ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Domenica, 30 Aprile 2023 16:27

Il voto in Paraguay all'ombra di Cina e Taiwan

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Santiago Pena ed Efrain Alegre, candidati alle elezioni in Paraguay Santiago Pena ed Efrain Alegre, candidati alle elezioni in Paraguay

I 7 milioni di elettori dovranno scegliere tra l'economista 44enne Santiago Pena, che rappresenta il partito conservatore in carica, e l'ex senatore Efrain Alegre, veterano sessantenne alla guida di un'ampia coalizione di centrosinistra. 

Il Paraguay, piccola nazione agricola del Sudamerica, va alle urne per elezioni generali che hanno una valenza anche per la geopolitica continentale e internazionale. Gli elettori del Paese di poco meno di 7 milioni di abitanti dovranno scegliere tra l'economista 44enne Santiago Pena, che rappresenta il partito conservatore in carica del Colorado - che monopolizza il potere dalla caduta della dittatura militare nel 1989 - e il 60enne veterano politico, l'ex senatore Efrain Alegre, alla guida di un'ampia coalizione di centrosinistra.

Per i paraguaiani la posta in gioco riguarda principalmente la difficile situazione economica e la corruzione diffusa. Il deficit fiscale è salito al 3% del Pil lo scorso anno, la crescita media annua negli ultimi quattro anni è scesa allo 0,7% e la povertà estrema è aumentata. Negli ultimi 30 anni, in realtà la vittoria è stata quasi sempre assicurata per il Colorado Party, ma ora i sondaggi indicano che potrebbe essere arrivato il momento del cambiamento e spingere gli elettori verso la coalizione di centrosinistra, ma a ogni modo per la corruzione diffusa la fiducia nella classe politica è ai minimi livelli.

Ancor di più dopo le ultime rivelazioni di presunta corruzione a carico di alcuni esponenti del Partito Colorado. Il Tesoro degli Stati Uniti, all'inizio del 2023, ha imposto sanzioni all'ex presidente paraguayano, l'influente Horacio Cartes, ancora presidente del Colorado Party, e al vicepresidente Hugo Velazquez, denunciando una "corruzione dilagante che mina le istituzioni democratiche" e presunti legami con Hezbollah, privando cosi' la macchina elettorale del Colorado di finanziamenti e accesso ai prestiti bancari. Entrambi i sanzionati hanno negato le accuse.

Le principali sfide

Ad ogni modo, chiunque assumerà la presidenza ad agosto rischia di subire pressioni per ridurre la spesa pubblica, dopo gli ingenti aiuti dello Stato messi in campo per alleviare l'impatto della pandemia di Covid-19 e dell'invasione dell'Ucraina, che ha fatto aumentare i prezzi di alcuni beni essenziali. Pena ha promesso di creare più posti di lavoro mentre il rivale Alegre si è impegnato a tagliare le bollette energetiche.

Sia Pena che Alegre hanno assicurato che non aumenteranno le tasse, nonostante il Paraguay abbia uno Stato sotto finanziato e il carico fiscale più basso del Sudamerica, il che avvantaggia notevolmente i più ricchi della società. "Chi vince dovrà limitare la spesa pubblica perché il debito non può continuare a crescere", ha commentato l'economista ed ex ministro delle finanze, Cesar Barreto, aggiungendo che è un momento "complesso" per qualsiasi nuovo governo.

Le questioni aperte con Taiwan e Brasile

Ma a Asuncion, capitale tropicale vicino al confine con l'Argentina, alla vigilia di quella che si preannuncia come una serrata gara tra i due contendenti, gli analisti politici sottolineano che la posta in gioco è anche regionale e forse ancor di più internazionale. Nelle ultime settimane il dibattito politico nazionale si è concentrato sull'opportunità di porre fine alle relazioni diplomatiche a lungo termine con Taiwan a favore della Cina.

Una serie di documenti riservati trapelati rivelano una grande ansia degli Stati Uniti per l'influenza russa e cinese anche in America Latina, a cominciare dal Paraguay. In effetti l'elezione di sarà seguita da vicino non solo a Washington ma anche a Pechino e Taipei. Se Alegre dovesse vincere, ha già suggerito che potrebbe spostare le relazioni diplomatiche da Taiwan alla Cina, il che significa che l'isola autogovernata perderebbe il suo ultimo sostenitore in Sudamerica.

Il Paraguay è il più grande dei 13 Paesi a riconoscere ancora l'isola. Il candidato alla presidenza ritiene che Taiwan non abbia investito abbastanza in Paraguay per compensare l'immenso costo di non fare affari con la Cina, quindi ha chiarito a Tsai Ing-wen: "Mostraci i soldi o chiameremo Xi Jinping".

Alegre, alla sua terza campagna presidenziale, ha messo insieme un'ampia alleanza - la 'Coalition for a New Paraguay', una confederazione di partiti di opposizione che include il proprio partito liberale, la seconda forza politica del Paese - per sfidare la potente macchina politica del Colorado, ma è stato preso di mira da alcuni ambienti per aver indicato che avrebbe posto fine a quasi 70 anni di rapporti diplomatici con Taiwan nel tentativo di aprire gli enormi mercati cinesi per la soia e la carne bovina del Paraguay.

"Sarebbe un errore storico per il Paraguay. Il rapporto con Taiwan non è solo economico. Condividiamo gli stessi valori di libertà e giustizia", ha detto Carlos Fleitas, ambasciatore del Paraguay a Taiwan, aggiungendo che Taipei sta osservando da vicino le elezioni dopo la recente rottura dell'Honduras con l'isola.

In secondo luogo, tornando allo scenario regionale, il prossimo presidente del Paraguay dovrà avviare colloqui con il vicino Brasile su come dividere l'elettricità generata dalla diga idroelettrica di Itaipù, la seconda più potente del mondo. Sebbene i due Paesi siano comproprietari della diga, il Brasile ottiene molta più elettricità perché ha sborsato più soldi in anticipo. Il Paraguay, che consuma solo l'8% della sua elettricità, vorrebbe una quota maggiore per vendere energia sul mercato aperto, una potenziale manna di entrate extra per il governo.

Due visioni diverse 

"Sono ottimista sul fatto che l'opposizione possa vincere, ma sono profondamente pessimista su ciò che la Coalizione per un Nuovo Paraguay sarà in grado di fare se sarà effettivamente al governo", ha analizzato il politologo Gustavo Setrini, indicando una mancanza di proposte politiche coerenti da parte dei leader della coalizione in risposta all'enorme disuguaglianza, alla recessione e all'aumento dei tassi di povertà estrema.

"I due candidati hanno sapori diversi del neoliberismo clientelare. Uno è più legato al narcotraffico e all'autoritarismo, e l'altro al partito liberale e alle élite nominalmente più progressiste", ha aggiunto l'esperto. Sempre domani gli aventi diritto dovranno rinnovare le componenti delle camere del Congresso, dove Alegre e la sua coalizione potrebbero riuscire a ottenere la maggioranza, spodestando il Colorado Party.

In ballo, inoltre, c'è il destino dell'ex presidente Fernando Lugo, l'unico presidente non del Colorado dall'inizio della democratizzazione nel 1989. Lugo è stato messo sotto accusa nel 2012 da un Congresso ostile - incluso l'allora senatore Alegre - in quello che molti analisti hanno visto come un colpo di stato che ha stroncato un promettente processo di profonda trasformazione. Per Setrini, un'amministrazione Alegre ricoprirebbe una posizione di "enorme responsabilità storica per garantire progressi nel tortuoso processo di democratizzazione del Paraguay", ma incognite e incertezze non mancano.

Dal punto di vista geopolitico, il Paraguay è un territorio allettante: nel cuore del Sudamerica, è punto di passaggio dei grandi fiumi che attraversano il continente da Nord a Sud (tutti navigabili) e situato sull'acquifero Guarani', il più grande bacino di acqua dolce dell'America Latina, che condivide con Brasile, Argentina e Uruguay. È un Paese dalle frontiere porose e poco nitide, segnato da una profonda frattura interna. AGI

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