ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Giovedì, 25 Maggio 2023 08:52

Ballottaggi in 5 capoluoghi. Le sfide per eleggere il sindaco

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In Toscana il centrosinistra lotta a Pisa, Siena e Massa per ricostruire il "fortino rosso". Ad Ancona non ci sarà "campo largo" per contrastare il centrodestra e a Terni lo sfidante è il presidente della squadra di calcio. 

Rush finale per le amministrative con il ballottaggio in cinque capoluoghi di provincia: Pisa, Massa, Siena, Terni e Ancona. In Toscana il centrosinistra tenta di recuperare le tre città passate nell'ultima tornata elettorale per ricostruire il 'fortino rosso', il centrodestra invece va a caccia della riconferma per lanciare il futuro assalto a Firenze (2024) e Regione (2025). In parallelo anche le sfide del secondo turno a Campi Bisenzio (Firenze), Pietrasanta (Lucca) e Pescia (Pistoia).

Al primo turno le elezioni hanno coinvolto 22 città toscane con un'affluenza del 58,1%, in leggero calo rispetto al 2018 quando era al 59,6%. Nelle tre principali città proiettate al secondo turno si registrano coalizioni frammentate e nessun apparentamento formale in vista del ballottaggio nonostante l'appello a una convergenza firmata dai coordinatori regionali di Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia.

La sfida in Toscana per ricostruire il "fortino rosso"

Pisa il sindaco uscente sostenuto dalla coalizione unitaria di centrodestra, Michele Conti, ha mancato l'affermazione al primo turno per una manciata di voti, fermandosi al 49,9%. A sfidarlo ci sarà il candidato di Pd e M5s, Paolo Martinelli, che ha ottenuto il 41,1% di consensi.

Complessivamente Conti ha ottenuto oltre 20.000 voti e può contare su un vantaggio di circa 3.500 voti rispetto al suo avversario. Decisivo per riaprire la partita in vista del secondo turno sarà il 7% conquistato dal consigliere comunale ed esponente della sinistra radicale, Francesco 'Ciccio' Auletta, che finora non ha dato indicazioni di voto.

Partita ancora più in bilico a Massa dove il primo cittadino uscente, Michele Persiani, sostenuto da Lega e Fi, si è imposto al primo turno con il 35,4% ma ha subito la concorrenza interna al centrodestra. Con il candidato di FdI, Michele Guidi, che ha guidato la sfiducia di Persiani in Consiglio comunale appena un mese fa, al terzo posto con il 20%.

Al ballottaggio contro il sindaco uscente del Carroccio ci sarà Enzo Romolo Ricci, volto di Pd e Si-Ev, che ha ottenuto il 30% di consensi. Sfumato l'endorsement del civico Cesare Maria Ragaglini, 4,5% al primo turno, il centrosinistra potrà contare sull'appoggio di Daniela Bennati di M5s e Unione popolare con il 5,4% di voti.

Siena ci sarà l'atteso confronto tra la candidata della coalizione di centrodestra, Nicoletta Fabio (30,5%) e la candidata di dem e Si, Anna Ferretti (28,8%). A giocare il ruolo di ago della bilancia sarà Fabio Pacciani, sostenuto da sette liste civiche e arrivato terzo con il 22,6% delle preferenze. Una di queste Siena Civitas ha però annunciato il proprio sostegno a Nicoletta Fabio. Pacciani ha sottoposto a Fabio e Ferretti un documento d'intenti formato da nove punti programmatici su cui discutere per eventuali convergenze.

Decisivi in ottica ballottaggio saranno inoltre il volto di Italia Viva, Massimo Castagnini (7,2%), sponsorizzato dal sindaco uscente Luigi De Mossi che si dice di centrodestra moderato e il civico Emanuele Montomoli (6,8%). Chiude il quadro la partita di Campi Bisenzio, città d'origine del segretario regionale dem, Emiliano Fossi, commissariata dopo la sua elezione in Parlamento.

Al secondo turno sarà una sfida tutta a sinistra: da un lato l'ex assessore Pd, Leonardo Fabbri, con il 30,3% dei consensi, dall'altro Andrea Tagliaferri, sostenuto da M5s e Si, con il 21,3%. Escluso a sorpresa dal ballottaggio il centrodestra vittima dello scontro interno alla coalizione: Paola Gandola di Lega e Fi ha ottenuto il 19,3% delle preferenze, Antonio Montelatici di FdI e centristi il 16,3%.

A dare le carte in vista del secondo turno, grazie al suo tesoretto di 12,8% voti, sarà quindi il civico Riccardo Nucciotti. L'ex assessore, fuoriuscito dai dem dopo un'indagine per peculato, dopo alcuni giorni di valutazione alla fine ha sciolto le riserve e annunciato il sostegno a Fabbri per il ballottaggio. 

Ad Ancona Silvetti contro Simonella

Ad Ancona Daniele Silvetti, candidato del centrodestra per FdI, 'Silvetti sindaco', Forza Italia, Lega, 'Rinasci Ancona', 'Civici' e Udv è stato sorteggiato alla scheda elettorale al numero uno; Ida Simonella, sostenuta dal centrosinistra, con 'Pd, 'AnconaFutura', 'Diamoci del noi', Azione-Italia Viva, 'Ancona Popolare' e Repubblicani, sarà numero 2: la sfida per il sindaco di Ancona si decide domenica e lunedì prossimi al ballottaggio, dopo un primo turno che ha tenuto l'ex presidente del Parco del Conero al 45,11% e l'assessora uscente della giunta Mancinelli al 41,85%.

Entrambi hanno cercato di confrontarsi con gli altri candidati alla guida della città capoluogo delle Marche per definire gli apparentamenti: c'è riuscito solo Silvetti, che al secondo turno avrà il sostegno della lista civica 'Ripartiamo dai giovani', guidata da Marco Battino, il quale porterà in dote il 2,18% del primo turno avendo in contropartita la creazione di un assessorato all'Università, alle Politiche e al Lavoro giovanile, che potrebbe essere affidato proprio a Battino, e la scelta condivisa di "una figura competente e tecnica" come assessore alla Cultura.

Sulla carta, il campo a disposizione di Simonella era più largo, ma non sono stati siglati accordi formali: il M5s (3,64% al primo turno), che già aveva rifiutato l'accordo alla vigilia del voto, lascerà i propri elettori liberi di scegliere; anche Francesco Rubini (6,11%) lascerà libero il proprio elettorato, anche se la civica 'Altra idea di città' che l'ha sostenuto, insieme ad 'Ancona città aperta', ha messo nero su bianco "l'impossibilità di proseguire qualsiasi interlocuzione politica con la coalizione guidata da Ida Simonella". Nessun apparentamento nemmeno con Europa Verde (1,69% al primo turno), che pero' ha chiesto ai propri elettori di andare di votare per il centrosinistra.

A Terni Bandecchi sfida l'assessore uscente Masselli

È una sfida a destra quella per l'elezione del nuovo sindaco di Terni. Orlando Masselli, assessore uscente di Fratelli d'Italia, è il candidato scelto dal centrodestra. Al primo turno ha ottenuto il 35,81%, mentre si è fermato al 28,14% Stefano Bandecchi, presidente della Ternana, patron di Unicusano e coordinatore nazionale di Alternativa Popolare. Un risultato a sorpresa, considerando che il progetto politico intorno al quale si è sviluppata la candidatura di Bandecchi è decisamente nuovo.

Il centrosinistra, con il candidato José Maria Kenny, sostenuto da Pd, Civici Sinistra e Verdi e dalla lista del candidato, si è fermato al 21,94%. Sotto all'11% il candidato del Movimento 5 stelle. Come saranno distribuiti questi voti in occasione del ballottaggio, facendo pendere la bilancia da una o dall'altra parte, saranno solo le urne a rivelarlo perché entrambi i candidati non hanno ampliato la coalizione a loro sostegno.

Nessun apparentamento tanto per Masselli che aveva da subito sottolineato come lo schieramento a suo sostegno era delineato in maniera già ampia e definita, quanto per Bandecchi che della sua volontà di rompere con gli schemi tradizionali della politica ne ha fatto un punto di forza. Altro nodo sarà l'astensionismo, al primo turno ha votato 56,87%, contro il 59,44 della precedente tornata elettorale.

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