Ancora tre giorni di proteste in Nicaragua contro il presidente Daniel Ortega. Domani annunciato uno sciopero generale. La solidarietà e il sostegno dei vescovi del Centro e Sud America e dell'Unione europea ai fratelli nell'episcopato del Paese
La Comisión Interamericana de Derechos Humanos (CIDH) confirmó hoy que 264 personas han muerto en Nicaragua hasta el 11 de julio por la crisis sociopolítica que vive este país centroamericano.
È stata una strage questa domenica in Nicaragua, dove almeno 14 persone fra manifestanti e forze dell'ordine, sono morte negli scontri di piazza. Le proteste a causa del rifiuto di Daniel Ortega, uomo forte di Managua, di anticipare le elezioni.
Managua (Nicaragua) – Nel pomeriggio di ieri, ora locale, i Vescovi della Conferenza episcopale del Nicaragua (CEN) hanno incontrato il Presidente Daniel Ortega per discutere l'eventuale ripresa del tavolo di Dialogo nazionale, sospeso il 31 maggio dopo la repressione del governo contro la popolazione. Al termine il Card. Leopoldo Brenes, Arcivescovo di Managua, ha informato che i Vescovi hanno fatto una proposta al presidente Ortega interpretando i sentimenti della maggioranza della popolazione.
Non si fermano gli scontri in Nicaragua, nonostante i tentativi di negoziati da parte del Presidente Daniel Ortega. Altro sangue per le proteste sociali che da due mesi dilagano nel paese. Altri due morti a Masaya. E sale così a oltre 100 il bilancio dei morti dal mese di aprile. Ovvero dall’inizio delle manifestazioni. La gente è stanca, dice un uomo con il volto coperto da una maschera. Noi non ci arrenderemo.
La marcia convocata ieri contro il governo di Daniel Ortega in Nicaragua ha riunito centinaia di migliaia di persone a Managua, ma si è chiusa con un bagno di sangue: gruppi armati sandinisti hanno aperto il fuoco sui manifestanti, causando almeno tre morti e decine di feriti, secondo il primo bilancio dei media indipendenti.
Il presidente del Nicaragua Daniel Ortega accetta che la Commissione Interamericana per i Diritti Umani (Cidh) mandi una missione per verificare la situazione nel suo paese, dove tre settimane di proteste antigovernative hanno fatto almeno 43 morti.