Gli esuli festeggiano la morte del dittatore, ma soprattutto la fine di un’era. Il ‘comandante Fidel’, sopravvissuto a undici Presidenti statunitensi, a Little Havana è solo un tiranno.
“Ho ricevuto la notizia questa mattina, mi sono svegliata e mi sono detta, ‘è vero?’ Perché in passato si è ripetuto spesso. Poi ho detto ‘Dobbiamo celebrare. Dobbiamo aprire una bottiglia di champagne, bere qualcosa!’”, scrive Salvatore Falco per Euronews.
“Ho provato gioia per i miei nonni. Loro ci hanno raccontato il dolore e le lotte che hanno dovuto affrontare nella loro vita e come Fidel Castro abbia simboleggiato tutto quel dolore. Quindi la sua morte, in sostanza, rappresenta la fine di tutto quel dolore”.
Alle bandiere a mezz’asta sull’isola caraibica si contrappongono quelle sventolate al grido di ‘Libertad’.
“Non sono qui per celebrare la morte di un uomo, ma sono qui per celebrare l’inizio della caduta di una tirannia che ha oppresso il mio popolo”.
“Sarò felice una volta che il sistema andrà giù. No Castro, no nessun’altro, quando Cuba sarà libera. Sarà quello il momento in cui sarò felice”.
A Miami vive anche Juanita Castro, una delle sorelle di Fidel, da 51 anni in esilio in Florida. Si è detta dispiaciuta della sua scomparsa ma ha escluso di tornare a Cuba per i funerali.
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— Adnkronos (@Adnkronos) 26 novembre 2016
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— Peter McConeghy (@petersthoughts) 26 novembre 2016
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