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Domenica, 16 Aprile 2023 13:27

Rogo Primavalle, 50 anni fa la tragedia dei fratelli Mattei. Meloni: "E' stata una delle pagine più buie"

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Appiccato da alcuni militanti di estrema sinistra, tra cui Achille Lollo, bruciò vivi Virgilio e Stefano Mattei, figli di un esponente locale del Movimento sociale italiano. Meloni: "E' stata una delle pagine più buie", Sangiuliano: "I fratelli Mattei uccisi dalla violenza comunista" 

Il 'Rogo di Primavalle' si consumò la notte tra il 15 e il 16 aprile del 1973 al terzo piano di una modesta palazzina di via Bernardo da Bibbiena 33, casa del segretario della sezione del Movimento sociale italiano, Mario Mattei, un ex netturbino. L'incendio doloso, provocato da un gruppo di militanti di Potere Operaio, uccise tra le fiamme i due fratelli Virgilio e Stefano Mattei di 22 e 8 anni, il resto della famiglia riuscì a fuggire.

La foto, pubblicata dai giornali, dei due corpi carbonizzati sulla finestra dell'abitazione provocò una condanna unanime anche se al contempo si fece strada una campagna stampa guidata da diversi intellettuali a difesa dei militanti della sinistra extraparlamentare accusati dell'episodio. Achille Lollo fu l'unico a finire in carcere preventivo dopo la condanna a 18 anni in appello per incendio doloso, duplice omicidio colposo e uso di esplosivo e materiale incendiario assieme agli altri due imputati Marino Clavo e Manlio Grillo (rimasti latitanti senza mai scontare neppure un giorno di reclusione).

La sentenza escluse l'aggravante di terrorismo. Durante il processo di primo grado, conclusosi con l'assoluzione degli imputati per insufficienza di prove, ci furono ripetuti scontri di piazza nei pressi di piazzale Clodio, sede del palazzo di giustizia di Roma, in difesa degli imputati. L'episodio più grave avvenne il 28 febbraio 1975, con violenti incidenti tra giovani di destra e di sinistra fuori dal tribunale, proseguiti in via Ottaviano dove davanti ad una sezione del Movimento sociale venne ucciso a colpi di pistola lo studente greco Mikis Mantakas, militante del Fuan.

Lollo si rifugiò in Brasile prima della sentenza definitiva della Cassazione e la sua pena venne dichiarata estinta il 12 ottobre del 2003. Nel 2005, in una intervista, ammise di avere realizzato, con altri, un attentato dimostrativo con una bomba artigianale non esplosa, rivolto a Mario Mattei, ma sostenne sempre di non aver incendiato la casa con la benzina ("Non abbiamo mai pensato di farla scivolare sotto la porta per dar fuoco all'appartamento"). Sei anni dopo fece rientro in Italia e spiegò che l'azione venne eseguita da un gruppo di sei persone in tutto (lui compreso) e che doveva essere solo dimostrativa. Il 3 agosto del 2021 Lollo morì in una clinica di Trevignano Romano, all'età di 70 anni. 

Una combo che risale al 16 aprile 1973 dei fratelli Stefano Mattei 8 anni e Virgilio di 22 morti nel rogo di Primavalle © ANSA

Rogo di Primavalle, Meloni: "E' stata una delle pagine più buie"

Sangiuliano: "I fratelli Mattei uccisi dalla violenza comunista"

Cinquanta anni fa, la notte tra il 15 e il 16 aprile 1973, un incendio doloso in una palazzina a Roma, noto come rogo di Primavalle, portato a termine da componenti di Potere Operaio, provocò la morte di Stefano e Virgilio Mattei, di 8 e 22 anni, figli del segretario della locale sezione del Movimento sociale italiano, Mario Mattei.

"Il 16 aprile di 50 anni fa l'Italia e Roma hanno vissuto una delle pagine più buie della storia nazionale", ha scritto la premier Giorgia Meloni in un messaggio inviato al presidente dell'Associazione Fratelli Mattei, Giampaolo Mattei.

"Quello che possiamo fare oggi è tenere viva la memoria di quanto accaduto, per evitare il pericolo di ricadute e condurre l'Italia e il nostro popolo verso una piena e vera pacificazione nazionale", aggiunge.

"Da allora, molti anni sono passati ma il ricordo di queste vittime innocenti dell'odio ideologico è ancora vivo in tutti noi.

Per Virgilio e Stefano si chiedeva giustizia e non vendetta ma gli assassini, purtroppo, ancora oggi non hanno mai pagato per quello che è stato uno dei più efferati e drammatici delitti politici degli anni Settanta". Così il Presidente del Senato Ignazio La Russa.

"Non mi posso pacificare con persone che non hanno chiesto mai scusa. A nove anni mi hanno distrutto la vita, come si fa a dimenticare?". È il ricordo di Antonella, sorella di Stefano e Virgilio Mattei. Passati cinquant'anni da quel giorno, in occasione della commemorazione con le istituzioni, sotto la palazzina di via Bernardino da Bibbiena, Antonella ha ricordato quei momenti: "La giustizia italiana è stata quella che è stata. Li hanno tutelati. Li hanno aiutati. Li hanno mantenuti. Franca Rame col suo 'soccorso rosso', Dario Fo, Moravia ha brindato nella casa al mare. Secondo voi io come mi devo sentire? Volete sapere la verità? Non mi posso pacificare con chi non ha mai chiesto scusa. Perché io devo essere in primis quella che va a chiedere una pacificazione? Assolutamente no. Parlo a nome personale. Avevo nove anni, ma perché mi hanno dovuto massacrare così? Abbiamo vissuto malissimo", ha ribadito la donna, dicendo di non essere più tornata a Primavalle per quarant'anni, finché non glie lo ha chiesto suo figlio.
   
   "Stefano Mattei aveva otto anni, io ne avevo dieci, avremmo potuto essere compagni di giochi, io ho avuto una vita, a lui invece è stata strappata in modo così violento, non ha potuto vivere la sua vita per effetto di un atto di violenza comunista, diamo i contenuti e le parole che bisogna dare. Detto questo abbiamo il dovere di chiudere il Novecento con tutte le sue lacerazioni, dobbiamo arrivare ad una pacificazione nazionale ma conservando la memoria". Lo ha detto il ministro della Cultura 
Gennaro Sangiuliano, alla cerimonia per il 50esimo anniversario dell'uccisione dei fratelli Mattei, nel rogo di Primavalle.    

   "Forse per la prima volta tutte le situazioni pubbliche sono qui rappresentate. Dal Municipio al Comune, alla Camera al Senato, al Governo italiano. Credo si levi un unico grido di dolore: mai più. Mai più violenza, ma più linciaggi e discriminazione. E ci sia diritto a un confronto civile tra la destra e la sinistra è che ci sia soprattutto - e questo è il compito della generazione di sopravvissuti - la possibilità, visto che non c'è stata giustizia, di avere verità storica. Questo è il nostro compito per le malefatte di quegli anni". Lo ha detto il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli

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