ANNO XVIII Ottobre 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Venerdì, 19 Agosto 2016 17:29

Venezuela, Maduro: “In caso di golpe agirei più duramente di Erdogan” e Antonio Ledezma Sindaco di Caracas da un'anno e mezzo è prigioniero

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Caracas Venezuela - Il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha promesso di agire molto più duramente del proprio omologo turco Recep Tayyip Erdogan in caso di un tentativo di colpo di stato nel paese. “Quel che è accaduto in Turchia sembrerà insignificante in confronto a ciò che accadrebbe qui se l’opposizione dovesse tentare un golpe.

 Se dovesse esserci un tentativo di colpo di stato da parte delle forze di estrema destra, applicherò la legge come non è stata mai applicata prima”, ha affermato Maduro durante un discorso nello stato di Monagas.

Mentre promette di essere più duro del suo omologo turco, Maduro ha prigioniero il Sindaco Metropolitano di Caracas Antonio Ledezma, che proprio oggi compie un anno e mezzo di detenzione in attesa del processo. Antonio Ledezma dell'opposizione venezuelana, rieletto per la seconda volta al vertice dell’Area Metropolitana di Caracas che per importanza elettorale e la seconda carica elettiva del Venezuela.

L’accusa a Antonio Ledezma, tutte da provare è di cospirazione contro la Presidenza Maduro, ma di dibattere in tribunale ancora dopo un’anno e mezzo non se ne parla. Altro prigioniero politico è il leder del partito d’opposizione Voluntad Popular Leopoldo Lopez che proprio nei giorni scorsi gli è stata confermata la condanna a 14 anni come “responsabile morale” dei 43 morti del 2014 avvenuti da febbraio a giugno del 2014 in un ondata di proteste pacifiche represse duramente dal Governo chavista di Maduro. Da segnalare che 41 delle morti sono avvenute dopo che Leropoldo Lopez era in carcere in attesa di processo, e che delle due morti avvenute al termine della manifestazione di protesta pacifica organizzata dai leader dell’opposizione venezuelana fra cui Leopoldo Lopez, la magistratura venezuelana ha individuato i colpevoli materiali dei due omicici (uno studente e un leader dei Collettivi armati della rivoluzione – in divisa della polizia nazionale bolivariana), attraverso foto e video, in due agenti della Polizia Politica chavista Sebin. Sono decine i giovani e dirigenti dell’opposizione che sono in prigione, tutti rei di aver partecipato a marce pacifiche di protesta o di raccolta di firme per il referendum revocatorio contro Maduro.

Il 15 luglio scorso c’è stato il tentativo di golpe in Turchia, soppresso il giorno successivo, che ha provocato la morte di 240 persone e il ferimento di circa 2000.

Le misure prese dalle autorità turche in risposta al fallito golpe – invocate da Maduro - hanno colpito con carcere e licenziamenti migliaia di persone in tutto il paese, fra cui membri delle forze armate, governatori, consiglieri militari, pubblici ministeri, funzionari d’intelligence e magistrati. Ankara ha accusato il religioso auto-esiliato negli Stati Uniti Fethullah Gulen e i suoi seguaci di aver giocato un ruolo chiave nel tentato colpo di stato, chiedendone l’estradizione. Gulen, dal canto suo, continua a respingere le accuse.

Il Venezuela attraversa da gennaio uno stato di emergenza economica, con carenza di diversi prodotti sempre più pesante nel paese. L’opposizione imputa a Maduro la responsabilità dell’attuale crisi. Di fatto la ex democrazia più solida dell’America Latina che ha la più grande riserva petroliera del pianeta terra, versa in una profonda crisi umanitaria, economica, alimentare e sanitaria, con tutte le caratteristiche proprie dell’economia di guerra: mancanza di alimenti, medicine, presenza di borsa nera, aumento della micro criminalità e malattie debellate da decenni e di questi giorni la ricomparsa della malaria, non si hanno dati sull’epidemia di Zika, Dengue ed altre malattie tropicali, per il Governo filo cubano di Nicolas Maduro, non c’è nessuna crisi umanitaria, come ha affermato la Ministro degli Esteri Venezuelano Rosy Rodriguez al nostro Ambasciatore d’Italia Silvio Mignano come riportano i verbali del parlamento italiano di risposta ad un’interrogazione parlamentare dell'On Fabio Porta ed altri da parte del sottosegretario Della Vedova della Farnesina.

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