ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Giovedì, 07 Luglio 2022 11:27

In 50 lasciano il governo di Boris Johnson che replica: "Vado avanti"

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Boris Johnson Boris Johnson

Ministri e sottosegretari abbandonano il leader, che a sua volta rimuove dall'incarico Michael Gove, responsabile per la lotta alle diseguaglianze economiche. Lascia anche il ministro della Sanità, il ministro per la Scienza e il  ministro per l'Irlanda del Nord. Il Comitato 1922 non modifica il regolamento e non sarà rivotata la sfiducia. 

È una situazione senza precedenti quella di un primo ministro britannico che si trova un governo falcidiato dalle dimissioni eppure rifiuta di farsi da parte. Solo oggi hanno lasciato l'incarico in 43 fra ministri e collaboratori ministeriali. Superato ampiamente il record del 1932 quando si dimisero 11 ministri in un solo giorno. Il problema, per i conservatori, è come gestire un leader che non vuole lasciare Downing Street nonostante il caos in cui si trova il partito di maggioranza e, di conseguenza, il Paese. La crisi sta dunque scivolando, lentamente, dal piano politico a quello costituzionale.

Una fonte interna al partito si dice convinta che Johnson non si dimetterà neanche se il Comitato 1922 cambierà le regole e dovesse perdere una conseguente nuova mozione di sfiducia, sbandierando il mandato che 14 milioni di persone gli hanno dato alle elezioni generali del 2020.

Questo è però un terreno estremamente scivoloso, dal punto di vista costituzionale, per una democrazia parlamentare come quella britannica. L'attitudine di Johnson suggerisce connotazioni presidenziali piu' vicine al sistema statunitense. E il ministro dimissionario della Salute, Sajid Javid, ha azzardato un paragone tra Johnson e Donald Trump per il suo rifiuto di prendere atto della situazione.

"Le istituzioni e l'integrità sono entrambi pilastri centrali che sostengono la nostra grande democrazia", ha detto oggi Javid durante il suo durissimo discorso alla Camera, "a prescindere da quali siano le vostre idee politiche in quest'aula, io sono convinto che siamo tutti motivati dall'interesse nazionale e che il pubblico si aspetta che tutti noi mettiamo onestà e integrità in ciò che facciamo".

"Questa non è una questione astratta", ha concluso l'ex ministro, "abbiamo visto cosa succede alle grandi democrazie quando si esasperano le divisioni e non si creano ponti di dialogo. Non possiamo permettere che questo accada qui: dobbiamo unire il Paese come una sola nazione"

Il segretario parlamentare privato di Boris Johnson, James Duddridge, ha dichiarato a Sky News che il primo ministro "è di ottimo umore e continuerà a combattere". È quindi confermato che Johnson per il momento non abbia alcuna intenzione di ascoltare l'appello dei membri del governo che gli chiedono di farsi da parte, dopo che il caso Pincher si e' aggiunto a una lunga serie di scandali. "Ha il mandato di 14 milioni di persone e cosi' tanto da fare per il Paese", ha aggiunto Duddridge. AGI

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