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Sabato, 09 Marzo 2024 13:32

Domenica si vota in Portogallo, possibile la virata a destra

Written by  Veronique Viriglio
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Le prime elezioni dopo le dimissioni del premier socialista, Antonio Costa, potrebbero sancire la ritrovata influenza dell'estrema destra per la prima volta dalla Rivoluzione dei Garofani, 50 anni fa.

Domenica il Portogallo andrà alle urne per elezioni legislative anticipate, dopo le dimissioni del premier socialista Antonio Costa, in un voto che potrebbe sancire la ritrovata influenza dell'estrema destra per la prima volta dalla Rivoluzione dei Garofani, 50 anni fa. I 10,8 milioni di elettori sono chiamati a scegliere la direzione politica del proprio Paese, dopo la fine dell'era Costa durata nove anni. L'esito del voto è incerto: gli ultimi sondaggi indicano che i blocchi formati dai partiti di destra e di sinistra sono quasi alla pari, mentre il partito di estrema destra Chega rappresenta l'ago della bilancia. 

 

Un'incertezza da ricollegare in parte alla brusca uscita di scena di Costa, a capo del governo dal 2015 e rieletto nel 2022 con la maggioranza assoluta dei seggi in Parlamento. Il Portogallo è sprofondato in una crisi politica lo scorso 7 novembre, dopo che una serie di arresti e perquisizioni hanno portato all'incriminazione del capo dello staff di Costa e del suo ministro delle Infrastrutture per traffico di influenze. La Procura ha poi annunciato che il primo ministro era oggetto di un'indagine separata: Costa ha rassegnato le dimissioni, annunciando che non avrebbe cercato un nuovo mandato alla guida del Paese. Il voto di domenica segnerà il debutto dei due principali candidati in lizza. 

 

Da un lato Pedro Nuno Santos, successore di Costa come segretario generale del Partito socialista portoghese (PS), il cui partito è dato al 33,1% delle intenzioni di voto. Dall'altro Luis Montenegro, a capo dell'Alleanza Democratica (AD) di centrodestra conservatrice, accreditato del 29,6% delle intenzioni di voto.  

 

In base agli ultimi sondaggi, la coalizione dei partiti di destra supererebbe quella formata dalle forze politiche di sinistra, con 50,2% per la prima contro 47,4% per la seconda. Il terzo posto dovrebbe andare all'estrema destra di Chega (Basta), al 16,7% nei sondaggi, che potrebbe più che raddoppiare il numero di seggi in Parlamento (12 nel 2012, solo un seggio nel 2019). 

 

Il suo leader, André Ventura - che intrattiene rapporti amichevoli con Matteo Salvini - ha sfruttato disincanto e rabbia dei portoghesi per il mancato cambiamento negli ultimi 50 anni. Ventura ha utilizzato i social media per raggiungere gli elettori più giovani, desiderosi di un vero cambiamento e di maggiori opportunità economiche e lavorative in patria, per non essere più costretti a emigrare. 

 

Il quarto e il quinto posto andrebbero rispettivamente al Blocco di Sinistra (6,6%) e alla CDU, composta da comunisti e Verdi (4%). In coda ci sarebbero l'Iniziativa Liberale (3,9%), il PAN animalista (2%) e Livre (1,7%). Gli elettori indecisi sono il 4,4% - per alcune indagini sarebbero fino al 20% - di cui una parte ha già votato col voto anticipato a distanza domenica scorsa, in tutto in 208 mila. Numeri alla mano, nessuno dei due blocchi dovrebbe pero' assicurarsi i 116 seggi necessari per garantire un governo di maggioranza, pertanto Chega - partita nazionalista islamofobo - si posiziona come un potenziale kingmaker nel caso in cui la coalizione di destra di Montenegro riesca a ottenere il maggior numero di voti. Il leader dell'Alleanza Democratica ha ripetutamente affermato che non stipulerà un accordo di governo con l'estrema destra, esortando gli elettori a votare compatti per la sua coalizione di destra conservatrice. Un altro possibile scenario politico vedrebbe Montenegro appoggiato da Santos, che ha dato la sua disponibilità a rendere "vitale" un governo di centrodestra per la stabilità del Portogallo. 

 

Se invece saranno i socialisti a ottenere il maggior numero di voti, il resto dei partiti di sinistra portoghesi dovrebbero coalizzarsi attorno a un governo di minoranza guidato da Santos. Al contrario, il leader di destra Montenegro non ha esplicitamente accettato di ricambiare l'offerta di sostegno arrivata dal rivale socialista. Nell'immediato futuro si profila quindi un Parlamento nettamente diviso, con un'estrema destra con la quale nessuno vuole ufficialmente lavorare. Se uno dei due blocchi dovesse effettivamente riuscire a formare un governo di minoranza, l'approvazione della legislazione sarà complessa e dovrà essere 'negoziata' di volta in volta. 

 

La campagna per le legislative, convocate dal capo dello Stato, il conservatore Marcelo Rebelo de Sousa, è stata dominata dal tema della lotta alla corruzione, una delle principali preoccupazioni degli elettori sulla scia dello scandalo che ha travolto i socialisti. Per giunta una recente indagine per corruzione nelle isole Madeira in Portogallo ha provocato le dimissioni di due importanti funzionari socialdemocratici. La mancanza di alloggi a prezzi accessibili e il declino dei servizi pubblici sono altre sfide a cui il futuro governo dovrà far fronte. Nonostante decine di miliardi di euro in aiuti allo sviluppo da parte dell'Unione Europea negli ultimi decenni, il Paese rimane uno dei paesi più poveri del vecchio continente. 

 

Nel 2022, il salario medio mensile al lordo delle imposte era di circa 1.400 euro, appena sufficiente per affittare un appartamento con una camera da letto a Lisbona, dove i prezzi sono aumentati vertiginosamente a causa della crisi immobiliare. Quasi 3 milioni di lavoratori portoghesi guadagnano meno di 1.000 euro al mese e la pensione media di vecchiaia è di circa 500 euro al mese, portando a situazioni di estrema difficoltà per l'impennata dell'inflazione. La destra di Montenegro ha criticato l'operato di 8 anni di governo socialista, additato come principale responsabile dei problemi odierni. Santos ha respinto le accuse, ribattendo che un governo di destra non farà altro che peggiorare la situazione. 

 

A ogni modo, il voto di domenica potrebbe avere una portata storica, in quanto rappresenta un appuntamento particolarmente significativo, nel cinquantesimo anniversario della Rivoluzione dei Garofani, il colpo di stato militare che nel 1975 rovescio' la dittatura di Estado Novo. Per la prima volta da allora, un partito di estrema destra potrebbe svolgere un ruolo nella scelta del prossimo governo. Il presidente de Sousa ha messo in guardia i concittadini dal pericolo della nostalgia per il regime del dittatore Anto'nio de Oliveira Salazar, lanciando un appello a sostenere una democrazia capace di abbracciare anche "gli anti-liberali, gli anti-democratici e gli anti-egualitari". 

 

Le legislative portoghesi avranno inoltre una risonanza europea, a soli tre mesi dal voto per il Parlamento europeo, dal 6 al 9 giugno. Se il Portogallo dovesse virare a destra, sarebbe un duro colpo per i socialisti in altri Paesi europei, a maggior ragione se si tiene conto della netta avanzata delle forze di destra ed estrema destra già registrata in Francia e in Spagna.  AGI

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