ANNO XIX Luglio 2025.  Direttore Umberto Calabrese

Venerdì, 02 Dicembre 2016 01:29

Ancora nessuna risposta alla Caritas Venezuela sulle medicine ferme alla dogana

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Caracas (Venezuela) Ancora nessuna risposta da parte delle autorità alla Caritas Venezuela sulle medicine inviate dall’estero per assistere i casi urgenti della popolazione.

La direttrice della Caritas Venezuela, Yaneth Marquez, ha detto ieri a Union Radio, che ad agosto era arrivato un carico di medicine provenienti dal Cile per venire incontro all'enorme domanda della popolazione. "Siamo andati al Sistema di regolamento doganale e di Tasse di frontiera -Seniat- a chiedere di consigliarci per avere le autorizzazioni appropriate. Prima che arrivasse il carico avevano già fatto tutte le pratiche al Ministero della Salute, inviando anche delle lettere all'ufficio dell'Economia e al Vice Presidente della Repubblica dicendo che stava arrivando questo carico, le caratteristiche dei farmaci e perfino dei contenitori per accelerare i permessi per le procedure" lo rende noto l'Agenzia Fides .
Marquez ha aggiunto che il Ministero della Sanità aveva promesso alla Caritas che avrebbe ottenuto i permessi, ma non ha mai avuto una risposta. "La Chiesa è molto preoccupata perché la situazione peggiora e la domanda si moltiplica, mentre le procedure della Seniat stanno diventando complicate, e abbiamo bisogno di un permesso" ha aggiunto.
Nel frattempo Feliciano Reyna, Presidente dell'Associazione Azione Solidarietà, ong che lavora nel paese dal 1995, ritiene che se il governo non riconosce la gravità della crisi, sarà molto difficile che gli aiuti internazionali arrivino lì dove sono necessari. "Sappiamo che la Caritas diventa il principale alleato a cui chiunque può pensare per aiutare il Venezuela" ha concluso.

C'è da segnalare che il 29 novembre su facebook il Viceconsolato d'Italia di Porlamar (Venezuela) nella bella e turistica isola di Magarita nei Caraibi fa un appello a chi può trovare una serie di farmaci salva vita per un italiano del Venezuela ricoverato in unità intensiva come da post sottostante

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