Tra i quattro indagati c'è anche Marco Piazza, vicepresidente del Consiglio comunale. Insieme al consigliere comunale, sarebbero indagati anche un attivista e due addetti alla raccolta delle firme. A quanto apprende l'Adnkronos, come a Palermo, anche gli indagati di Bologna dovranno autosospendersi dal Movimento in attesa si faccia chiarezza sulla vicenda. E' quanto stanno valutando i vertici 5 Stelle in queste ore.
"Il reato ipotizzato - spiega ad AdnKronos, il procuratore capo Giuseppe Amato - si riferisce all'articolo 90 del Dpr 570/1960'', ovvero il testo unico delle leggi per la composizione e la elezione degli organi delle amministrazioni comunali. A occuparsi dell'inchiesta è la pm Michela Guidi.
L'attenzione degli inquirenti si è concentrata in particolare su quattro episodi irregolari denunciati nel 2014. Il primo è quello della raccolta firme effettuata durante 'Italia a 5 Stelle' al Circo Massimo a Roma che si svolse il 10, 11 e 12 ottobre 2014. In quell'occasione - secondo chi ha presentato l'esposto - in alcuni banchetti allestiti dagli attivisti grillini dell'Emilia Romagna vennero raccolte le firme per le candidature delle regionali, firme che sarebbero dunque irregolari dal momento che sono state raccolte al di fuori del territorio di riferimento. Proprio su questa questione, il 10 e il 12 ottobre scorso, due ex deputati Cinque Stelle, Mara Mucci e Aris Prodani, hanno presentato un'interrogazione ai ministri della Giustizia e dell'Interno per avere risposte sulla vicenda. Un'interrogazione nella quale si fa esplicitamente riferimento alla raccolta firme avvenuta al Circo Massimo nell'ottobre del 2014 e si parla di "violazioni documentate anche con foto".
Gli altri tre episodi riguarderebbero l'assenza del pubblico ufficiale che ha il compito di certificare la veridicità e l'autenticità delle sottoscrizioni: due sarebbero accaduti a Bologna (nel circolo Mazzini e durante il 'Firma Day'), mentre l'ultimo si sarebbe verificato durante una raccolta firme a Vergato. Durante le raccolte firma a Bologna, i due certificatori erano Massimo Bugani e il suo collega in Comune, Marco Piazza. Bugani ha sempre assicurato di essere stato presente in ogni momento per certificare le firme e che non ci sono state irregolarità di nessun tipo.
Tra le contestazioni, nel fascicolo del pm Michela Guidi che ha coordinato le indagini dei Carabinieri di Vergato, c'è appunto quella di aver autenticato firme non apposte in presenza dei certificatori oppure in luogo diverso rispetto al requisito di territorialità o in mancanza della qualità del pubblico ufficiale. (Adnkronos)
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