ANNO XVIII Giugno 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Martedì, 11 Ottobre 2016 00:00

4,3 Milioni di euro per il sapere e le competenze digitali

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Edith Cresson, la prima e finora unica donna Primo ministro in Francia, ha curato il libro bianco: “Insegnare e apprendere. Verso la società della conoscenza”, della Commissione Europea del 1995.

Il libro rappresenta un punto di riferimento per ogni studioso dei sistemi scolastici, con un’unica chiave di lettura: risolvere il dramma della disoccupazione e mantenere il modello sociale europeo.

Già negli anni '90 si riconosceva come società del futuro quella conoscitiva, prevedendo che solo attraverso la decisiva ”posizione di ciascuno nello spazio del sapere e della competenza” si possa diventare i protagonisti-padroni del proprio futuro, in grado di realizzare le proprie aspirazioni nel mondo del lavoro.

L’anacronistica e artificiosa contrapposizione tra competenze e conoscenze richiama la differenza tra una scuola rigorosa e “colta” (quella “antica”) e un’altra buonista e semplificatoria (quella “moderna”).  La didattica per competenze è un traguardo ancora molto lontano per alcuni docenti, anche universitari, per le sue affinità con la formazione, denigrata a un livello inferiore e disgiunto da quello dell’Istruzione con la “I” maiuscola. Quest’ultima è ancora ritenuta appannaggio di pochi eletti erogatori, preferibilmente provenienti dal mondo accademico, come in una sorta di anacronistico “Gioco delle perle di vetro”.

Tuttavia i saperi e le competenze devono essere acquisiti nel sistema d’istruzione istituzionale, nell’impresa, o in maniera più informale, non svincolando le competenze dai contenuti (le conoscenze), e non acquisendo conoscenze fini a se stesse, che non si traducano mai in competenze, cioè nella capacità di usarle nella vita “reale”.

Gran parte del sistema educativo italiano ha superato la fase del dibattito sulla sua natura e sui suoi compiti, facendo emergere i nuovi docenti “militanti”, non più ideologici ma pragmatici, tesi verso un approccio formativo, aperto, coinvolgente. Il principale compito della scuola, secondo il docente Dario Nicoli (la Sapienza Roma) è inserire “positivamente” i giovani nel reale, nel mondo del lavoro e delle professioni. Con la didattica per competenze la cultura generale diviene lo strumento per comprendere il mondo che è al di fuori dell’ambiente dell’insegnamento, la cultura non è più isolata in una torre stantia e anacronistica per i soli eletti dei tempi passati. A tutto ciò sembra si ispiri anche la Buona Scuola!

La scuola deve, pertanto, fornire l'occasione di esperienze autentiche, che possano collegare la conoscenza con il mondo reale, anche quello costruito sul web, quello dei nativi digitali, per intenderci.  Nello stesso tempo occorre fare attenzione agli aspetti pericolosi del mondo digitale, reali nella sua virtualità, preservando i giovani dal rischio di distrarsi dalla propria vita, dalla propria identità, a causa dell’attrazione esercitata dall’iper-realtà virtuale: “Palcoscenico nel quale rappresentarsi in un ruolo fittizio”, costantemente connessi ma in realtà bloccati, sospesi.

Il "Piano Nazionale della scuola digitale" (PNSD) prevede lo sviluppo delle competenze digitali attraverso percorsi per studenti e docenti, con contenuti didattici innovativi.

I percorsi didattici digitali non sono stati ancora codificati in un corpus ben definito, nonostante le numerose buone pratiche e gli esempi pionieristici. Il Ministero dell’istruzione, università e ricerca (MIUR), con un recente avviso, ha deciso di favorire le esperienze di progettazione partecipata tra le istituzioni scolastiche e educative, statali e paritarie, e i Centri per l’istruzione degli adulti per la realizzazione di Curricoli digitali utilizzabili nelle istituzioni scolastiche.

Le reti dovranno avere un minimo di tre istituzioni scolastiche, inoltre saranno ammessi enti pubblici, di ricerca, università, associazioni, fondazioni, enti di formazione e soggetti privati.

La proposta progettuale per il curricolo digitale può essere inoltrata dal 10 ottobre sino al 10 novembre prossimo. Tra le dieci aree tematiche previste, per i venticinque curricoli definibili, citiamo arte e cultura digitale, economia e imprenditorialità digitale. Il contributo massimo attribuibile a ogni rete è di euro 170.000, con un premio aggiuntivo di euro 50.000 per quello che sarà il miglior piano di comunicazione dell’iniziativa, per un totale di 4,3 milioni di euro per il finanziamento dei progetti. Per la valutazione sarà rilevante la quota di cofinanziamento: sino a cinque punti se si è oltre il 51% di cofinanziamento.

Uno stringente requisito di ammissione prevede che almeno una delle istituzioni scolastiche abbia già realizzato, anche in rete, progetti per lo sviluppo della didattica digitale e/o per competenze. Notiamo come sia asserita la crucialità della didattica, digitale e per competenze, quindi occorrerà aver già realizzato almeno un progetto di approfondimento, perfino con didattica laboratoriale, peer teaching, peer tutoring, ecc.

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Maria Angela Amato

10/10/16

 Fonte dell'avviso del MIUR

ww.istruzione.it/scuola_digitale/curricoli_digitali.shtml

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