“Veniva preso come esempio da Europa, Stati Uniti e Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). Oggi, meno di vent’anni dopo la morte di entrambi questi scienziati, la crisi economica, il degrado politico e il cambiamento climatico hanno riportato in vita un morbo che a suo tempo decimò la popolazione, che si è già trasformato in epidemia e che ora si candida pure a diventare un’emergenza nazionale, scrive il 12 agosto sulla Stampa di Torino Filippo Fiorini.
Si registrano nuovi casi di malaria in Venezuela: l’aumento sarebbe del 72 per cento, per un totale di 125 mila persone che hanno contratto la malattia. Parla del rischio di un’epidemia il “New York Times” secondo cui la diffusione della malattia è legata al collasso dell’economia e dell’inflazione altissima che ha reso meno salubri le condizioni di vita e di salute sia nelle aree rurali che nelle grandi città. Negli anni Sessanta il Venezuela era stato il primo Paese del mondo a debellare la malaria, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Inoltre, scrive il “New York Times”, a causa del collasso dell’economia “spesso non ci sono medicine e la scarsa prevenzione sta facendo ammalare decine di migliaia di persone. Intere città sono disperate e bisognose di aiuto”.
“Quello che sta accadendo in Venezuela è un vero disastro”. Non ha usato mezzi termini il presidente argentino Mauricio Macrì, commentando in questo modo la disponibilità venezuelana ad assumere la presidenza ad interim del MERCOSUR (Mercado Comun del Sur), il mercato comune dell'America meridionale).
La nettissima posizione del presidente argentino non stupisce, da tempo Macrì cerca di scalare gli organismi internazionali latinoamericani per portare l'Argentina ai vertici politici nell'America Latina, come non stupisce l'antipatia dello stesso argentino per i socialisti bolivariani del venezuela, antipatia prima ideologica e poi personale. Tuttavia la posizione argentina non è isolata e la forza che Buenos Aires si è garantita con il crollo delle due economie latinoamericane principali, Brasile e appunto Venezuela, potrebbe garantire a Macrì diversi appoggi.
Argentina, Brasile e Paraguay considerano che il governo di Maduro non abbia i requisiti per assumere la presidenza del MERCOSUR: “Non rispetta la libertà d'espressione e i diritti umani” dicono le diplomazie dei tre colossi sudamericani, ma per tutta risposta il governo di Caracas ha detto ai soci del MERCOSUR di avere già assunto la carica. Un fatto che Argentina, Brasile e Paraguay considerano illegittimo.
Il ministro degli Esteri brasiliano Jose Serra, ha detto senza mezzi termini la settimana scorsa che il suo Paese ritiene che "il Venezuela sta vivendo sotto un regime autoritario, antidemocratico", e ha sostenuto che "un paese che ha i prigionieri politici non può essere un paese democratico."
"Il Venezuela non è andare a presiedere il Mercosur, questo è sicuro", ha concluso il ministro brasiliano.
E in corso a Montevideo (Uruguay) in queste ore (iniziata alle ore 12 di Montevideo) una riunione del Mercosur all’ordine del giorno la Crisi generata dal Venezuela: Presidenza e pare l’espulsione del Venezuela dal Organismo latinoamericano, vi racconterò domani come sono andati i fatti.
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