ANNO XVIII Maggio 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Lunedì, 04 Settembre 2023 08:22

Il Papa: "Il progresso delle nazioni non si misura sugli investimenti nelle armi ma sulla salute e sulla scuola"

Written by  Eliana Ruggiero
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Il messaggio di Francesco, a Ulan Bator. Il Pontefice conclude il 43esimo viaggio apostolico, è in volo verso l'Italia. 

"Il vero progresso delle Nazioni non si misura sulla ricchezza economica e tanto meno su quanto investono nell'illusoria potenza degli armamenti, ma sulla capacità di provvedere alla salute, all'educazione e alla crescita integrale della gente". Così Papa Francesco incontrando gli operatori della carità alla Casa della Misericordia di Ulan Bator, ultimo appuntamento pubblico del suo viaggio in Mongolia. "Vorrei dunque incoraggiare tutti i cittadini mongoli, noti per la loro magnanimità e capacità di abnegazione, a impegnarsi nel volontariato, mettendosi a disposizione degli altri", ha aggiunto il Pontefice.

"E' poi un fatto che, anche nelle società altamente tecnologizzate e con un alto standard di vita, il sistema della previdenza sociale da solo non basta a erogare tutti i servizi ai cittadini, se in aggiunta non ci sono schiere di volontari e volontarie che impegnano tempo, capacità e risorse per amore dell'altro", ha osservato. Francesco ha espresso il suo compiacimento per il nome della struttura 'Casa della Misericordia'.

"In queste sue parole - ha detto - c'è la definizione della Chiesa, chiamata a essere dimora accogliente dove tutti possono sperimentare un amore superiore, che smuove e commuove il cuore: l'amore tenero e provvidente del Padre, che ci vuole fratelli e sorelle nella sua casa. Auspico allora che possiate trovarvi tutti attorno a questa realizzazione, che le varie comunità missionarie vi partecipino attivamente, impegnando personale e risorse".

Il Papa ha poi voluto sfatare alcuni "miti". In primo luogo, "quello per cui solo le persone benestanti possono impegnarsi nel volontariato. La realtà dice il contrario: non è necessario essere ricchi per fare del bene, anzi quasi sempre sono le persone comuni a dedicare tempo, conoscenze e cuore per occuparsi degli altri".

Un secondo mito da sfatare: "quello per cui la Chiesa cattolica, che nel mondo si distingue per il grande impegno in opere di promozione sociale, fa tutto questo per proselitismo - ha proseguito - come se occuparsi dell'altro fosse una forma di convincimento per attirare 'dalla propria parte'. No, i cristiani riconoscono chi è nel bisogno e fanno il possibile per alleviarne le sofferenze perché lì vedono Gesù, il Figlio di Dio, e in Lui la dignità di ogni persona, chiamata a essere figlio o figlia di Dio".

"Mi piace immaginare questa Casa della Misericordia come il luogo dove persone di 'credò diversi - ha continuato il Pontefice - e anche non credenti, uniscono i propri sforzi a quelli dei cattolici locali per soccorrere con compassione tanti fratelli e sorelle in umanità. Sarà questo il segno più bello di una fraternità, che lo Stato saprà custodire e promuovere adeguatamente. Perché si realizzi questo sogno è infatti indispensabile, qui e altrove, che chi detiene la responsabilità pubblica sostenga tali iniziative umanitarie, dando prova di una sinergia virtuosa per il bene comune".

Infine, un terzo mito da sfatare: "Quello secondo cui a contare sarebbero solo i mezzi economici, come se l'unico modo per prendersi cura dell'altro fosse l'impiego di personale stipendiato e l'investimento in grandi strutture". Certo, la carità richiede professionalità, "però - ha avvertito - le iniziative benefiche non devono diventare imprese, ma conservare la freschezza di opere di carità, dove chi è nel bisogno trova persone capaci di ascolto e di compassione, al di là di qualsiasi compenso". In altre parole, "per fare davvero del bene, ciò che è indispensabile è un cuore buono, determinato nel cercare ciò che è meglio per l'altro". "Impegnarsi solo dietro remunerazione non è vero amore; solo l'amore vince l'egoismo e fa andare avanti il mondo".

E Francesco ha concluso ricordando un episodio legato a Santa Teresa di Calcutta. "Pare che un giornalista, guardandola ricurva sulla ferita maleodorante di un malato, una volta le abbia detto: 'Quello che fate è bellissimo, ma personalmente non lo farei neanche per un milione di dollari'. Madre Teresa sorrise e rispose: 'Per un milione di dollari non lo faccio neanch'io. Lo faccio per amore di Dio!'. Prego - ha concluso - che questo stile di gratuità sia il valore aggiunto della Casa della Misericordia. Per tutto il bene che avete fatto e che farete, io vi ringrazio di cuore e vi benedico". AGI

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