“Non è un ultimatum, né tantomeno una scadenza inderogabile – ha detto il Capo di Stato colombiano, da poco insignito del Nobel per la pace -. Spero tuttavia che il processo in corso porti a un nuovo accordo ben prima di questa data”.
Determinante nella sua decisione, ha spiegato Santos, l’incontro con alcuni gruppi studenteschi coinvolti nell’organizzazione di due importanti manifestazioni, che poco prima avevano sfilato a Bogotà, sollecitando il governo a proseguire negli sforzi di pace con le Farc.
L’ELN: sì ai negoziati di pace (ma avanti con gli attacchi)
Contraddittorie le reazioni dell’ELN ai crescenti sforzi per raggiungere un duraturo accordo con le Farc. A pochi giorni dall’annunciato avvio di negoziati di pace con il governo, l’Esercito di Liberazione Nazionale – il secondo gruppo ribelle della Colombia – ha prima liberato un ostaggio e poi sferrato un attacco contro dei poliziotti, di scorta a un gruppo di funzionari governativi.
Bogotà per la pace: dopo le manifestazioni un accampamento di tende
Un “accampamento per la Pace” è intanto sorto nella centrale Plaza Bolivar di Bogota, per ribadire al governo colombiano il sostegno di quel quasi 50%, che al referendum del 2 ottobre ha visto beffato di un soffio appena il suo appello a un accordo definitivo con le Farc. (Diego Giuliani – Euronews)
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