ANNO XVIII Maggio 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Giovedì, 28 Dicembre 2023 17:44

Che cos'è la sindrome otolitica e quali sono le manovre per curarla

Written by  Paolo Giorgi
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Sono 'sassolini' presenti sulle cellule dell'orecchio interno che provocano vertigini quando si staccano. 

Sindrome posizionale benigna, o sindrome otolitica. E' questa la patologia, che colpisce almeno una volta il 50% della popolazione specie in età più avanzata, di cui soffre la premier Giorgia Meloni. Gli otoliti, si legge nella scheda pubblicata sul portale dell'Istituto Superiore di Sanità, sono delle piccolissime formazioni di ossalato di calcio, ossia dei sassolini, presenti sulle cellule che rivestono l'orecchio interno, cioè la parte dell'orecchio situato all'interno del timpano.

Questo sistema costituisce il delicato apparato che permette di mantenere l'equilibrio e di orientarsi nel movimento e nella direzione. A ogni movimento della testa gli otoliti stimolano le ciglia che, a loro volta, inviano al cervello l'informazione sulla variazione della posizione della testa. Ma se si staccano dalla superficie cellulare e si muovono liberamente nei canali semicircolari dell'orecchio, le cellule ciliate vengono erroneamente stimolate, inviando al cervello una informazione alterata di movimento e provocando le vertigini.

Quando si manifesta questa condizione si parla, appunto, di vertigine posizionale benigna (VPB) o vertigine posizionale parossistica benigna (VPPB). La vertigine viene definita posizionale perchè compare esclusivamente quando si assume una determinata posizione: spesso accade quando si passa da una posizione distesa a una eretta e viceversa, o con la rotazione della testa sul cuscino.

La vertigine viene definita parossistica quando si manifesta in brevi e intense vertigini che durano fino a un minuto; ed è definita benigna perchè non è una condizione legata a patologie gravi e, se trattata in modo adeguato, guarisce. Spesso si verifica al mattino quando ci si alza dal letto, la sera andando a dormire in cui si assume una posizione distesa oppure girando la testa sul cuscino, oppure chinandosi per raccogliere qualcosa. La vertigine compare quotidianamente, in modo costante, a seguito di movimenti del capo e provocando una lieve instabilità.

Quando si verifica, la vertigine è molto intensa, dà la sensazione che ci si stia muovendo e che anche l'ambiente circostante ruoti. Dura pochi secondi, al massimo pochi minuti, ma è violenta ed è caratterizzata da un andamento prima crescente e poi decrescente. E' accompagnata da movimenti involontari e anomali degli occhi (detti nistagmo). Le persone con Vertigine Posizionale Benigna, inoltre, tendono a irrigidire il collo e a muoversi con molta cautela. Spesso trovano sollievo nel dormire con due cuscini.

La sindrome si manifesta in seguito a una posizione che assume la testa, da cui il nome posizionale. Si tratta spesso di cambiamenti di posizione bruschi, come alzarsi dal letto o chinarsi a raccogliere qualcosa. Lo spostamento degli otoliti non causa alcun sintomo fino a quando si mantiene la stessa posizione ma, quando si cambia posizione, ad esempio ci si china o ci si sdraia, gli otoliti stimolano i sensori che inviano al cervello un improvviso e intenso segnale di rotazione. La vertigine benigna è facilmente curabile riposizionando gli otoliti nella zona dell'orecchio in cui non provocano vertigini.

Ciò è reso possibile attraverso alcune manovre eseguite dal medico: si tratta di una serie di movimenti del corpo e della testa che consentono il riposizionamento degli otoliti. Nella maggior parte dei casi queste manovre risolvono immediatamente il problema. In altri, seppur raramente, è necessario ripeterle più volte. Le manovre più conosciute e utilizzate sono: manovra di Epley e manovra di Semont. Sono entrambe efficaci e la scelta di eseguire l'una o l'altra dipende dal medico e dalle capacità di mobilità della persona.

Tali manovre consistono in una sequenza ben precisa di movimenti della testa e di rapidi spostamenti da seduti a sdraiati. Durante le manovre si verifica una vertigine violenta (detta vertigine liberatoria), con direzione opposta rispetto a quella che si manifesta durante le crisi, e un movimento involontario degli occhi (detto nistagmo).

Se la manovra ha successo, la persona è liberata in modo definitivo dalle vertigini. Altrimenti, è necessario ripetere più volte la procedura. Dopo aver eseguito queste manovre, la persona deve rimanere in posizione eretta o semieretta per un paio di giorni. Di solito, il trattamento con farmaci non è raccomandato perche' a lungo termine può peggiorare i sintomi. Anche il ricorso alla chirurgia è molto raro. AGI

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