Francesco Totti, in una lettera pubblicata sul sito 'theplayerstribune.com', spiega il suo amore eterno per Roma e per i colori giallorossi.
"Per 39 anni, Roma è stata casa mia. Per 25 anni come calciatore, Roma è stata casa mia -sottolinea il numero 10 giallorosso-. O vincendo lo scudetto o giocando in Champions League, spero di aver rappresentato e portato i colori di Roma più in alto che potessi. Spero di avervi reso orgogliosi. Quando guardo indietro nel tempo e quello che perderò, so che quella sarà la routine, la vita di tutti i giorni. Le ore spese ad allenarsi, le chiacchierate nello spogliatoio. Penso che quello che mi mancherà di più è condividere un caffè con i miei compagni ogni giorno. Forse, se tornerò come dirigente un giorno, quei momenti ci saranno ancora".
Il capitano della Roma torna anche sul rifiuto della madre di mandarlo al Milan quando aveva 13 anni. "Gli uomini del Milan mi chiesero di unirmi a loro. Un’opportunità di far parte di un grande club italiano. Cosa avrei scelto? Beh, non fu una mia decisione, ovviamente. Mia madre era il capo. Lo è ancora. Ed è piuttosto attaccata ai suoi figli, diciamo. Come tutte le mamme italiane, era un po’ iperprotettiva. Non voleva che lasciassi casa per timore che qualcosa potesse accadermi. “No, no”, disse ai dirigenti. Era tutto quello che aveva da dire. “Mi dispiace, no, no”. Quella fu la fine. Il mio primo trasferimento fu negato dal capo". (Adnkronos)
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