ANNO XVIII Ottobre 2024.  Direttore Umberto Calabrese

ll Parco protegge un'ampia area della Basilicata che presenta importanti valori naturalistici, storici ed etno-antropologici e comprende la foresta di Gallipoli Cognato e i resti della fortificazione della città lucana edificata nel IV sec. a.C. sulla sommità del Monte Croccia.

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Un percorso tra natura, cultura, storia, sapori e biodiversità: un'occasione per scoprire il territorio della Bassa Murgia, nei dintorni di Putignano, all'interno del contesto unico  di Monte Rotondo.

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Un reportage di un sogno.  La sensazione che ci prende, dopo aver letto il racconto lungo: “la felicità sul tetto del mondo. Diario di un trekking in Nepal” di Michela Alessandroni (foto in basso) è quella che si può chiamare: “sindrome da rientro” . Nel senso che le sessantatre pagine non ci appagano, vorremmo tornare li, tanto siamo coinvolti in questo viaggio, dove il diario, la cronaca così puntuale, ci ha posto accanto alla viaggiatrice, abbiamo avvertito la sua fatica, abbiamo soprattutto goduto del panorama mozzafiato, dell’umanità povera e colorata incontrata, dei bambini con le scarpe presunte e guance rosse e tanto, davvero tanto.  

Siamo sull’Himalaya , una catena montuosa dell’Asia, il cui nome significa: dimora delle nevi eterne. Un luogo magico, surreale, che è riferimento degli appassionati di trekking e scalatori di tutto il mondo, dove alla bellezza assoluta della natura, occorre aggiungere:la mancanza di ossigeno, i ghiacciai, la pesantezza delle gambe, vestiti sempre bagnati addosso senza la possibilità di asciugarsi, e pure il mal di montagna, uno stato di generale ipossia che generalmente si verifica al di sopra dei 2.500 metri, una condizione minacciosa che, nei casi più gravi, se non tempestivamente e opportunamente trattata può anche essere letale. L’autrice durante il viaggio appunta sul suo diario questi salvataggi miracolosi con elicotteri.

 Questo modo di raccontare, come appunto di viaggio, ricorda molti scrittori viaggiatori – anche del passato - che hanno descritto minuziosamente i luoghi che incontravano, aprendo le finestre sul mondo.  Infatti in questo modo il lettore è informato, meglio di una qualsiasi agenzia di viaggio, non solo della sistemazione in albergo e dei servizi in camera, ma anche l’emozione della visita ai negozietti caratteristici, la religiosità del tempio buddista – Budda è nativo del Nepal - le cerimonie, i tanti operatori del turismo locale dalle guide fino agli umili portatori, veri  conoscitori della montagna, vestiti in modo non appropriato e caricati come muli o meglio come gli yac, animale simbolo dell'altopiano del Tibet.michela

La cronaca del viaggio è progressiva e il lettore segue il cambiamento di livello, attraverso le modificazioni della natura e le difficoltà logistiche che sopraggiungo da un posto al'altro.

Una prova di resistenza? Un esperienza che vuol dire: estremo pericolo = estremo piacere e grande fibrillazione? No! C’è una affermazione dell’autrice, nelle prime pagine, che lo scrivente fa propria: “il viaggio è soprattutto conoscenza di sé e degli altri”. 

Noi abbiamo contezza degli altri solo quando arrivano da noi stipati su dei barconi, come massa informale e carica di sofferenza. Invece nel viaggio di Michela gli altri sono un mondo dai mille colori, con tanta umanità e povertà condivisa nella vita quotidiana, nella meditazione e nella preghiera. In questo senso il viaggio diventa catarsi, spiritualità, natura, ecosistema tutto convergente in un unico sentimento di amore universale.  Questo motiva il titolo: "felicità sul tetto del mondo". 

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