ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Giovedì, 01 Settembre 2016 00:00

Dilma Roussef: la fine di un'epoca. Michel Temer è il nuovo Presidente del Brasile e a Caracas in migliaia chiedono la revoca di Maduro

Written by 
Rate this item
(0 votes)

Prima donna brasiliana a essere eletta alla presidenza del Paese, Dilma Roussef non sospettava all’epoca del suo primo insediamento, il 1 gennaio del 2011, una fine così indecorosa.

Delfina del presidente-operaio Luiz Inacio Lula, fondatore del partito dei Lavoratori, arriva al potere con la ferma intenzione di proseguirne il lavoro combattendo povertà e rilanciando l’economia del Brasile che guida il gruppo dei Brics, i Paesi emergenti.

La Roussef si sbarazza dei ministri dal profilo poco trasparente e la sua reputazione d’incorruttibile resiste per tutto il primo mandato.

A cedere invece è l’economia e dopo anni di crescita, malgrado le misure prese dal governo, il Brasile entra in recessione.

La crisi economica si sviluppa all’ombra dello scandalo Petrobras, che finisce per avvelenare il clima socio-politico.

Secondo un’inchiesta cominciata nel 2014, i dirigenti della compagnia petrolifera di Stato, Petrobras, e le principali aziende di costruzione e lavori pubblici hanno stretto accordi sottobanco per gestire gli appalti delle infrastrutture petrolifere con contratti gonfiati.
Politici consenzienti avrebbero intascato tangenti per permettere tutto questo.

Lo scandalo lambisce, ma all’epoca non coinvolge, Roussef e Lula.

Malgrado tutto, Dilma Roussef è rieletta nell’ottobre del 2014. La sua parabola però comincia la discesa: l’opinione pubblica brasiliana è convinta che Dilma fosse al corrente del sistema di tangenti e corruzione e comincia a chiederne le dimissioni.

A affondare il colpo ci pensa il presidente della Camera dei deputati
che alla fine del 2015 avvia la procedura di destituzione.

L’accusa: Dilma Roussef avrebbe truccato i bilanci pubblici a fini elettorali. Una pratica denominata pedalata fiscale cui si ricorre ordinariamente in Brasile dal 2000. Da qui l’accusa di Roussef e della sinistra brasiliana di golpe.

Non basta, ci sono poi le intercettazioni e il maldestro tentativo di Dilma Roussef di salvare Lula, offrendogli un posto al governo, Lula che nel frattempo, è coinvolto nello scandalo Petrobras.

In marzo, il partito di coalizione PMDB, guidato dal Michel Temer, che oggi guida ad interim il Paese, decide di lasciare il governo.

Il 17 aprile, la Camera bassa vota il processo di destituzione. Scrivendo di fatto la parola fine di Dilma Roussef e del Brasile del Partito dei Lavoratori.

Il voto di ieri con cui il Senato brasiliano ha approvato l’impeachement della presidente Dilma Rousseff con 61 sì e 20 no. Mette la parola fine all’esperienza filo comunista di questa parte dell’America del Sud, prima con il voto popolare in Argentina che affida le sue sorti all’italo argentino Maurizio Macrì, ora il Brasile per impeachement sostenuto da milioni di brasiliani nelle piazze prima dell’ultimo voto del Senato. Oggi a Caracas milioni di venezuelani chiedono la data del referendum revocatorio contro Maduro entro quest’anno, per liberarsi non solo di Nicolas Maduro ma del chavismo.

Michel Temer ha prestato giuramento come 37esimo presidente della Repubblica brasiliano. La cerimonia di insediamento si è svolta nel parlamento di Brasilia, circa tre ore dopo la destituzione a seguito di impeachment di Dilma Rousseff.

Il senato brasiliano aveva infatti precedentemente approvato la destituzione della presidente Dilma Rousseff con 61 voti a favore e 20 contrari. Dilma decade definitivamente dalla carica e Michel Temer s'insedierà come 37esimo presidente della Repubblica brasiliano.

Come un copione comune Nicolas Maduro da Caracas dichiara che si sta istaurando un Golpe nei suoi confronti ed anche Dilma Rousseff, dichiara che è stato un Golpe istituzionale e che ora è"al potere un gruppo di corrotti indagati", ha detto Dilma Rousseff, in una proclamazione pubblica poco dopo l'approvazione dell'impeachment a suo carico da parte del Senato. Dopo aver annunciato che ricorrerà "in tutte le istanze" contro la decisione di annullare il suo mandato, Rousseff ha poi sottolineato che il suo "non è un addio, ma un arrivederci fra breve".

Nel frattempo le tv mandano in onda scene di giubilo della gente in strada, il Brasile e forse l’America Latina cambia pagina.

Sostieni il tuo quotidiano Agorà Magazine I nostri quotidiani non hanno finanziamento pubblico. Grazie Spazio Agorà Editore

Sostengo Agorà Magazine
Read 913 times

Utenti Online

Abbiamo 723 visitatori e nessun utente online

La tua pubblicità su Agorà Magazine