ANNO XIX Luglio 2025.  Direttore Umberto Calabrese

Venerdì, 31 Marzo 2017 06:57

Regione Puglia - Sulla gestione dei canili, associazioni & privati, legge regionale, siamo a quattro proposte, vediamole!

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In itinere la riforma della legge regionale per la gestione dei canili sanitari, rifugi e gattili. Le associazioni animalistiche sono in agitazione e si aspettano risposte da parte della politica regionale. 

La quale non si è fatta attendere e nella nostra regione abbiamo ben quattro proposte che stanno per essere discusse in una commissione preposta all'interno dell'istituzione regionale. Una proposta è quella dei consiglieri del partito democratico che abbiamo ampiamente discusso in articolo precedente, ravvisando limiti sulla definizione  di gara e mettendo in risalto il pericolo che l'affidamento al privato determini non il benessere animale, ma solo quello economico del capitale privato.

Siamo, come si può ben intuire in quella gamma di servizi pubblici alla persona, come la sanità per esempio, dove il privato svolge talvolta la parte peggiore, se non altro per esigenze di business. Ma venendo alle proposte, lo scrivente le ha lette tutte.  La proposta di Zinni e Pellegrino, due consiglieri regionali del Gruppo Emiliano per la Puglia, oltre ad essere molto esaustiva nella parte descrittiva, per la sintesi della parte legislativa nazionale e regionale e per aver descritto il tema del randagismo in tutte le sfaccettature, entra nel merito del tema delle gare, per la gestione dei canili in termini più precisi, rispetto alla proposta dei consiglieri del partito democratico, di cui al nostro precedente articolo.

Il sostanza la loro proposta di legge regionale di modifica si pone l’esigenza di armonizzare principi costituzionali, ovvero libera concorrenza, con quello spirito che anima tutte le associazioni protezionistiche e di volontariato.  In concreto, la proposta tende a precisare i termini della gara come avevamo caldeggiato nell’articolo precedente. In sostanza la “Proposta di Legge propone quindi di definire con legge l’obbligo a carico dei comuni (cui è demandata dalla legge la realizzazione sia di canili sanitari che di rifugi) di utilizzare, conformemente al codice degli appalti, procedure di gara che, escludendo qualsiasi offerta a ribasso economico, si svolga sulla base di un prezzo capitario fissato dalla regione e non negoziabile, procedendo alla aggiudicazione solo sulla base di progetto assistenziale migliorativo rispetto agli standard assistenziali (strutturali e di benessere animale) previsti dalle leggi regionali e nazionali.

Naturalmente tale procedimento andrebbe applicato anche agli affidamenti, da parte dei comuni, della gestione di randagi, in assenza di canili pubblici, dando così regole precise che evitino trattamenti diseguali tra territori diversi.

L’altro aspetto interessante è che la legge dovrà prevedere che i soggetti aggiudicatari delle procedure di gara dovranno a loro volta garantire obbligatoriamente la presenza all’interno delle strutture la presenza di volontari di associazioni animaliste e\o zoofile  ai fini della gestione delle adozioni e degli affidamenti dei cani e dei gatti; e  che, in caso di inadempimento, le Amministrazioni appaltanti dovranno per parte loro disporre la revoca della aggiudicazione entro giorni 30 dall’accertamento dell’inadempimento stesso.

Ecco un bel modo di tutelare il principio di libera concorrenza che la C.C. ha ribadito con la sentenza prima richiamata senza incidere sulla esigenza insopprimibile della tutela del benessere animale ulteriormente garantito dal ruolo centrale delle Associazioni. E per ultimo i proponenti lanciano una steccata ai consiglieri ricordando loro che proprio la insufficienza di presenza delle associazioni ambientaliste nella gestione dei canili o dei comuni ha costretto la regione a deroghe consentendo il ricovero anche senza regole predeterminate, presso canili c.d. privati.

La proposta del M5S più che parlare di presenza all’interno dei canili della presenza di volontari di associazioni animaliste e\o zoofile  ai fini della gestione delle adozioni e degli affidamenti dei cani e dei gatti, fa riferimento, nell’art 1 ad una formulazione generica: “…devono consentire l’accesso delle associazioni aventi come finalità la protezione degli animali”  tuttavia poi recupera una riformulazione più completa nella riformulazione dell’articolo abrogato per effetto della sentenza della CC e che ora recita: “3. I Comuni provvedono alla gestione dei canili sanitari direttamente o tramite convenzioni da stipulare con associazioni protezionistiche o animaliste iscritte all’Albo Regionale delle Associazioni per la protezione degli animali o con altri soggetti privati che garantiscano la presenza nella struttura di volontari delle associazioni animaliste e zoofile preposti alla gestione delle adozioni e degli affidamenti dei cani e dei gatti iscritte all’Albo di cui al successivo art. 13.”.  Non interviene direttamente sulla gara come nella proposta dei consiglieri di Emiliano

La quarta proposta della Giunta Regionale parla della possibilità del comune della gestione in house (come una partecipata comunale di servizio) oppure della possibilità di affidare le strutture (canili sanitari, rifugi e gattili) sia alle associazioni protezionistiche o animaliste (iscritte o non iscritte all’albo di cui all’art.13) sia ai soggetti privati (imprese e società) che però garantiscano la presenza nella struttura di volontari delle associazioni animaliste e zoofile preposti alla gestione delle adozioni e degli affidamenti dei cani e dei gatti. In progress quindi la discussione su questo tema che vede la politica muoversi. 

La nota del consigliere Borraccino, che leggiamo in un comunicato riportato da un sito veterinario, parla "forti perplessità" sulle modifiche alla legge regionale  proposte dalla Giunta e dai Consiglieri Giuseppe Romano e Paolo Pellegrino "poiché aprono indiscriminatamente alla gestione del privato".
Borracino chiede di nominare una sottocommissione "che faccia un lavoro ricognitivo e di sintesi dei vari testi legislativi".  La nostra azione in Commissione Sanità e poi in Consiglio regionale- ha detto- "sarà orientata verso il riconoscimento pieno della funzione delle associazioni di volontariato, mettendo tutti i paletti che la norma ci consentirà contro lo strapotere dei privati che vorranno fare business". La prossima settimana - ha aggiunto- sarà la volta delle associazioni animaliste "che al momento sembrano completamente bypassate nelle nuove proposte di legge regionale che parlano genericamente di Associazioni protezionistiche o animaliste ma non di Enti ed Associazioni per la protezione degli Animali iscritte all'albo regionale". Un'attenzione opportuna, quella di Borracino, che ci sentiamo di condividere più nello spirito che nella sostanza avendo analizzato le proposte in cui la presenza delle associazioni c'è,  ma lui ci invita a tenere le antenne vigili e lo faremo. Per i nostri amori a quattro zampe.



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