Le origini umili, il precoce interesse per l'economia, la passione per il calcio e il rock, la carriera accademica e lo sbarco sui social, dove ha catturato i giovani promettendo loro la fine della "casta" al potere. Ritratto dell'eccentrico anarco-capitalista che guiderà il governo di Buenos Aires.
L'eccentrico outsider libertario batte a sorpresa il ministro dell'Economia Sergio Massa e promette di fermare il declino del Paese, paralizzato da una grave crisi economica: "Oggi inizia la ricostruzione, no alle mezze misure".
Alberto Fernández ha giurato oggi a Buenos Aires nella sede del Parlamento di "far osservare la Costituzione" diventando così il settimo presidente democratico dalla fine della dittatura nel 1983 per il periodo 2020-2023. Dopo di lui ha prestato giuramento come vicepresidente anche Cristina Fernández de Kirchner. Il nuovo capo dello Stato subentra all'uscente Mauricio Macri.
L'Argentina vira a sinistra, passando per il centro, e torna peronista. Il candidato di "Frente de todos", Alberto Fernández, evita il ballottaggio e vince al primo turno contro il presidente liberista uscente, Mauricio Macri, grazie anche al cospicuo pacchetto di voti, cooptati alla causa e messi a disposizione da Cristina Kirchner, presidente della Repubblica argentina dal 2007 al 2015. Fernández entrerà ufficialmente in carica il 10 dicembre, ma deve immediatamente allestire il team, attivarsi per rassicurare i mercati e scongiurare il rischio di iperinflazione.