ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Sabato, 10 Febbraio 2024 11:22

Medio Oriente: toni sempre più aspri di Biden, che cosa sta succedendo con Netanyahu?

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08/02/2024 Deir El-Balah, le tende di un rifugio improvvisato per i palestinesi fuggiti a Rafah, nel sud della Striscia 08/02/2024 Deir El-Balah, le tende di un rifugio improvvisato per i palestinesi fuggiti a Rafah, nel sud della Striscia

Dopo aver definito "esagerata" la risposta di Tel Aviv nella Striscia di Gaza, il presidente Usa in un bilaterale col cancelliere tedesco Scholz ha discusso "su come porre le condizioni per una pace durevole che includa il riconoscere uno Stato palestinese e garantisca la sicurezza di Israele." 

L'atteggiamento di Joe Biden nei confronti di Israele si e' decisamente inasprito negli ultimi giorni, e quando questa settimana il presidente degli Usa ha definito la risposta di Tel Aviv nella Striscia di Gaza "esagerata", gli osservatori internazionali hanno preso atto di una divisione sempre piu' crescente tra il leader democratico americano e il governo di coalizione del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che comprende ministri di estrema destra. Un cambiamento di tono, quello di Biden, che non avra' probabilmente un impatto sui miliardi di dollari di aiuti militari che gli Stati Uniti sono soliti inviare a Israele, tanto e' vero che un nuovo pacchetto di 14 miliardi di dollari e', ad esempio, attualmente all'esame del Congresso americano diviso.

 

Ma i funzionari statunitensi non nascondono piu' la loro frustrazione per il modo in cui Israele sta conducendo la guerra, che sta entrando nel suo quinto mese. "Sono del parere, come sapete, che la condotta della risposta a Gaza, nella Striscia di Gaza, sia stata eccessiva", ha detto Biden giovedi' sera durante uno scambio improvvisato con i giornalisti alla Casa Bianca. "Ci sono molte persone innocenti che stanno morendo di fame, molte persone innocenti che sono in difficolta', che stanno morendo, e questo deve finire", ha aggiunto. L'attacco senza precedenti di Hamas del 7 ottobre ha causato la morte di circa 1.160 persone in Israele, per lo piu' civili, secondo un conteggio dell'AFP basato su dati ufficiali israeliani. 

 

In risposta, Israele ha lanciato attacchi aerei e un'offensiva di terra che hanno ucciso almeno 27.947 persone a Gaza, soprattutto donne e bambini, secondo il ministero della Sanita' del territorio gestito da Hamas. Biden ha gia' usato la stessa espressione "sopra le righe" per descrivere la risposta di Hamas a un piano che prevedeva una tregua a Gaza in cambio del rilascio di ostaggi. Ma i suoi commenti di questa settimana arrivano in un momento critico, quando Netanyahu ha dichiarato di stare pianificando un'offensiva su Rafah, nel sud del Paese, dove si stima si siano rifugiati 1,3 milioni di civili. A Washington, i funzionari statunitensi hanno dichiarato di non aver visto alcun preparativo che suggerisca un'imminente o "grande operazione", pur avvertendo che una simile offensiva potrebbe innescare uno scenario disastroso simile a quello che si e' gia' verificato nel nord. Il segretario stampa della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, ha sottolineato ieri che la "posizione di Biden non e' cambiata". Detto questo, Washington ha iniziato ad alzare la voce. Questo mese l'amministrazione ha imposto sanzioni a una manciata di coloni ebrei per violenze contro civili palestinesi in Cisgiordania, in un raro passo contro gli israeliani. 

 

La posizione prevalente degli Stati Uniti sembra sempre piu' oscillare tra il sostegno al diritto di Israele di difendersi e la protezione dei civili a Gaza, pur respingendo le richieste di un cessate il fuoco. Nel frattempo, il Segretario di Stato americano Antony Blinken, reduce dal suo quinto tour nella regione, sta lottando per gettare le basi di uno scenario post-bellico, che a suo avviso comprende un'Autorita' palestinese riformata, un percorso verso la creazione di uno Stato palestinese e una possibile normalizzazione dei legami tra Israele e Arabia Saudita. In questa fase, i suoi sforzi sono stati respinti da Israele, almeno pubblicamente. Biden, che e' in corsa per la rielezione a novembre, e' chiaramente sotto pressione sia all'estero che in patria. Nei Paesi arabi, la stragrande maggioranza delle persone (82%) giudica la risposta degli Stati Uniti "molto negativa", secondo un sondaggio dell'Arab Center di Washington pubblicato giovedi'. L'81% ritiene che il governo statunitense non sia "serio" nel lavorare per la creazione di uno Stato palestinese, secondo il sondaggio condotto su 8.000 persone in 16 Paesi arabi. 

 

In patria, l'ala progressista del Partito Democratico critica la politica che ritiene troppo favorevole a Israele, mentre gli arabo-americani hanno espresso esasperazione per il sostegno. Di Medio Oriente, Biden ha parlato in un bilaterale con il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Stando a una nota della Casa bianca, i due leader hanno parlato dei tentativi di prevenire l'allargamento del conflitto in Medio Oriente e riaffermato il diritto di Israele all'autodifesa nel rispetto del diritto internazionale. Biden e Scholz, continua la Casa Bianca, hanno "scambiato i rispettivi punti di vista su come porre le condizioni per una pace durevole per Israele cosi' come per i palestinesi e che includa il riconoscere uno Stato palestinese e garantisca la sicurezza di Israele". Tra i temi affrontati, anche il conflitto russo-ucraino. Biden, in particolare, ha lodato l'impegno della Germania nel sostenere l'Ucraina: "Voglio ringraziarti per la tua leadership fin dall'inizio - ha detto rivolto al cancelliere tedesco nel corso del bilaterale -. Hai fatto qualcosa che nessuno pensava potessi fare: hai raddoppiato gli aiuti militari della Germania verso l'Ucraina, quest'anno. E questo e' davvero importante. Noi faremo la nostra parte". Dal canto suo, Scholz ha sottolineato il "valore del sostegno americano".  AGI

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