"Non chiamatela Masterclass, il cinema è troppo giovane per avere maestri: questa è una conversazione tra studenti, da studente a studente e il miglior insegnante è proprio lo studente". Cosi' Francis Ford Coppola rompe il ghiaccio dopo una standing ovation che ha riempito la Sala Sinopoli dell'Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone oggi pomeriggio alle ore 18.00 per la pre-apertura della XXIIesima edizione di Alice nella città, la sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma, diretta da Fabia Bettini e Gianluca Giannelli, in programma dal 16 al 27 ottobre.
Nel corso dell'incontro Coppola si rivolge agli oltre 200 studenti di cinema in sala e arriva addirittura a chiamarli sul palco improvvisando con loro un divertente siparietto: un gioco che resterà nella loro memoria come una vera lezione di cinema. Coppola chiede loro se parlano inglese, se hanno visto il suo ultimo film, azzera le distanze con il suo giovane pubblico e con franchezza ripercorre i suoi esordi, come dal teatro ha deciso di passare alla regia del cinema, folgorato da un film di Ejzenstejn scoperto in una piccola sala dismessa.
"Ho deciso di fare il regista grazie a Eizenstein"
"Quando ho iniziato, a 17 anni, ho fatto regista teatrale. Ero senza soldi nè fidanzata, per cui un giorno, aspettando di fare le prove, sono entrato in una sala cinematografica e ho visto un film meraviglioso, muto, di un regista che non avevo mai sentito, Eizenstein. Li' ho deciso che avrei voluto fare il regista di cinema e non di teatro".
"Sono stato fortunato a catturare un lampo e chiuderlo in un barattolo: ho fatto 'Il padrino' a trent'anni e li' è partita la mia carriera - racconta - volevo sperimentare e fare tanti film. Volevo capire quale fosse il mio stile. Mi sono interrogato prima di fare 'Megalopolis'. Non sapevo che direzione prendere, come era accaduto con 'Apocalypse Now'". "Quando ho iniziato, a 17 anni, ho fatto regista teatrale. Ero senza soldi nè fidanzata, per cui un giorno, aspettando di fare le prove, sono entrato in una sala cinematografica e ho visto un film meraviglioso, muto, di un regista che non avevo mai sentito, Eizenstein. Li' ho deciso che avrei voluto fare il regista di cinema e non di teatro".
"Sono stato fortunato a catturare un lampo e chiuderlo in un barattolo: ho fatto 'Il padrino' a trent'anni e li' è partita la mia carriera - racconta - volevo sperimentare e fare tanti film. Volevo capire quale fosse il mio stile. Mi sono interrogato prima di fare 'Megalopolis'. Non sapevo che direzione prendere, come era accaduto con 'Apocalypse Now'".
Nel corso dell'incontro Coppola si rivolge agli oltre 200 studenti di cinema in sala e arriva addirittura a chiamarli sul palco improvvisando con loro un divertente siparietto: un gioco che resterà nella loro memoria come una vera lezione di cinema. Coppola chiede loro se parlano inglese, se hanno visto il suo ultimo film, azzera le distanze con il suo giovane pubblico e con franchezza ripercorre i suoi esordi, come dal teatro ha deciso di passare alla regia del cinema, folgorato da un film di Ejzenstejn scoperto in una piccola sala dismessa.
"Ho deciso di fare il regista grazie a Eizenstein"
"Quando ho iniziato, a 17 anni, ho fatto regista teatrale. Ero senza soldi nè fidanzata, per cui un giorno, aspettando di fare le prove, sono entrato in una sala cinematografica e ho visto un film meraviglioso, muto, di un regista che non avevo mai sentito, Eizenstein. Li' ho deciso che avrei voluto fare il regista di cinema e non di teatro".
"Sono stato fortunato a catturare un lampo e chiuderlo in un barattolo: ho fatto 'Il padrino' a trent'anni e li' è partita la mia carriera - racconta - volevo sperimentare e fare tanti film. Volevo capire quale fosse il mio stile. Mi sono interrogato prima di fare 'Megalopolis'. Non sapevo che direzione prendere, come era accaduto con 'Apocalypse Now'". "Quando ho iniziato, a 17 anni, ho fatto regista teatrale. Ero senza soldi nè fidanzata, per cui un giorno, aspettando di fare le prove, sono entrato in una sala cinematografica e ho visto un film meraviglioso, muto, di un regista che non avevo mai sentito, Eizenstein. Li' ho deciso che avrei voluto fare il regista di cinema e non di teatro".
"Sono stato fortunato a catturare un lampo e chiuderlo in un barattolo: ho fatto 'Il padrino' a trent'anni e li' è partita la mia carriera - racconta - volevo sperimentare e fare tanti film. Volevo capire quale fosse il mio stile. Mi sono interrogato prima di fare 'Megalopolis'. Non sapevo che direzione prendere, come era accaduto con 'Apocalypse Now'".
"Sono stato fortunato perché sono riuscito a fare film come 'Il Padrino' - racconta - come si dice ho catturato un fulmine e l'ho messo dentro un barattolo". Poi 'Apocalipse Now' o ancora 'Un sogno lungo un giorno' - prosegue - un giorno mi sono chiesto quale fosse il mio stile e ho capito che sono stati proprio i film a dirmi come dovevo farli".
Coppola parla poi della recitazione e della scrittura, che sono quasi "una sorta di formula dell'acqua" del cinema e sottolinea come "i grandi registi vengono proprio dalla recitazione", spiegando che "i registi sono solo degli allenatori e che è dagli attori che viene fuori il lavoro". Coppola risponde a tutte le domande, alle curiosità con passione e interesse, perché "la cosa più importante è che voi otteniate le risposte alle vostre domande", sottolinea.
Un giorno mi sono chiesto quale fosse il mio stile e ho capito che sono stati proprio i film a dirmi come dovevo farli.
Poi, al termine dell'incontro, organizzato da Alice nella città in collaborazione con la Festa del Cinema e moderata dallo scrittore e critico cinematografico Emiliano Morreale, Matt Dillon, che ha assistito all'incontro in sala insieme al pubblico, è salito sul palco per consegnare una sorpresa che i ragazzi di Alice nella città hanno voluto riservare a Coppola: un premio per ringraziarlo della sua generosità e della sua presenza. Il secondo premio dopo la Lupa Capitolina consegnatagli oggi in Campidoglio dal sindaco di Roma Capitale Roberto Gualtieri.
"Il segreto dello scrittore? Non rileggere subito"
"Scrivere dovrebbe essere fatto tutti i giorni alla stessa ora. Io scrivo la mattina presto. La cosa importante è capire che quando scrivete il corpo secerne un enzima che vi fa odiare quello che state scrivendo. Quindi il consiglio è scrivere sei pagine, giratele e non leggetele. Idem nei giorni successivi. Leggetevele poi tutte quando siete arrivate a un centinaio di pagine". Lo dice il regista Francis Ford Coppola spiegando agli studenti delle scuole di cinema incontrati nel pomeriggio.
"Se rileggete sei pagine, poi accade che le correggete e riscrivete e non andate avanti - spiega - ma è quella la cosa importante: andare avanti. Non dovete giudicarvi per quello che avete scritto e non odierete quello che state scrivendo". AGI