Ciao ragazzi, benvenuti sulle pagine di Agorà Magazine. Come è nata l’idea del titolo del vostro nuovo disco? Perché “64018”?
Ciao ragazzi! L’idea di questo album è venuta da sola, avevamo delle canzoni e l’abbiamo raggruppate in “64018”, abbiamo scelto quelle che ci rappresentavano di più. Il titolo è l’insieme delle nostre vite, quel numero è il CAP del nostro paese, Tortoreto, volevamo qualcosa che
parlasse per noi.
Il brano che vi rappresenta di più?
Sicuramente “Rumore”, perché è una fotografia di quando arrivi alla soglia dei 30 anni e vedi i tuoi amici, c’è chi già ha messo su famiglia e chi invece ancora sogna ad occhi aperti. Questi poli sono
un esatto specchio della nostra generazione.
Il disco si apre con “Mezzanotte” e si chiude con “Vorrei”. Riguardo l’ordine con cui i brani sono stati disposti nelle tracklist, quali criteri avete seguito e quale obiettivo speravate di raggiungere ai fini del messaggio che desiderate far arrivare all’ascoltatore?
Si apre con “Mezzanotte” perché volevamo subito che la voce fosse presente e infatti quel brano viene cantato subito, con “Vorrei” abbiamo fatto un discorso sonoro, ha proprio una chiusura stupenda, suonata, tutti insieme. Le canzoni le abbiamo messo seguendo un ordine di viaggio, mi spiego meglio. Da “Mezzanotte” a “Vorrei” il protagonista è come se compiesse un viaggio, fisico e
mentale.
Quanto tempo avete impiegato per la realizzazione di questo album?
Ci abbiamo messo parecchio tempo, più di un anno. Volevamo far uscire bene le cose, con bei
suoni e curare tutto il comparto tecnico. Siamo davvero soddisfatti, le produzioni sono di ottimo
livello.
Oltre a voi, chi ha collaborato a questo progetto nuovo discografico?
Con noi hanno collaborato Incubo che è in “Pezzi di Cuore”, Laera e D-Broke in “Lato Sud” e poi i
nostri produttori di Alti Records, cioè Luigi Tarquini e Federico Fontana.
Prossimi impegni?
Quest’estate suoneremo in giro, per seguirci basta andare su Instagram, siamo storie d imetanoia