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Sabato, 19 Agosto 2023 09:00

Il generale Vannacci e il libro omofobo. È bufera

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Il ministro della Difesa Crosetto annuncia il procedimento disciplinare. La Difesa prende le distanze e si riserva azioni legali. Le opposizioni chiedono la destituzione dell'ufficiale. 

Il libro è disponibile da pochi giorni ma le polemiche che lo accompagnano rischiano di avere strascichi importanti per l'autore. "Il mondo al contrario" è il titolo e a scriverlo è un generale di divisione dell'esercito, Roberto Vannacci,che in piena autonomia ha auto pubblicato il volume che contiene tra l'altro riflessioni sul mondo femminista, sulla comunità Lgbtq+, sugli stranieri e su "etnie,per non dire razze".

Per l'autore sono "provocazioni", che rientrano nell'ambito delle "opinioni personali", ma l'effetto nel dibattito politico e non solo è stato deflagrante. Al punto che il ministro della Difesa Guido Crosettoprende nettamente le distanze dall'alto ufficiale e definisce il contenuto del libro scritto dal comandante dell'Istituto Geografico Militare di Firenze "farneticazioni". 

Vannacci, paracadutista, 55 anni e una lunga esperienza di comando anche in missioni all'estero, come in Afghanistan, afferma di voler "provocatoriamente rappresentare lo stato d’animo di tutti quelli che, come me, percepiscono negli accadimenti di tutti i giorni una dissonante e fastidiosa tendenza generale che si discosta ampiamente da quello che percepiamo come sentire comune".

Sostiene che in Italia ci sarebbe "un lavaggio del cervello di chi vorrebbe favorire l’eliminazione di ogni differenza compresa quella tra etnie, per non chiamarle razze". E rivendica anche "il diritto all'odio e al disprezzo. "L'odio è un sentimento, un'emozione che non può essere repressa in un'aula di tribunale"

Affermazioni contro le donne, contro le fasce deboli che non hanno lasciato insensibili i vertici dell'Esercito Italiano, tanto da prendere le distanze con una nota nella quale si definiscono "considerazioni del tutto personali" quelle espresse dal generale. 

"L'Esercito non era a conoscenza dei contenuti espressi in esso e che gli stessi non erano mai stati sottoposti ad alcuna autorizzazione e valutazione". Per questa ragione, spiega il Corpo, "si riserva l'adozione di ogni eventuale provvedimento utile a tutelare la propria immagine". Il Crosetto invita poi a "non utilizzate le farneticazioni personali di un generale in servizio per polemizzare con la Difesa e le forze armate. Il generale Vannacci ha espresso opinioni che screditano l'Esercito, la Difesa e la Costituzione". Per questa ragione, prosegue il ministro, "sarà avviato dalla Difesa l'esame disciplinare previsto".

E le reazioni da parte delle opposizioni e di quelle categorie che si sentono colpite da quel "mondo al contrario" non mancano. Per l'Arcigay Vannacci il libro è "inquietante". "Soprattutto se pensiamo che si tratta del pensiero di un uomo che è ai massimi vertici delle forze armate del nostro Paese". Lo dichiara Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay, che prosegue: "Parliamo delle forze armate di un Paese democratico, che dovrebbero ispirarsi in via prioritaria ai valori costituzionali, e restare lontano anni luce da considerazioni gravide di odio, discriminazione, omofobia, sessismo, razzismo".

Auspicando l'intervento del ministro e dell'Esercito, per l'Arcigay semplicemente "Il generale Vannacci non può restare al suo posto, non in un Paese democratico. Dal canto nostro insistiamo sulla necessità che chi opera negli apparati istituzionali riceva opportuna formazione su questi temi. È una necessità che emerge evidente da quanto emerso oggi e rispetto alla quale Arcigay mette a disposizione le proprie competenze", conclude Piazzoni. 

Rimbalzano sui social network gli stralci del libro di Roberto Vannacci, ex generale della Folgore e oggi a capo dell'Istituto Geografico Militari, in cui si leggono considerazioni su quella che viene definita dittatura delle minoranze: "Cari omosessuali, normali non lo siete, fatevene una ragione!", uno dei passaggi più citati e criticarti. Passaggi ripresi da alcuni quotidiani e che destano indignazione non solo fra gli utenti del web. Ma anche fra i parlamentari. È il caso di Arturo Scotto, parlamentare del Pd che chiede l'intervento del ministro della Difesa: "Mi sfugge come uno che la pensa in questo modo possa rimanere un minuto di più al suo posto. Cosa ne pensa Guido Crosetto?".

Sulla stessa lunghezza d'onda il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni: "Le persone lgbt sono normali, paola Egonu rappresenta orgogliosamente l'Italia, non c'è una dittatura delle minoranze, quello che non è normale nel nostro Paese è che un alto ufficiale dell'Esercito Italiano si metta pubblicamente a esprimere giudizi incommentabili, insulti omofobi e razzisti, pregiudizi e stupidaggini che disonorano l'istituzione che rappresenta e la Costituzione.  su cui ha giurato. È evidente che il generale Vannacci sia incompatibile con il ruolo che ricopre".

E anche da Fratoianni arriva l'appello al ministro: "Ora aspettiamo che quanto prima il ministro Crosetto e i vertici delle Forze Armate prendano posizione e le necessarie iniziative perché questo signore sia messo nelle condizioni di non rappresentare più l'esercito del nostro Paese. Se questo non avvenisse è altrettanto evidente che il governo Meloni lo dovrà spiegare in Parlamento alla riapertura dei lavori".

A prendere dai contenuti del libro autoprodotto del generale è, intanto, l'Esercito: "In merito alla notizia pubblicata oggi su alcuni organi di stampa, relativa al contenuto del libro autoprodotto dal Generale di Divisione Roberto Vannacci", si legge in una nota dello Stato Maggiore dell'Esercito, "la Forza Armata prende le distanze dalle considerazioni del tutto personali (come precisato nel testo) espresse dall'Ufficiale".

Nella nota viene inoltre precisato che "l'Esercito non era a conoscenza dei contenuti espressi in esso e che gli stessi non erano mai stati sottoposti ad alcuna autorizzazione e valutazione da parte dei vertici militari. In tal senso", conclude la nota, "l'Esercito si riserva l'adozione di ogni eventuale provvedimento utile a tutelare la propria immagine". 

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