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Martedì, 25 Aprile 2023 14:16

Mattarella: "La Resistenza ha dato vita alla nuova Italia" Meloni: “Oggi è la festa della libertà”

Written by  Barbara Tedaldi
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Il Capo dello Stato Sergio Mattarella a Cuneo per la celebrazione del 25 Aprile Il Capo dello Stato Sergio Mattarella a Cuneo per la celebrazione del 25 Aprile

Celebrando a Cuneo la festa del 25 Aprile, il Capo dello Stato ha sottolineato che "la Repubblica è fondata sulla Costituzione, figlia della lotta antifascista". E ha aggiunto che "le Costituzioni nascono in momenti straordinari della vita di una comunità, sulla base dei valori che questi momenti esprimono e che ne ispirano i principi" Meloni celebra il 25 Aprile: "Oggi è la festa della libertà" 

La lotta per la sopravvivenza del Paese in cui fummo aiutati dagli Alleati fu accompagnata da "una consapevolezza: la crisi suprema del Paese esigeva un momento risolutivo, per una nuova idea di comunità, dopo il fallimento della precedente. Si trattava di trasfondere nello Stato l'anima autentica della Nazione. Di dare vita a una nuova Italia".

Così Sergio Mattarella celebrando a Cuneo il 25 Aprile. "Impegno e promessa realizzate in questi 75 anni di Costituzione repubblicana. Una Repubblica fondata sulla Costituzione, figlia della lotta antifascista" sottolinea il capo dello Stato. "Le Costituzioni nascono in momenti straordinari della vita di una comunità, sulla base dei valori che questi momenti esprimono e che ne ispirano i principi. Le 'Repubblichè partigiane, le zone libere, furono anticipatrici, nelle loro determinazioni, nel loro operare, della nostra Costituzione". 

Il Capo dello Stato ribadisce che L'Italia è "una Repubblica fondata sulla Costituzione, figlia della lotta antifascista". "Il frutto del 25 aprile è la nostra Costituzione sottolinea - Il 25 aprile è la Festa della identità italiana, ritrovata e rifondata dopo il fascismo. È dalla Resistenza che viene la spinta a compiere scelte definitive per la stabilità delle libertà del popolo italiano e del sistema democratico, rigettando le ambiguità che avevano permesso lo stravolgimento dello Statuto albertino operato con il fascismo".

Il capo dello Stato ripercorre tutte le tappe. "Se il decreto luogotenenziale del 2 agosto 1943 - poco dopo la svolta del 25 luglio - prevedeva l'elezione di una nuova Camera dei Deputati, per un ripristino delle istituzioni e della legalità statutaria, non appena ce ne fossero le condizioni, fu il decreto del 25 giugno 1944 - pochi giorni dopo la costituzione del primo Governo del CLN - a indicare che dopo la liberazione del territorio nazionale sarebbe stata eletta dal popolo, a suffragio universale, un'Assemblea costituente, con il compito di redigere la nuova Costituzione. Per questo quel decreto viene definito la prima 'Costituzione provvisoria".

"Seguirà poi il referendum, il 2 giugno 1946, con la Costituente e la scelta per la Repubblica. La rottura del patto tra Nazione e monarchia, corresponsabile, quest'ultima, di avere consegnato l'Italia al fascismo, sottolineava l'approdo a un ordinamento nuovo - prosegue il Presidente -. La Costituzione sarebbe stata la risposta alla crisi di civiltà prodotta dal nazifascismo, stabilendo il principio della prevalenza della persona e delle comunità sullo Stato, guardando alle autonomie locali e sociali dell'Italia come a un patrimonio prezioso da preservare e sviluppare. Una risposta fondata sulla sconfitta dei totalitarismi europei di impronta fascista e nazista per riaffermare il principio della sovranità e dignità di ogni essere umano - autonoma identità - sulla pretesa di collettivizzazione in una massa forzata al servizio di uno Stato, in cui l'uomo appare solo un ingranaggio". 

"È nata una democrazia forte e matura nelle sue istituzioni e nella sua società civile - conclude Mattarella - che ha permesso agli italiani di raggiungere risultati inimmaginabili"

Meloni celebra il 25 Aprile: “Oggi è la festa della libertà”

Lettera della premier al Corriere: “È un momento di rinnovata concordia. Il fascismo? Noi incompatibili con qualsiasi nostalgia” Da Del Noce a Violante, le citazione del presidente del Consiglio   Mattarella all'Altare della Patria, alla cerimonia anche Meloni e La Russa.

Rivendica alla destra di essere "incompatibile con nostalgie del fascismo", ricorda che quelli "scolpiti nella Costituzione" sono i "valori conculcati dal fascismo" e osserva che "l'amore per la democrazia è l'antidoto a tutti i totalitarismi". Giorgia Meloni saluta il 25 Aprile con una lunga e articolata riflessione ospitata dal Corriere della Sera e ribadisce che "l'Italia sta dalla parte di libertà e della democrazia", dicendo anche un fermo no a chi volesse tracciare divisioni su questo terreno usate come strumento di delegittimazione dell'avversario.

 

"Nel mio primo 25 Aprile da presidente del Consiglio, affido alle colonne del Corriere alcune riflessioni che mi auguro possano contribuire a fare di questa ricorrenza un momento di ritrovata concordia nazionale nel quale la celebrazione della nostra ritrovata libertà ci aiuti a comprendere e rafforzare il ruolo dell'Italia nel mondo come imprescindibile baluardo di democrazia", scrive allora Meloni.

"E lo faccio - sottolinea - con la serenità di chi queste riflessioni le ha viste maturare compiutamente tra le fila della propria parte politica ormai 30 anni fa, senza mai discostarsene nei lunghi anni di impegno politico e istituzionale". "Da molti anni infatti, infatti, e come ogni osservatore onesto riconosce, i partiti che rappresentano la destra in Parlamento hanno dichiarato la loro incompatibilità con qualsiasi nostalgia del fascismo". 

"No a fascismo come arma esclusione di massa"

"Capisco quale sia l'obiettivo di quanti, in preparazione di questa giornata e delle sue cerimonie, stilano la lista di chi possa e di chi non possa partecipare, secondo punteggi che nulla hanno a che fare con la storia ma molto hanno a che fare con la politica", scrive Giorgia Meloni.

"E' - riprende il presidente del Consiglio - usare la categoria del fascismo come strumento di delegittimazione di qualsiasi avversario politico: una sorta di arma di esclusione di massa, come ha insegnato Augusto Del Noce, che per decenni ha consentito di estromettere persone, associazioni e partiti da ogni ambito di confronto, di discussione, di semplice ascolto".

"Un atteggiamento talmente strumentale che negli anni, durante le celebrazioni, ha portato perfino a inaccettabili episodi di intolleranza - ricorda - come quelli troppe volte perpetrati ai danni della Brigata ebraica da parte di gruppi estremisti. Episodi indegni ai quali ci auguriamo di non dover più assistere".

La 'dedica' alla partigiana della Osoppo

Nella sua lettera Giorgia Meloni, rende omaggio alla figura di "una donna straordinaria, Paola Del Din", che "durante la Resistenza combatteva con le Brigate Osoppo, le formazioni di ispirazione laica, socialista, monarchica e cattolica" e fu "la prima donna italiana a paracadutarsi in tempo di guerra".

"Il suo coraggio le è valso una Medaglia d'oro al valor militare, che ancora oggi, quasi settant'anni dopo averla ricevuta, sfoggia sul petto con commovente orgoglio", annota ancora il presidente del Consiglio aggiungendo che "della Resistenza dice 'il tempo ci ha ribattezzati Partigiani, ma noi eravamo Patrioti, io lo sono sempre stata e lo sono ancora'.

Nell'Italia repubblicana è stata insegnante di Lettere e, nonostante i suoi quasi cento anni, continua ad accettare gli inviti a parlare nelle scuole di Italia e del valore della Libertà".
"Dedico questo giorno a lei, madre di quattro figli e nonna di altrettanti nipoti, ma anche, idealmente, di tutti gli italiani che antepongono l'amore per la propria Patria a ogni contrapposizione ideologica", conclude Meloni.

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