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Sabato, 16 Settembre 2023 10:49

È morto Fernando Botero, il maestro delle figure voluminose

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Deve la sua fama mondiale al suo stile figurativo, sviluppato attraverso le forme morbide delle sue figure paffute. Ha donato gran parte delle sue opere alla Colombia, suo Paese natale. I suoi lavori protagonisti di aste milionarie. Il suo terzo figlio, di 4 anni, morì in un incieente stradale a Madrid, nel quale l'artista quasi perse una mano.  

È morto il pittore e scultore colombiano Fernando Botero. Aveva 91 anni. Lo ha annunciato il presidente della Colombia, Gustavo Petro, con un post su X, celebrando "il pittore delle nostre tradizioni e dei nostri difetti, il pittore delle nostre virtu'". Il presidente colombiano non ha precisato il luogo del decesso. Botero era nato a Medellin, nel centro del Paese, il 19 aprile 1932 ed è considerato tra i maggiori artisti del ventesimo secolo. 

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Botero è stato l'artista delle figure voluminose, "non grasse", come era solito chiarire. Nato il 19 aprile 1932 a Medellín, Fernando Botero Angulo ha viaggiato attraverso l'arte contemporanea e moderna, ma è stato proprio il suo stile figurativo, sviluppato attraverso le forme morbide delle sue figure paffute, a dargli fama mondiale.

La carriera di Botero iniziò come illustratore nel quotidiano El Colombiano di Nedellin, uno dei media regionali più importanti della Colombia. Quei primi passi gli permisero, all'età di 19 anni, nel 1951, di realizzare il suo primo sogno e di tenere una mostra personale presso la Galleria Leo Matiz di Bogotá.

Fin da piccolo si interessò alla pittura e anche alla corrida, poiché un suo zio lo iscrisse ad una scuola per toreri. Quel mondo è molto presente nel suo lavoro. Le sue prime influenze artistiche furono i muralisti messicani Diego Rivera, David Alfaro Siqueiros e Antonio González Orozco, così come le pale d'altare barocche coloniali.

Nel 1952 Botero ricevette il secondo premio al Salon Nazionale degli Artisti, che gli permise di viaggiare in Europa. Riuscì così a sviluppare la sua vita artistica a Firenze, dove studiò all'Accademia di San Marco, o nella tranquilla cittadina di Pietrasanta, dove visse i suoi ultimi anni e dove mantenne aperto il suo laboratorio.

Il pittore e scultore studiò anche alla Reale Accademia d'Arte di San Fernando, a Madrid, e iniziò a esporre negli anni '60 negli Stati Uniti, con una prima mostra al Milwaukee Art Center, dove iniziò a mostrare il suo caratteristico stile figurativo. Visse anche a Parigi, dove trascorse gran parte del suo tempo al Museo del Louvre, e a Città del Messico, dove dipinse un mandolino volumetrico con il quale aprì le porte dello stile che caratterizza la sua opera.

Le sue opere sono sparse in decine di città in tutto il mondo, ma la pietra miliare che ha segnato la sua universalità è arrivata 2015 e nel 2016 quando ha tenuto la sua prima mostra completa e retrospettiva in luoghi come il Museo Nazionale della Cina a Pechino, in piazza Tiananmen, e il China Art Museum di Shanghai.

Botero ha donato gran parte delle sue opere al suo Paese natale e i suoi pezzi sono distribuiti tra il Museo Botero, nella capitale colombiana; Plaza Botero (Medellín),Plaza Santo Domingo (Cartagena) o nella Casa de Nariñoil palazzo presidenziale, che ospita la scultura "La Colomba della Pace" e il dipinto monumentale "La Monaca".

Il Museo Botero, che ospita la collezione più completa della sua opera, è stato creato nel 1998 con la donazione da lui fatta alla Banca della Repubblica di 123 opere di sua paternità e 87 di artisti internazionali. Botero ottenne numerosi riconoscimenti internazionali, tra cui spicca il premio Guggenheim International nel 1957, che gli valse una mostra al Guggenheim Museum di New York e lo rese un nome internazionale.

I suoi riconoscimenti includono anche l'Ordine di Andrés Bello (1976), la Croce d'Argento dell'Ordine Boyacá (1977), la Legione d'Onore francese (2002), il Premio Américas (2002), la Gran Croce dell'Ordine di Isabel la Católica (2007) e il titolo di Ambasciatore onorario della Colombia presso l'Unesco.

Nel 1969 tenne la sua prima grande mostra alla Galleria Claude Bernard di Parigi e nel 1972 alla Marlborough Gallery di New York. L'anno successivo si trasferì a Parigi, dove realizzò le sue prime sculture, che espose per la prima volta alla Fiera d'Arte della capitale francese.

Nell'aprile 2022, la sua nativa Medellín ha festeggiato in grande stile il suo 90esimo compleanno come gesto di gratitudine per aver illuminato con le sue opere una città immersa nell'oscurità a causa della violenza del narcotraffico. Le sue opere sono state protagoniste di aste milionarie, come nel 2022, quando la scultura "Man on Horseback" è stata battuta a 4,3 milioni di dollari da Christie's.

Botero è stato sposato tre volte. La sua prima moglie fu Gloria Zea, tra il 1955 e il 1960, e insieme ebbero tre figli. Nel 1964 sposò Cecilia Zambrano, dalla quale ebbe il quarto figlio, Pedrito (1970-1974) e divorziò nel 1975. Dal 1978 era sposato con la pittrice e disegnatrice di gioielli di origine greca Sofía Vari, morta nel maggio di quest'anno.

Nel 1974 un avvenimento che ha cambiato la sua vita e il suo lavoro: il suo terzo figlio, Pedrito, di quattro anni, morì in un incidente stradale a Madrid in cui l'artista quasi perse una mano. Il dolore – sia fisico che psicologico – fu così profondo che questo fatidico momento segnò una fase complessa del suo lavoro, durata circa un anno, nella quale si dedicò solo ed esclusivamente a dipingere il figlio.

L'ultima mostra prima della sua morte, intitolata “Sensualità e malinconia”, è stata inaugurata proprio giovedì a Murcia (Spagna), per mostrare la sua evoluzione artistica attraverso opere di vari periodi che vanno dagli anni '70 fino alle creazioni più recenti. AGI

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