ANNO XVIII Maggio 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Martedì, 02 Agosto 2016 00:00

Taranto che spettacolo

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Oggi vi proponiamo il video  "Taranto che spettacolo" : spot per la promozione turistico-culturale di Taranto realizzato dal "Corso di comunicazione audiovisiva per la promozione e la valorizzazione dei beni e delle attività culturali" del Ciofs FP Puglia Taranto.Docenti Miria Furio e Giuseppe Cassaro; tutor Maria Caso, direttrice Maria De Palo, realizzatori gli allievi del Corso.

Taranto (Tàrdə in dialetto tarantino, Τάρας, Taras, in greco) è un comune italiano di 201 100 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia, in Puglia.

Antica colonia magnogreca, è il secondo comune della regione per popolazione, il primo del Salento, il sedicesimo nazionale ed è conosciuta come la "Città dei due mari" per la sua posizione geografica a cavallo di Mar Grande e Mar Piccolo, e la "Terra dei delfini" per lo storico insediamento di un gruppo di cetacei oltre gli isolotti di San Pietro e San Paolo. Taranto è anche città spartana essendo stata fondata dagli Spartani (Parteni) e risultando l'unica colonia di Sparta al di fuori del territorio della Grecia.

Il clima è particolarmente dolce e le correnti fredde provenienti da nord mitigano l'aria calda proveniente dal Mediterraneo mentre le colline circostanti riescono spesso a bloccare le perturbazioni rigide garantendo un clima mite tutto l'anno.

In città ha sede l'Arsenale marittimo della Marina Militare, l'Ilva, maggior complesso industriale d'Europa per la lavorazione dell'acciaio, e il Museo archeologico nazionale di Taranto (MARTA), tra i musei più importanti d'Italia.

Origini del nome

L'inquadramento etimologico del nome della città di Taranto è tutt'altro che facile. Il toponimo Taras(in greco: Τάρας), primo nome della città, è strettamente collegato alla colonizzazione ellenica della Magna Grecia che si ebbe a partire dall'VIII-VII secolo a.C. con le colonie ioniche e doriche: oltre che sulle monete magno-greche risalenti al periodo di massimo splendore della città, il toponimo compare anche sulla Mappa di Soleto, la più antica mappa geografica occidentale proveniente dall'antichità classica, incisa su un piccolo frammento di un vaso attico smaltato di nero.
Taras era una figura della
mitologia greca, figlio di Poseidone e della ninfa Satyria, nonché leggendario fondatore della città di Taranto, e questa dovrebbe essere tutt'altro che una coincidenza.
Tuttavia, non è possibile del tutto escludere la derivazione del toponimo dal nome del fiume
Tara, oppure dal termine sanscrito taranta-h (cioè "mare").

Monumenti e luoghi d'interesse

Taranto presenta sul suo territorio architetture che testimoniano la sua importanza storica e culturale: dagli antichi luoghi di culto, tra i quali i resti del Tempio Dorico, i resti archeologici delle necropoli greco-romane e delle tombe a camera, la Cripta del Redentore, ai palazzi appartenuti alle famiglie nobili ed alle personalità illustri della città, tra i quali Palazzo Pantaleo e Palazzo d'Ayala Valva. La città offre uno dei panorami architettonici più ricchi e vari dell'intera penisola: si va dal romanico della Chiesa di San Domenico Maggiore ai palazzi in stile rinascimentale del Borgo Umbertino, dal gotico della Chiesa di San Francesco da Paola al borgo al barocco delle chiese e dei palazzi signorili della città vecchia, dalle rimanenze di strutture medievali (come la Torre del Gallo nell'agglomerato del centro storico) alle forme decisamente più eleganti di palazzi e installazioni in stile liberty e neoclassico. Numerose anche le cripte, i monasteri, i santuari e le edicole votive.

Architetture religiose

Cattedrale di San Cataldo

La cattedrale di San Cataldo (o duomo di San Cataldo) è la più antica cattedrale pugliese, e si trova nel cuore del centro storico di Taranto, comunemente noto come Città Vecchia. Dedicata a san Cataldo, vescovo irlandese morto a Taranto nel VI-VII secolo, del quale ospita il sepolcro, fu costruita nella seconda metà del X secolo - durante i lavori di ricostruzione della città voluti dall'imperatore bizantino Niceforo II Foca - sui resti di un edificio religioso medievale risalente almeno al VII secolo. Nell'XI secolo l'impianto bizantino venne rimaneggiato e si costruì l'attuale cattedrale a pianta basilicale. Nel 1713 fu aggiunta la facciata barocca. Nel XII secolo fu innalzato il campanile normanno, distrutto in seguito dal terremoto del 1456 e ricostruito durante i lavori di restauro del 1952. La cattedrale misura 84 metri di lunghezza e 24 larghezza, ha una navata centrale, due laterali e un transetto a una navata. Nella zona antistante la facciata romanica, corrispondente all'attuale pronao, furono accolte le tombe dei personaggi più illustri della città.

Concattedrale Gran Madre di Dio dell’architetto Giò Ponti

La concattedrale Gran Madre di Dio si trova nella parte moderna di Taranto, comunemente nota come Città Nuova o Borgo Nuovo. Voluta dall'arcivescovo di Taranto, monsignor Guglielmo Motolese, fu progettata dall'architetto milanese Gio Ponti. Costruita tra il 1967 e il 1970, fu inaugurata il 6 dicembre dello stesso anno. Dedicata alla Gran Madre di Dio, protettrice della città insieme a san Cataldo, rappresenta, in omaggio alla tradizione marinara della città, una "vela" che si specchia nell'acqua delle tre vasche antistanti l'ingresso, simboleggianti il mare. La facciata è composta da due parti: quella anteriore è lunga 87 e larga 35 metri, quella posteriore, arretrata di 50 metri rispetto alla prima, è costituita da un doppio muro traforato alto 40 metri, che sostituisce la cupola tradizionale.

Architetture civili

Ponte Girevole

Il Ponte Girevole o Ponte di San Francesco di Paola è la struttura che collega l'isola del Borgo Antico con la penisola del Borgo Nuovo. Inaugurato il 22 maggio 1887 dall'Ammiraglio Ferdinando Acton, il ponte sovrasta un canale navigabile lungo 400 metri e largo 73 metri che unisce il Mar Grande al Mar Piccolo. Il ponte misura attualmente 89,9 metri di lunghezza e 9,3 metri di larghezza. "Costruito dall'Impresa Industriale Italiana di Napoli su progetto dell'ingegner Giuseppe Messina che ne diresse i lavori di costruzione, era originariamente costituito da un grande arco a sesto ribassato in legno e metallo, diviso in due braccia che giravano indipendentemente l'una dall'altra attorno ad un perno verticale posto su uno spallone. Il funzionamento avveniva grazie a turbine idrauliche alimentate da un grande serbatoio posto sul Castello aragonese adiacente, capace di 600 metri cubici di acqua che in caduta azionavano le due braccia del ponte. La struttura venne successivamente rimodernata negli anni 1957-1958, introducendo un funzionamento di tipo elettrico, ma mantenendo di fatto inalterati i principi ingegneristici della allora costituenda Direzione del Genio Militare per la Marina. Il progetto fu realizzato dalla Società Nazionale Officine di Savigliano, per tutto quello che riguardava gli organi meccanici ed i comandi elettrici. Il nuovo ponte fu inaugurato dal Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi il 10 marzo 1958, e venne intitolato a san Francesco di Paola, protettore delle genti di mare.

Museo spartano di Taranto - Ipogeo Bellacicco

L'ipogeo spartano "De Beaumont Bonelli Bellacicco", sito nel Borgo Antico di Taranto in corso Vittorio Emanuele al civico 39, è una struttura che narra la storia di Taranto sin dall'epoca geologica risalente a circa 65 milioni di anni fa, con successive tracce magno-greche, bizantine, medioevali e del XVIII secolo. La peculiarità che rende questa struttura unica in tutto il panorama storico-artistico tarantino è che in essa sono documentate tutte le epoche e i periodi storici a partire dalla fondazione di Taranto ad opera degli spartani fino al XVII secolo, data di costruzione del Palazzo nobiliare de Beaumont Bonelli.

L'ipogeo, una delle poche architetture storiche interamente restaurate e fruibili del borgo antico, si sviluppa su tre livelli per complessivi 700 m² e per 14 metri sotto il livello stradale. Al suo interno si trova il banco di roccia calcarea, sulla quale si possono ammirare i resti fossilidei mitili tipici di Taranto. Le mura perimetrali sono di origine bizantina, mentre è molto probabile che il muro che divide la struttura dal mare possa avere origini magno-greche. L'ipogeo presenta uno sbocco esclusivo al livello del mare, che permette l'accesso diretto alla battigia del lungomare del Borgo Antico. Su questa struttura è stato eretto in epoca successiva il Palazzo de Beaumont Bonelli, residenza della Marchesa De Beaumont e del Principe Bonelli suo marito.

L'ipogeo Bellacicco, di gestione e appartenenza privata, è stato riconosciuto "Sito Storico" dal Ministero dei Beni Culturali ed è visitabile su prenotazione mediante il servizio di visite guidate alla Taranto Sotterranea dell'Associazione Culturale Filonide. L'ipogeo è inoltre oggetto di numerose tesi di laurea in architettura e beni culturali e rappresenta la terza struttura storica più visitata di Taranto dopo il MarTa e il Castello Aragonese.

L'ipogeo Bellacicco è ad oggi l'unico ambiente sotterraneo del centro storico di Taranto ad essere stato recensito dalla Federazione Speleologica Pugliese ed è ufficialmente inserito nel catasto regionale delle cavità artificiali della Regione Puglia con numero PU_CA 668

Per la sua unicità architettonica l'Ipogeo Bellacicco è stato scelto come location per il nuovo video musicale di Mondo Marcio e Mina intitolato "Un bacio (troppo poco)”.

Dal 2015 l'ipogeo Bellacicco ospita in maniera permanente il Museo Spartano di Taranto

Architetture militari

Castello Aragonese

Il Castello aragonese o Castel Sant'Angelo, occupa con la sua pianta quadrangolare e il vasto cortile centrale, l'estremo angolo dell'isola su cui sorge il borgo antico della città. Il primo nucleo del castello risale al 916, quando i Bizantini avviarono la costruzione della "Rocca" a protezione dagli attacchi dei Saraceni e della Repubblica di Venezia. Questa prima fortificazione era costituita da torri alte e strette, dalle quali si combatteva con lance, frecce, pietre, ed olio bollente. Nel 1481 fu realizzato un primo canale navigabile, più stretto dell'attuale e con sponde irregolari, per consentire il passaggio di piccole imbarcazioni e migliorare la difendibilità del castello.

Nel 1486, Ferdinando II d'Aragona incaricò l'architetto Francesco Di Giorgio Martini di ampliare il castello e di conferirgli l'attuale struttura, onde rimpiazzare la tipologia medievale delle torri concepita per la difesa piombante. La nuova fortificazione doveva comprendere sette torri, di cui quattro unite tra loro a formare un quadrilatero, e le rimanenti tre allineate lungo il fossato fino al Mar Piccolo. Le quattro torri furono intitolate rispettivamente a San Cristofalo, a San Lorenzo, alla Bandiera ed alla Vergine Annunziata. Nel 1491 fu aggiunto sul lato rivolto al Mar Grande il rivellino di forma triangolare tra la "Torre della Bandiera" e la "Torre San Cristofalo". Il castello fu ultimato nel 1492, come risulta dall'incisione di una lapide murata sulla "Porta Paterna".

Fortezza de Laclos

La Fortezza de Laclos è una fortificazione fatta edificare sull'Isola di San Paolo per volontà di Napoleone Bonaparte alla fine del Settecento. L'Imperatore la volle per la protezione della città di Taranto, quando decise di farne uno dei suoi avamposti nel Mar Mediterraneo. A condurla fu il generale d'artiglieria Pierre Choderlos de Laclos, che restò qui sepolto dal 1803 al 1814, anno in cui si pensa che le sue spoglie siano state gettate in mare per odio nei confronti dei francesi. La fortezza rappresenta ancora oggi un pregevole esempio di architettura militare del passato, molto importante anche dal punto di vista paleontologico per la presenza di resti fossili osservabili nei blocchi di calcare con cui fu rivestita la struttura.

Siti archeologici

Necropoli greco-romane

Lo studio delle necropoli scoperte nella città ha fornito agli archeologi una grande quantità di informazioni sulla società, sulla cultura, sull'arte e sul lavoro degli antichi popoli del periodo greco-romana. I resti ritrovati, testimoniano la presenza di veri e propri rituali funerari: le sepolture avvenivano per inumazione, cioè seppellendo i defunti in posizione fetale, ma anche mediante cremazione, cioè bruciando i corpi dei defunti e conservandone le ceneri in un'urna. All'interno delle tombe veniva deposto il corredo funerario, solitamente legato alla vita quotidiana dell'individuo, pertanto le stesse venivano corredate con utensili, vivande e gioielli, nel tentativo di imitare la casa del defunto.

Nelle necropoli di Taranto si possono riscontrare differenti tipi di tombe:

  • le "tombe a camera" e le "tombe a semicamera", adottate dalle famiglie aristocratiche, collocate all'incrocio di due vie per essere facilmente individuabili;
  • le "tombe a fossa", adottate dalle famiglie plebee, scavate nella roccia e chiuse da un masso.

Le 160 sepolture sono dislocate in sette siti archeologici: la necropoli di via Marche, le tombe a camera di via Umbria, di via Sardegna e di via Pio XII, la tomba a semicamera di via Alto Adige, l'ipogeo Genoviva di via Polibio e la "tomba degli atleti" di via Francesco Crispi.

Aree naturali

Oasi Palude La Vela

L'Oasi Palude "La Vela" è un'area naturale protetta di proprietà demaniale a valenza naturalistico-ambientale situata sulle sponde del Mar Piccolo. L'ambiente è prevalentemente di tipo palustre, con canneto e macchia mediterranea, ampi acquitrini e zone periodicamente sommerse. L'avifauna è caratterizzata da una colonia stanziale di aironi cinerini, ma durante i mesi invernali la popolazione aumenta sensibilmente per numero e per specie: si segnalano infatti gru, cicogne, fenicotteri, volpoche, falco pescatore. Altri uccelli sia lacustri quali cigni reali, germani reali, folaghe, gabbiani reali e cormorani sia boschivi quali corvi, gazze, picchi, scriccioli, ghiandaie e i numerosi uccelli rapaci ne fanno un luogo perfetto per il birdwatching. I rettili come la tartaruga palustre, il cervone e la vipera sono comuni così come gli anfibi. I mammiferi sono costituiti da esemplari di roditori quali il topo quercino, l'arvicola, gli scoiattoli e le istrici e da altri animali quali volpi, faine, tassi, ricci e cinghiali. La flora presenta ampi salicornieti, orchidee spontanee e pinete di pino d'Aleppo. L'oasi funge principalmente da centro di irradiamento dell'avifauna che colonizza gradatamente le aree circostanti, ed è stata gestita dal WWF di Taranto, che ha svolto attività di monitoraggio e anti-bracconaggio, fino a pochi anni fa.

Il mito di Falanto

Sul lungomare del Borgo Antico, un pannello in ceramica di 140 m² raffigura la leggenda della colonizzazione greca e della successiva nascita di Taranto. L'opera realizzata dell'artista Silvana Galeone su progetto del Centro Culturale Filonide, si ispira al mito dell'eroe spartano Falanto ed al responso dell'Oracolo di Delfi da lui interpellato, il quale sentenziò: «Quando vedrai piovere dal ciel sereno, conquisterai territorio e città.». Falanto, vedendo piangere sua moglie Ethra, il cui nome in greco vuol dire "cielo sereno", ritenne che l'oracolo si fosse avverato, e si accinse a fondare la sua città a cui diede il nome di Saturo, località ancora esistente a pochi chilometri dalla città.

 

 

 

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