ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Giovedì, 29 Settembre 2022 09:10

La partita a scacchi tra Meloni e Salvini su squadra e agenda di governo

Written by  Giovanni Lamberti e Federica Valenti
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Matteo Salvini e Giorgia Meloni Matteo Salvini e Giorgia Meloni

Confronto di un'ora tra la leader di Fratelli d'Italia e quello della Lega. "Non si è parlato né oggi e né in questi giorni di nomi, incarichi, attribuzioni di deleghe né separazioni di ministeri", assicurano a via della Scrofa. Il nodo Viminale. 

Un confronto durato circa un'ora con in primo piano tutte le "priorità e urgenze" che la coalizione deve affrontare. Così i rispettivi partiti descrivono l'atteso faccia a faccia tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini, il primo dopo la vottoria alle elezioni. "Unità di intenti e grande collaborazione", professano da Fratelli d'Italia e Lega.

"Non si è parlato né oggi e né in questi giorni di nomi, incarichi, attribuzioni di deleghe né separazioni di ministeri e sono prive di fondamento retroscena di stampa su presunti veti, così come le notizie già smentite da Palazzo Chigi su un 'patto' Meloni-Draghi", si sottolinea da via della Scrofa.

Il colloquio avviene all'indomani del primo faccia a faccia con Antonio Tajani, in rappresentanza dell'altro principale partito alleato, Forza Italia. E se, da una parte, corrisponderebbe al vero - lo confermano tutti i partiti - che al momento la discussione sulla squadra è ancora in alto mare; sono fitte le indiscrezioni che circolano tra i corridoi dei palazzi della politica.

Il nodo del Viminale

Il nodo centrale riguarda la guida del Viminale, rivendicata dal segretario leghista come naturale sbocco di una sua partecipazione al governo. Non è chiaro se di questo, nello specifico, i due leader abbiano parlato ieri pomeriggio. Ma le voci di un loro scontro sul tema sembrano state diffuse ad hoc per alimentare il pressing sulla presidente di FdI. La quale - secondo fonti leghiste - avrebbe alcune perplessità sull'opportunità di affidare un tale ruolo a Salvini.

Anche se da via della Scrofa si smentiscono tutte le ricostruzioni di stampa su "presunti veti". Quel che è certo è che Salvini vuole una "squadra forte, capace, composta da uomini e donne di cui si fida", spiega un 'big' della Lega.

Anche se il 'capitano', nei giorni scorsi, ha "aperto a una mediazione sul tema con i governatori, in quella nuova fase di confronto che auspica porti a una distensione".

Salvini poi rivendica un ruolo centrale per sé e in questo contesto il Viminale appare, appunto, il "naturale sbocco". Ma la trattativa è appena iniziata e non è detto che l'esito del confronto lo riporterà all'Interno. Le incognite sono diverse, compresi i processi per il blocco degli sbarchi di migranti.

Il precedente di Savona

Anche perché il Viminale, come Esteri, Difesa e Economia, di prassi sono oggetto di un confronto con il vertici istituzionali. Un big di Fratelli d'Italia ricorda, in tal senso, il caso di Paolo Savona. Anche se tutte le parti in causa confidano che non si arriverà mai a un problema di quel tipo perché si arriverà con una proposta priva di criticità.

Per il Viminale resta aperta l'opzione di un tecnico come il prefetto Matteo Piantedosi, che con Salvini lavorò a lungo al Viminale, magari affiancato da un vice ministro leghista. A quel punto la seconda scelta di Salvini potrebbe essere semmai il Lavoro.

Sul tavolo resta sempre l'ipotesi dei due vice premier. Mentre crescono le quotazioni di Elisabetta Belloni agli Esteri. Per quanto riguarda FI, molto presto ci sarà un incontro tra Meloni e Silvio Berlusconi. Tajani sembra destinato a fare il capo delegazione in un governo in cui FI si attende di avere almeno quattro ministri.

Anche la partita delle presidenze della Camere non è in alcun modo risolta considerato che FdI non sarebbero propensi a 'consegnare' una Camera all'opposizione. Intanto, nella Lega c'è chi spinge ad alzare la posta mettendo anche sul tavolo, come tattica preventiva, l'ipotesi di un appoggio esterno. Mentre il pressing di Salvini è sull'agenda.

"Per ringraziare i milioni di italiani che hanno scelto la Lega e il centrodestra siamo già al lavoro, giorno e notte, non sulle poltrone, i nomi e i ministeri, ma sulle emergenze vere del Paese e quindi affrontare il caro bollette, il problema sicurezza, la qualità della vita", scandisce il segretario leghista.

"Già domani ho convocato a Roma i quasi 100 nuovi parlamentari della Lega da tutta Italia per meritarci la fiducia che il popolo italiano ci ha dato. Quindi, al lavoro, uniti, questo ci chiede la gente senza polemiche ma con le idee chiare in testa". AGI

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