Il cambio parallelo (più favorevole) sarà quindi adottato per le valutazioni reddituali ai fini dell’erogazione ai pensionati italiani residenti in Venezuela delle prestazioni (integrazioni al minimo e maggiorazioni sociali) legate al reddito”.A darne notizia è Fabio Porta, deputato Pd eletto in Sud America.
“Il passaggio dal tasso di cambio ufficiale a quello parallelo – sottolinea il parlamentare – consentirà ai nostri pensionati di conseguire nuovamente il diritto alle tanto ambite prestazioni “assistenziali”. Come si ricorderà in un mio recente comunicato avevo informato che l’impegno congiunto di un ampio numero di attori (parlamentari, associazioni, patronati, Governo, Ministeri e soprattutto l’Inps) aveva dato finalmente i suoi frutti e che il Governo e i Ministeri competenti italiani avevano deciso di ripristinare – attraverso l’utilizzo di un tasso di cambio che rispecchiasse più realisticamente la situazione economica e sociale del Paese latino americano – la concessione delle prestazioni non contributive”.
“Non era un risultato scontato, ma – sottolinea Porta – grazie a una lunga, determinata e costante battaglia durata quasi due anni, lo scorso 29 settembre il Ministero del Lavoro, d’intesa col MEF-RGS (Ministero dell’Economia e delle Finanze-Ragioneria Generale dello Stato), aveva espresso parere favorevole all’adozione del tasso DICOM (cambio parallelo) ai fini del calcolo delle prestazioni italiane legate ai redditi erogate dall’Inps in favore dei pensionati italiani residenti in Venezuela, a decorrere dal 1° gennaio 2017”.
“A sbloccare l’impasse era stata la risposta, rapida e chiara, ad una mia lettera da parte del Presidente dell’Inps Tito Boeri il quale riconoscendo la situazione di emergenza e le ragioni dei nostri pensionati in Venezuela, aveva garantito un suo intervento. Per quanto riguarda i tempi – argomenta – possiamo realisticamente sperare che la data di gennaio 2017 sia rispettata (abbiamo avuto in questo senso attendibili rassicurazioni dalla Direzione Convenzioni Internazionali dell’Inps di cui finora abbiamo constatato il lodevole impegno per venire incontro alle richieste dei nostri connazionali) - e comunque ogni eventuale ritardo nell’applicazione del nuovo cambio dovrà comportare in futuro il pagamento delle rate non corrisposte a partire da gennaio 2017. Infine dobbiamo esprimere l’auspicio – conclude Porta – che il nuovo tasso di cambio si mantenga stabile nel tempo in modo da garantire l’erogazione delle prestazioni “assistenziali” in maniera costante e congrua”. (aise)
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