ANNO XVIII Giugno 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Mercoledì, 05 Aprile 2017 01:00

Taranto - Ecco Pino Lessa il candidato del centro destra che riprende il discorso interrotto nel 2007

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Incontriamo Pino Lessa in quello che sarà per due mesi una sorta di quartier generale del candidato. L’approccio è naturalmente amichevole e scandito da sorrisi.

Il sorriso, in quest’approccio di campagna elettorale sarà la costante. Siamo all’avvio, ci attendono giorni frenetici e il dopo Stefàno, che gli storici dovranno ancora interpretare, ci impone di chiedere a tutti i candidati cosa pensano della questione Ilva che, nel bene e nel male, sta a cuore ai tarantini

Il candidato Pino Lessa, direttore dell’ACI nei giorni scorsi ha presentato un impegno personale di 18 punti da realizzare in 100 giorni. A questo riguardo chiedo al candidato sindaco di rispondere a chi già lo critica che nei 18 punti non si parla di sanità, ambiente, Ilva, ecc. “io non ho presentato un programma quinquennale, ho presentato le cose che si possono fare in 100 giorni” Per dare il segnale che si vuole fare concretamente. Questo è un mio impegno personale che, come fece Berlusconi, è firmato e consegnato ai cittadini sulle cose fare subito, e rispetto alle cose che dicono gli altri, che dicono sempre le stesse cose, io mi impegno dal primo giorno a realizzare cose semplici che risolvono i problemi dei cittadini”

E’ un approccio concreto, da sturt up, il riferimento a Berlusconi e la parola che campeggia sui manifesti “ si riprende” dà l’idea di un ritorno, di un discorso interrotto, quello che fece dire una volta a Tortora in Tv, se lo ricordate: “allora dove eravamo rimasti?”. Chi è Pino Lessa?  Un articolo, uscito sulla Gazzetta a firma di Venere, si parlava dei centristi per l’Europa e di Pino Lessa ma su questo punto lo stesso candidato chiarisce “Io sono di area moderata e con Forza Italia sono entrato in consiglio comunale nel 2001 e nel 2005… “Con Rossana Di Bello? “Sì con lei…dove ho preso l’ultima volta 1600 voti di preferenza e lo sa quanti sono per un consigliere comunale? Poi c’è stata la crisi, Rossana è caduta e c’è stata la storia del dissesto…

Ecco il ritorno, la storia del dissesto, riportata dal direttore dell’ACI che ritorna sul proscenio della politica, ci fa riavvolgere la pellicola della storia amministrativa tarantina, fino agli ultimi scampoli dell’era dibelliana…

Su questa storia sono state scritti fiumi di parole ma l’ex esponente di Forza Italia non ha dubbi che sia stato un marchingegno della sinistra di usare Prodi per prendere il Comune.

 “Non fu Forza Italia a chiedere il dissesto per i tarantini, ma ditemi quale città non ha debiti in Italia e nessuna di esse sta in dissesto, e vedi adesso con Stefàno sta peggio di prima, Noi utilizzavamo i fondi europei che arrivano a fiumi a Taranto, la città era un cantiere unico, se pensa a Via D’Aquino e Via Di Palma, io ho inventato i parcheggi, in via Oberdan, nei Baraccamenti Cattolica, ho fatto l’Upim.  Era un periodo in cui si lavorava molto bene, pochissima disoccupazione, poca delinquenza i commercianti stavano bene, la sinistra ha ucciso Taranto".

Ecco il rapporto interrotto

Il lavoro in sinergia…” nessuno è tuttologo, io mi sono incontrato con l’Ascom e le altre organizzazioni di categoria, e ho detto loro che voi dovete governare insieme al Comune per quanto riguarda i problemi dei commercianti, voi siete la mente e io il braccio, voi proponete le vostre idee e io valuto le migliori e le più giuste e le portiamo avanti, poi c’è il rapporto con tutte le associazioni, perché le loro attività portano turismo a Taranto, per esempio le iniziative con le barche, per esempio noi come ACI faremo un campionato internazionale che porterà migliaia di persone. Questo è un modo per risollevare la città Poi ci sono gli altri problemi, porto, aeroporto, Ilva, ma questi sono temi che si portano avanti da anni mica sono un impegno di cento giorni. Ma su questo farò un video di chiarimento”. 

Uno sguardo alla città, "chi pensa di aprire un negozietto di scarpe va incoraggiato io lo devo aiutare anche con un piccolo contributo di tre mila euro, se lui lavora me le restituisce sotto forma di tasse, è badi questo è un investimento non un finanziamento e se assume una persona crea lavoro e se sono mille sono mille posti di lavoro.  Queste sono le cose da fare subito. Allargare i parcheggi, al baraccamenti cattolica, se si riprende il lavoro che stavo facendo io, escono altri 1000 posti auto. E poi in fondo a Via Pupino, dove c’era il carcere lì c’è un terreno di 800 metri quadri dove escono altri mille parcheggi che io penso di offrire a quelli che lavorano nel Borgo, commessi e impiegati che pagherebbero 20 centesimi l’ora così liberano gli altri parcheggi per chi viene al centro o per i turisti”.

La storia del punto dove è scritto che Sindaco e assessori non prendono soldi, lo diceva anche Stefàno: “si l’ha detto e non l’ha fatto, a chi vuole lavorare per Taranto io dico vieni gratis a dare il tuo contributo, io penso anche di legare i professionisti al pagamento su obiettivo. Ma, per esempio, che senso ha chiedere a professionisti un progetto per Taranto Vecchia e spendere 80 mila euro e metterlo nel cassetto? Ci sono 50 mila progetti nei cassetti. Io faccio un progetto se ho già i soldi per realizzarlo” 

Sulle partecipate (Amiu e Amat) da privatizzare il discorso è netto: “facciamo lavorare chi sa lavorare creiamo risparmio al Comune perché queste drenano fiumi di risorse ai cittadini”.

La frenesia del candidato lo fa scorrazzare sui 18 punti, ecco sul discorso dei servizi da erogare in periferia, o meglio alle case bianche di Paolo VI e della Salinell “.. perché lì non si pulisce? Quando le civilizziamo queste comunità? Neanche i vigili ci vanno perché hanno paura. Ecco perché propongo la polizia di quartiere e se il prefetto non me la dà chiederò l’esercito” e poi c’ è il contenzioso sindacale con i dipendenti, vigili compresi “ se stanno meglio loro, si lavora meglio e si produce di più

Questi sono gli impegni del candidato, per il vero programma si aspetta la coalizione, sarà tutto il centro destra, o parte? Si vedrà, ma una cosa è certa da parte del candidato che riemerge dall’era dibelliana, “sul porto e l’aeroporto il sindaco che può fare? Se non ci danno le cose che si decidono altrove, e questo vale anche per l’Ilva, mettiamo i pullman e andiamo sotto i palazzi che contano a Bari o Roma”. Questo il senso della ripresa di un discorso, un messaggio indiretto ai neofiti della politica da parte di chi sa come si muove la macchina organizzativa

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