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Martedì, 26 Aprile 2022 08:25

La Resistenza ucraina ha diviso la piazza del 25 aprile

Written by  Davide Sarsini
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Al corteo principale di Milano si sono visti striscioni contro la Nato e il Pd, il cui segretario Enrico Letta è stato contestato come "servo della Nato". Ci sono stati anche momenti di tensione con la Brigata ebraica, al solito presa di mira dai centri sociali. 

Il 25 aprile torna a riempire le piazze d'Italia dopo due anni segnati dal Covid ma stavolta a guastare la festa sono le divisioni su un'altra Resistenza, quella che da due mesi vede il popolo ucraino fronteggiare l'invasione russa.

Al corteo principale di Milano si sono visti striscioni contro la Nato e il Pd, il cui segretario Enrico Letta è stato contestato come "servo della Nato". Ci sono stati anche momenti di tensione con la Brigata ebraica, al solito presa di mira dai centri sociali. A Roma alla manifestazione dell'Anpi se ne è affiancata un'altra pro-Kiev.

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ieri in mattinata da Acerra ha provato a spegnere le polemiche sull'Ucraina citando "Bella Ciao" per certificare ancora una volta che "Resistenza significa opporsi all'invasore straniero". Poi ha lanciato un appello a fermare la "deriva della guerra prima che si estenda" e a difendere la libertà "ovunque sia minacciata".

Ma le celebrazioni del 77mo anniversario della Liberazione hanno evidenziato quanto questa guerra resti un tema divisivo. A Roma sono andate in scena due feste: al tradizionale corteo dell'Anpi fino a Porta San Paolo, con 3.500 partecipanti e bandiere rosse e striscioni "contro Putin e contro la Nato", se ne è contrapposto un altro di 200 persone con le bandiere ucraine a Largo Argentina, promosso da Azione, +Europa e Comunità ebraica, con lo slogan: "Celebrare la Liberazione è schierarsi con la resistenza di Kiev".

A Milano (dove secondo gli organizzatori c'erano 70mila persone), un corteo allegro e pacifico ha attraversato le vie della città cantando "Bella ciao" ma non sono mancate le contestazioni: striscioni con l'invito a "Cacciare Draghi servo della Ue e della Nato", insulti al segretario del Pd, Enrico Letta, e ad altri parlamentari dem accusati di essere "guerrafondai" e invitati ad andarsene. "Questa è casa nostra. La Costituzione, l'antifascismo sono casa nostra", ha replicato Letta.

Nella zona di Porta Venezia ci sono stati momenti di tensione al passaggio della Brigata ebraica e di alcune associazioni con bandiere dell'Alleanza atlantica: "Fuori l'Italia dalla Nato" e "Intifada fino alla vittoria", hanno urlato militanti dei centri sociali tenuti a distanza dalle forze dell'ordine.

Dal palco in Piazza Duomo, il presidente dell'Anpi, Gianfranco Pagliarulo, ha definito "un grave errore" le contestazioni ai dem e poi ha cercato di placare le polemiche per le sue posizioni considerate filo-russe e per il no all'invio di armi a Kiev.

"Condanniamo senza se e senza ma l'invasione da parte dell'esercito di Putin e affermiamo che l'Ucraina ha il dovere e il diritto morale e giuridico di difendersi", ha assicurato. "Bisogna evitare che su singoli fatti si perda la bussola di una posizione unitaria", ha aggiunto Pagliarulo assicurando di non aver mai pensato alle dimissioni.

Poco prima, però, il segretario della Cgil, Maurizio Landini, era tornato a criticare la scelta di dare armi a Kiev, attirandosi i fischi degli ucraini e dei manifestanti 'atlantisti': "Non sono d'accordo che la risposta" alla guerra in Ucraina sia "quella di riarmare tutto il mondo".

Momenti di tensione anche a Reggio Emilia dove una delegazione di +Europa e Italia Viva con bandiere europee, dell'Ucraina e degli Usa (una portata da una bambina di otto anni) sarebbe stata insultata e poi invitata dalle forze dell'ordine ad allontanarsi, tra cori contro la Nato. "Una situazione veramente incresciosa e imbarazzante nei confronti dei valori della Resistenza", hanno denunciato i due partiti".

Un'altra commemorazione si è svolta a Marzabotto, nell'Appennino bolognese, teatro della strage nazista del 1944. Il presidente della Camera, Roberto Fico, ha lodato la scelta "coraggiosa e importante" dell'Italia di inviare armi all'esercito ucraino e la volontà "di essere una comunità che costruisce la pace". È stata letta una lettera inviata da Liliana Segre in cui la senatrice a vita ha scritto che anche in Ucraina "resistere è necessario ed è un dovere". AGI

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