ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Giovedì, 04 Agosto 2016 00:00

Pasta con le sarde antichi sapori arabo siciliani

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Tra i piatti più tipici della cucina siciliana come non menzionare la pasta con le sarde? Si tratta di un primo piatto molto gustoso, dai sapori forti e contrastanti, che però trova un suo giusto equilibrio, e che vede protagonisti prodotti semplici e poveri, facilmente reperibili in Sicilia, come il finocchietto selvatico che cresce spontaneamente dappertutto, e come le sarde, che abbondano nei nostri mari.

L’aggiunta di spezie, come lo zafferano, ci fa intuire che questo piatto e nato dalla contaminazione della cucina siciliana con quella araba, che ha portato nelle nostre tavole le spezie. Ed infatti la leggende/storia vuole che la pasta con le sarde affondi le sue origini proprio durante il periodo della dominazione araba.

Come è nata la pasta con le sarde?

Ad inventarla un cuoco di cui purtroppo  non si conosce neppure il nome. Il periodo storico è quello del IX secolo d.C, a cavallo tra la dominazione bizantina e quella araba. Tutto ha inizio quando il comandante Eufemio da Messina, da sempre ostile alla dominazione bizantina, decide di guidare alcuni ribelli, nel tentativo di scacciare gli invasori, ma viene catturato e in seguito cacciato via, con l’accusa di essersi innamorato di una suora e di avere cercato di convincerla ad abbandonare i voti. Più che un’accusa sembra un pretesto, ma fatto sta che Eufemio trova riparo in Africa e,mosso da spirito di vendetta, si allea con i Saraceni e guida le loro flotte alla conquista della Sicilia

Il nostro cuoco entra in scena quanto la flotta sbarca a Mazzara del Vallo. Dovendo sfamare i soldati affamati il povero cuoco fu costretto ad utilizzare gli ingredienti a disposizione: quelli forniti dalla Sicilia, come appunto la pasta, le sarde ed il finocchietto, e quelli forniti dagli stessi arabi, come lo zafferano. Quello che ne è venuto fuori è un primo piatto buonissimo, tra i più apprezzati della tradizione culinaria in Sicilia. E’ un vero peccato non conoscere il nome di questo cuoco brillante. Magari non avrebbe mai vinto Masterchef, ma ha sicuramente fatto la storia.

Nonostante venga gustata tutto l’anno, la pasta con le sarde è uno dei piatti tipici della Festa di San Giuseppe.

La pasta con le sarde (pasta chî sardi in siciliano) è un piatto tipico della cucina siciliana, inserito nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (P.A.T) del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (Mpaaf). In origine è un piatto stagionale: si può preparare da marzo a settembre periodo in cui si trovano al mercato le sarde fresche ed è possibile raccogliere nei campi il finocchio selvatico.

Esistono molte varianti. Una tra le più importanti è la pasta con le sarde alla trappitara, ricetta gelosamente custodita da famiglie marinare di Trappeto(PA).

Ingredienti

Gli ingredienti principali sono le sarde, la pasta e il finocchietto. La sarda è un pesce azzurro assai diffuso nel mediterraneo. Appartiene allo stesso gruppo delle acciughe o alici, ma è più grassa e deve per questo essere cucinata non oltre le otto ore dalla pesca per non comprometterne il sapore. Si pesca soprattutto da marzo a settembre. Le sarde (o sardelle) previste per questo piatto devono essere quelle fresche e non possono essere sostituite con le sardine sott'olio.

Devono essere nettate e sfilettate, eliminando la testa, la coda e la lisca, quindi lavate e asciugate tra due panni puliti. Quanto alla pasta, sono generalmente indicati tre tipi di pasta, tutti di semola di grano duro: i bucatini; i perciatelli, leggermente più grossi dei bucatini e chiamati anche col nome generico di maccheroni; i mezzani o mezzi ziti. Il finocchietto di montagna di cui si parla nelle ricette è il finocchio selvatico.

Nella pasta con le sarde se ne utilizzano le parti più tenere e verdi, i germogli, i rametti più giovani e le tipiche foglie piumose (o barba), che si possono raccogliere in campagna dalla primavera all'autunno e cioè nello stesso periodo in cui è possibile trovare nei mercati le sarde freschissime. Gli altri ingredienti della ricetta "classica" sono: cipolle, acciughe salate, uva passa, pinoli, una bustina di zafferano, olio, sale e pepe. Nella variante "alla messinese" in genere non si utilizza lo zafferano.

Dosi

Per tre o quattro persone:

  • 500 g di sarde fresche, 500 g di bucatini, 500 g di finocchietti selvatici, 2 cipolle medie o 1 cipolla piuttosto grossa, 3 acciughe sotto sale, 50 g di uva passa e altrettanti di pinoli, una bustina di zafferano, olio, sale e pepe.

Preparazione

Lessare per una ventina di minuti i finocchietti in tanta acqua salata, quanta ne servirà poi per la pasta (4 litri per 500 g), scolarli e tritarli. Tenere da parte l'acqua. In un tegame, scottare le sarde in 1 dl d'olio extravergine d'oliva (un minuto per lato), scolarle e riservarle. Mettere a soffriggere nello stesso tegame le cipolle finemente affettate fino a leggerissima coloritura e unire quindi i finocchietti, le sarde, l'uva passa (rinvenuta in acqua tiepida per mezz'ora), i pinoli, sale e pepe. Cuocere a fuoco basso, mescolando, per amalgamare la salsa.

Dopo una ventina di minuti, unire le acciughe che sono state dissalate, lavate, asciugate e infine sciolte in un tegamino con un cucchiaio d'olio caldo. Cuocere ancora per 15 minuti, sempre mescolando e unire quindi una bustina di zafferano, sciolto in un cucchiaio dell'acqua di cottura dei finocchietti. Mettere intanto a cuocere la pasta nell'acqua di cottura dei finocchietti. Scolarla al dente e unirla al condimento. Lasciare riposare per qualche minuto prima di servire.

Varianti

Esistono diverse varianti: tra di esse, quella della zona palermitana cosiddetta "in bianco" senza aggiunta di sugo di pomodoro, e un'altra diffusa nell'agrigentino in cui è previsto il concentrato di pomodoro nella fase di preparazione. Questa ricetta è talmente diffusa nel territorio palermitano che nel corso del tempo si sono affermate, sia nella tradizione familiare, sia nelle cucine dei grandi chef, diverse varianti. Francesco Paolo Cascino, famoso chef siciliano, mette, al posto delle cipolle, degli scalogni e uno spicchio d'aglio, bagna il soffritto con un bicchiere di vino bianco e usa sardine dissalate invece delle acciughe dissalate. Pino Correnti, illustre gastronomo siciliano, unisce solo metà delle sarde al soffritto di cipolla. Scola la pasta molto al dente, la mescola al condimento, la passa in un tegame da forno e la ricopre con l'altra metà delle sarde, rosolate in un secondo tegame nella loro salsa. Cosparge infine la superficie con mandorle tritate e inforna la teglia per dieci minuti.

Anche Veronelli e Carnacina concludono la preparazione in forno, a calore moderato per circa 20 minuti. Mentre la Di Leo e la Allotta suggeriscono di far semplicemente riposare la pasta condita per dieci minuti prima di servire. Infine una variante piuttosto diffusa, riferita dalla Allotta: la Pasta con le sarde “ alla milanisa”, che prevede di versare 3 dl di salsa di pomodoro una volta che tutti gli altri ingredienti sono stati uniti nel tegame. La cottura deve proseguire per 30 minuti circa a fuoco dolce. La pasta, una volta scolata, si condisce con il sugo e si cosparge con pangrattato, tostato in padella con due cucchiai d'olio.

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