ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Giovedì, 28 Luglio 2016 14:59

Obama passa il testimone: "Hillary, la più qualificata per essere presidente"

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Filadelfia (USA) – "Posso affermare con fiducia che non c'è mai stato un uomo o una donna più qualificati di Hillary Clinton per servire come presidente degli Stati Uniti d'America". Così Barack Obama sul palco della Convention di Filadelfia, in quello che la Casa Bianca ha definito "il momento piu' importante che gli è rimasto", passa "il testimone" del partito democratico e della sua visione di "speranza e cambiamento" all'ex Segretario di stato avvertendo contro il rischio Donald Trump, perché "tutto è ancora possibile".

Barack Obama è pronto a passare il testimone a Hillary Clinton, che è la candidata "più qualificata" per diventare presidente degli Stati Uniti. In un lungo e appassionato discorso alla convention democratica di Filadelfia, che si è concluso, a sorpresa, con un abbraccio tra Obama e Hillary, il presidente ha chiesto agli elettori di non disperdere la sua eredità, votando la prima donna alla Casa Bianca e scegliendo la speranza e non la paura agitata dal repubblicano Donald Trump.

"Sapete - ha detto - niente vi prepara allo Studio Ovale. Fino a quando non vi sedete a quella scrivania, non sapete cos'è gestire una crisi globale o mandare i giovani in guerra. Ma Hillary è stata in quello Studio. Ha partecipato a quelle decisioni, anche nel pieno delle crisi, ascolta le persone e mantiene la calma e tratta tutti non rispetto".

Per questo, ha sottolineato Obama, facendo leva sull'esperienza della Clinton come segretario di Stato durante il suo primo mandato, "posso dirvi con fiducia che non c'è mai stato un uomo o una donna, non me, non Bill Clinton, nessuno più qualificato di Hillary Clinton a servire come presidente degli Stati Uniti d'America. E io, adesso, sono pronto a passare il testimone".

Prossimo presidente degli Stati Uniti e prossimo comandante in capo. Obama non ha dubbi sulle qualità di Hillary e nel discorso alla convention, dice: "Se siete preoccupati su chi terrà al sicuro voi e la vostra famiglia in un mondo pericoloso, bene, la scelta è più che chiara".

"Hillary Clinton - scandisce - è rispettata nel mondo non solo dai leader, ma anche dalla gente. Ha lavorato strettamente con i nostri team di intelligence, i nostri diplomatici, i nostri miliari. E ha capacità di giudizio, esperienza e carattere per affrontare la minaccia del terrorismo".

"Per lei - sottolinea, in un riferimento al suo mandato come segretario di Stato nella prima amministrazione Obama - non c'è nulla di nuovo. Le nostre truppe hanno martellato l'Is senza tregua, eliminando i loro leader, riprendendo il territorio. So che Hillary non mollerà fino a quando l'Is non sarà distrutto. Finirà il lavoro e lo farà senza ricorrere alla tortura o impedendo a intere religioni di entrare nel nostro Paese. È adatta a essere il prossimo comandante in capo".

Sintesi del discorso di Obama

Barack Obama rilancia per Hillary il suo slogan "Yes, We Can" con cui trionfò alle presidenziali del 2008. "Non io, non lei, ma noi possiamo", ha dichiarato sul palco della Convention di Filadelfia che lo ha accolto con un'ovazione e una marea di cartelli con la scritta "Obama". "Ciao America, 12 anni fa ho parlato per la prima volta a questa Convention", ha detto Obama ricordando il suo esordio da giovanissimo a Boston per nominare John Kerry. Ha poi scherzato sul fatto di essere invecchiato da allora, come gli ricordano le sue due figlie,"due incredibili giovani donne", mentre il tempo non è passato per "la mia brillante moglie e partner Michelle", ha osservato. "Vi chiedo di fare per Hillary quello che avete fatto per me - ha esortato Obama - con l'audacia della speranza. Avete rivendicato quella speranza negli ultimi otto anni e ora sono pronto a passare il testimone e fare la mia parte da privato cittadino. Quest'anno in questa elezione vi chiedo di unirvi a me, di rifiutare il cinismo, la paura e fare ciò che è meglio per noi: eleggere Hillary Clinton come prossimo presidente degli Stati Uniti, mostrando al mondo che ancora crediamo nella promessa di questa grande nazione. Grazie per questo incredibile viaggio".

Non si è mai "veramente preparati per le esigenze dello Studio Ovale. Fino a quando non ci si siede a quella scrivania, non si ha idea di cosa possa significare gestire una crisi globale o inviare giovani in guerra. Ma Hillary Clinton è stata in quella stanza, ha partecipato a quelle decisioni", ha argomentato Obama. "Lei sa qual è la posta delle decisioni che il governo prende per le famiglie di lavoratori, per i cittadini anziani, per i proprietari di piccole aziende, per i soldati e per i veterani. Anche nel pieno di una crisi lei ascolta le persone, rimane calma e tratta tutti con rispetto. Indipendentemente da quanto spaventose siano le situazioni, indipendentemente da quanto cerchino di buttarla giu', lei non molla, mai e poi mai. Questa è l'Hillary che conosco, questa l'Hillary che ho imparato ad ammirare". Obama ha dipinto un ritratto della Clinton dalla sua privilegiata prospettiva, spiegando come l'ex rivale per la nomination sia diventata "una collega di fiducia". Hillary è l'unica persona "che in America ha pianto con ogni vittima di sparatorie di massa - ha rimarcato - e che ha scritto alle famiglie di ogni uomo in uniforme ucciso". Poi, per rimarcare il contrasto con l'intervento di Donald Trump a Cleveland, ha delineato uno scenario ottimistico sullo stato dell'Unione. "L'America che conosco è piena di coraggio, ottimismo e genuinità. L'America che conosco - ha proseguito - è decente e generosa. Sicuramente abbiamo preoccupazioni concrete su come pagare le bollette, su come proteggere i nostri figli, su occuparci di un parente malato. Siamo frustrati per gli stalli politici, preoccupati per le divisioni razziali, scioccati e rattristati per la pazzia di Orlando e Nizza. Ci sono sacche dell'America che non si sono mai riprese dalle chiusure delle fabbriche, ci sono persone che hanno lavorato duramente per mantenere le loro famiglie che ora si sentono dimenticate, ci sono genitori che si chiedono se i loro figli avranno le stesse possibilità che hanno avuto loro". E se tutto ciò "è una realtà che ci spinge a fare meglio" c'è anche un'America che funziona, ha assicurato Obama.

"Viaggiando per il Paese, in tutti e 50 gli stati, mentre ho gioito e pianto con voi, ho anche toccato con mano cosa va bene in America - ha detto - ho visto gente lavorare duramente e avviare un'impresa, ho visto gente insegnare e servire il nostro Paese, ho visto giovani generazioni piene di energia e nuove idee, senza limitazioni rispetto a ciò che è e pronti a cogliere cio' che deve essere". "Sul futuro dell'America non sono mai stato tanto ottimista. Come non esserlo dopo i tanti traguardi che abbiamo raggiunto insieme", ha detto ancora Barack Obama sul palco della Convention di Filadelfia, sottolineando i successi della sua amministrazione, prima di passare il testimone a Hillary Clinton. "Siamo stati messi alla prova dalla guerra e dalla recessione" ma l'economia è si è ripresa, "la sanità è ora un diritto americano, "non dipendiamo più dal petrolio estero, le truppe stanno tornando a casa e abbiamo fatto giustizia per Osama bin Laden", ha osservato citando anche l'accordo sul nucleare iraniano, con Cuba, sul clima a Parigi, i provvedimenti per i prestiti agli studenti, la tutela dei consumatori, per i veterani senza casa e per i matrimoni omosessuali. "Da tanti punti di vista - ha rimarcato - il nostro Paese è più forte e prospero rispetto a quando abbiamo cominciato... l'America è più forte e rispettata rispetto a quando sono entrato in carica". In questa elezione "c'è un solo candidato che crede nel futuro e che gli ha dedicato la sua vita - ha concluso - una madre e una nonna pronta a tutto per aiutare i bimbi in difficoltà, un leader con piani reali per buttare giù le barriere... il prossimo presidente degli Stati Uniti." "L'America è già grande, la nostra grandezza non dipende da Donald Trump". Parola di Barack Obama sul palco della Convention repubblicana per sostenere Hillary Clinton. "Non si tratta "di un'elezione come le altre", ha avvertito.

"I partiti hanno sempre avuto le loro differenze ma quello che abbiamo sentito a Cleveland la scorsa settimana non era particolarmente repubblicano e sicuramente non conservatore. Abbiamo ascoltato una visione pessimista del paese...senza soluzioni, piena di odio e risentimento. Questa non è l'America che conosco", ha detto riferendosi al discorso di Donald Trump. "L'America non vuole essere dominata... da un autoproclamatosi salvatore", ha ammonito, "la nostra forza deriva da queste immortali dichiarazioni che sono state scritte per la prima volta proprio qui a Filadelfia". Hillary Clinton è salita a sorpresa sul palco della Convention di Filadelfia, dopo il discorso di Barack Obama. "Sono orgoglioso di te", le ha detto il presidente. I due si sono abbracciati mentre la folla esultava sfoggiando cartelli con la scritta "grazie". I sue hanno sollevato le braccia insieme, in segno di vittoria, sulle note di Stevie Wonder.

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