuali rispetto ad aprile, portandosi per la prima volta dallo scorso autunno in linea con la media della popolazione.
Circa un terzo delle famiglie italiane è riuscito ad accantonare qualche risparmio a partire dall'inizio della pandemia. Il dato emerge dalla sesta indagine straordinaria condotta dalla Banca d'Italia, secondo cui la quota è più ampia per i nuclei il cui capofamiglia è laureato.
La percentuale di famiglie che ritiene di riuscire a risparmiare nei prossimi dodici mesi è rimasta sostanzialmente stabile, al 44 per cento (in maggioranza nuclei che hanno già risparmiato durante la crisi). Le attese di risparmio interessano anche le famiglie che dichiarano di arrivare alla fine del mese con qualche difficoltà.
Poco più della metà delle famiglie italiane prefigura un aumento dei contagi nei tre mesi successivi alla rilevazione, sia pure in misura inferiore rispetto all'autunno del 2020.
Il dato emerge dalla sesta indagine straordinaria condotta dalla Banca d'Italia, secondo cui il 20 per cento ritiene che non ci sarà un incremento. I nuclei più ottimisti sull'andamento del quadro epidemiologico hanno espresso anche attese più favorevoli sulla situazione economica generale e su quella personale. AGI