ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Venerdì, 09 Dicembre 2016 09:05

Ecco la corruzione, quanto vale e come combatterla

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Roma - Si celebra oggi in tutto il mondo la Giornata Internazionale contro la Corruzione, istituita dalle Nazioni Unite nel 2003 per accrescere l’attenzione delle istituzioni e dei cittadini di ogni parte del globo sulle conseguenze di un problema catastrofico soprattutto dal punto di vista economico.

Secondo le stime dell’Onu, la corruzione sottrae ogni anno all’economia globale 3.600 miliardi di dollari, mille miliardi in forma di tangenti e altri 2.600 miliardi in forma di appropriazioni indebite, una cifra che vale il 5% del Pil mondiale. La questione è particolarmente seria nei paesi più poveri, dove la corruzione sottrae all’economia fondi pari a 10 volte quelli stanziati dai programmi di sviluppo ufficiali. E i paesi avanzati non ne sono certo immuni, come dimostra l’Italia, che, secondo i dati di Transparency International, è il sessantunesimo paese al mondo  per corruzione percepita con ben il 52% delle Grandi Opere considerate infrastrutture strategiche nel 2015 sotto inchiesta per corruzione ma solo lo 0,5% della popolazione carceraria in prigione per reati di corruzione.

La Giornata ha lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’impatto della corruzione e sul ruolo che la Convenzione Onu in materia, ratificata da 140 Paesi, ha nel combatterla. Ma come può agire in concreto un comune cittadino? L’associazione ‘Riparte il Futuro’ ha pubblicato per l’occasione un vademecum che dimostra come chiunque possa fare la sua parte.  “Nella lotta alla corruzione il grande assente è lo Stato. Si stanno moltiplicando le iniziative anticorruzione nella società civile italiana, la cultura civica sta cambiando, ma rimarranno sempre e solo semplici testimonianze se le istituzioni pubbliche non decidono di investire seriamente energie e risorse in questa battaglia”, sottolinea Priscilla Robledo, project manager di ‘Riparte il Futuro’, “l’anticorruzione deve essere il primo punto dell’agenda di ogni politico candidato, la prima preoccupazione di chi aspira a governare e di chi già governa, deve scalare le voci di bilancio dei nostri comuni, delle nostre regioni e del nostro Paese. Oggi, nella giornata internazionale contro la corruzione, la rassegna delle buone pratiche si è allungata, ma le risorse investite in anticorruzione e trasparenza a livello nazionale sono ancora poche. La giornata internazionale contro la corruzione è l’occasione per raccontare il volto dell’attivismo anticorruzione italiano”.

Le iniziative digitali per segnalare episodi di corruzione

ALAC

ALAC è una piattaforma digitale di Transparency International Italia che, grazie ad una tecnologia che preserva l’anonimato dell’indirizzo IP del segnalante, raccoglie segnalazioni anonime contro la corruzione. L’obiettivo di ALAC è quello di assistere chi decide di segnalare episodi di corruzione, guidandolo nel percorso più sicuro e più appropriato. Dal 2014 sono giunte oltre 290 le segnalazioni, che non sono vere denunce ma servono da pungolo per la società e per gli enti amministrativi, non attivando per forza la giustizia penale. In ogni caso il 70% delle segnalazioni sono considerate “rilevanti” secondo l’Ong anticorruzione. Il 57% degli utenti segnala sempre in modo anonimo, a riprova che questo meccanismo è fondamentale per creare il clima di sicurezza e tutela nel quale cittadini onesti possono fare liberamente scelte molto spesso rischiose.

Curiamo la Corruzione

La sanità è il settore più esposto alla corruzione, con un miliardo di euro di sprechi e un’azienda sanitaria su tre che ha subito episodi di corruzione. La piattaforma di Transparency International Italia nasce per curare la malasanità e integra anch’essa un sistema di segnalazione anonimo. L’Ong ha poi sviluppato assieme a 6 aziende sanitarie un progetto pilota che si prefigge di dotare queste amministrazioni di strumenti anticorruzione all’avanguardia. I dipendenti degli enti sanitari (e non solo sanitari) hanno paura delle ritorsioni interne alla propria azienda e percepiscono spesso i responsabili anticorruzione come soggetti non del tutto indipendenti. Per questo, attraverso questa piattaforma Trasparency International è garante imparziale, raccoglie segnalazioni anonime di episodi di corruzione e le consegna ai funzionari amministrativi incaricati.

IRPILeaks

Piattaforma a cura del gruppo investigativo Italian Reporting Project Initiative che permette ai giornalisti di ricevere segnalazioni di illeciti in maniera completamente anonima, tutelando e proteggendo la fonte. IRPILeaks è infatti sviluppato con la stessa tecnologia di ALAC ,basandosi cioè sul software open source Globaleaks. Lo staff di IRPILeaks si dedica al giornalismo investigativo e sviluppa inchieste a partire da tali segnalazioni.

Come reperire i dati

Meglio prevenire la corruzione piuttosto che curarla. E l’unica profilassi è la trasparenza. Anche i cittadini italiani possono votare candidati trasparenti, monitorare la spesa pubblica, partecipare alle decisioni delle amministrazioni locali attraverso nuovi strumenti messi a disposizione dalle associazioni impegnate in questa sfida. Ecco alcuni dei migliori esempi.

OpenMunicipio

Per favorire la trasparenza della pubblica amministrazione bisogna prendere decisioni con i cittadini anziché imporle in modo verticale. OpenMunicipio è uno strumento messo a punto dall’associazione OpenPolis: una piattaforma attraverso cui viene documentata in tempo reale e ordinata tutta l'attività politico-amministrativa della città. Prima di tutto sono i dati, gli atti e documenti ufficiali a parlare, per fornire a tutti gli interessati le informazioni essenziali. In questo modo tutti i cittadini possono seguire, comprendere e partecipare alle scelte che riguardano la comunità. La piattaforma OpenMunicipio è stata adottata ad oggi dai comuni di Senigallia e di Udine.

OpenBilanci

Sapere come vengono spesi i soldi pubblici rende più facile per i cittadini controllare corruttele e spese sospette. Grazie alla piattaforma open source OpenBilanci, sviluppata da DEPP (Data. Engagement. Platform. Politics) in collaborazione con OpenPolis, i cittadini possono conoscere i bilanci dei diversi comuni, capire le voci di spesa attraverso semplici grafici, conoscere l'entità dei soldi guadagnati con le multe stradali, confrontare la gestione dei diversi Comuni, sapere quanto l’amministrazione cittadina spende per illuminare le strade, per la viabilità oppure per i propri asili.

Saichivoti.it

Come sapere se i candidati alle elezioni sono trasparenti, senza conflitti d’interesse, senza problemi con la giustizia? Questa piattaforma nasce durante le elezioni amministrative 2016 proprio con questo intento su iniziativa di una coalizione di associazioni della società civile, fra cui Riparte il futuro. 115 candidati sindaco dei 30 comuni più popolosi al voto hanno aderito alla campagna, pubblicando online curriculum vitae, status giudiziario, potenziali conflitti di interesse e l’assunzione di un impegno: l’introduzione del metodo delle audizioni pubbliche per le nomine apicali nelle partecipate. Su 30 comuni italiani osservati (quelli con una popolazione superiore ai 50.000 abitanti) 15 dei nuovi sindaci hanno aderito a Sai Chi Voti e 12 di questi hanno promesso audizioni pubbliche: Chiara Appendino (Torino), Alessandro Canelli (Novara), Ilaria Caprioglio (Savona), Angela Carluccio (Brindisi), Andrea Cassani (Gallarate), Damiano Coletta (Latina), Roberto Dipiazza (Trieste), Davide Galimberti (Varese), Carlo Marino (Caserta), Virginio Merola (Bologna), Giovanni Moscato (Vittoria), Virginia Raggi (Roma).

E se i dati non ci sono? Come indagare

Il monitoraggio e il controllo del buon andamento dell’amministrazione può essere esercitato dai cittadini solo quando i dati sono pubblici. Cosa possiamo fare quando invece dati pubblici vengono tenuti segreti? Ci sono diversi strumenti che permettono a giornalisti e cittadini di trovare le informazioni che cercano.

Chiedi

Nel 2013 è stato realizzato il primo studio di monitoraggio sull'accesso all'informazione della Pubblica Amministrazione in Italia. Dall'analisi risulta che solo il 13% delle risposte alle richieste di accesso a dati presentate è considerato pienamente soddisfacente. La piattaforma Chiedi nasce per far valere il diritto di accesso alle informazioni e si occupa di raccogliere, aggregare e pubblicare le richieste degli utenti rivolte alla Pubblica Amministrazione. Inoltre tiene aggiornati i richiedenti su eventuali risposte valutandone l’efficacia e la correttezza. “Chiedi” è stata realizzata da Diritto Di Sapere, Ong impegnata nella difesa e nell’espansione del diritto umano di accesso all’informazione.

Fino in fondo

Chi vuole ottenere un’informazione dallo Stato 7 volte su 10 non ottiene ciò che chiede. L’associazione Diritto di Sapere, con l’aiuto della rete Foia4Italy, Access Info, The Good Lobby e Riparte il futuro, hanno lanciato “Fino in Fondo”, un crowdfunding per finanziare ricorsi promossi da cittadini, attivisti, giornalisti contro la Pubblica amministrazione che abbia negato ingiustamente l’accesso a documenti, informazioni o dati. Il progetto è interamente finanziato in crowdfunding e ogni centesimo raccolto viene destinato a pagare i ricorsi. Fare ricorso e andare davanti ad un tribunale amministrativo costa parecchio (300 euro di tasse e la parcella dell’avvocato) e la verità non può avere un prezzo. Spese amministrative, contributo unificato, assistenza legale vengono interamente coperti per i ricorsi considerati di forte impatto sociale, dando precedenza a piccole testate, giornalisti freelance, cittadini e Ong.

Come fare pressione sulle politica

“Riparte il futuro” a tre anni dalla sua nascita è l’unica piattaforma impegnata sul fronte dell’advocacy digitale. L’idea è semplice: si individuano proposte di riforma per cambiare le politiche anticorruzione, migliorarle e dotare la società di armi più potenti contro questo tipo di criminalità. Vengono lanciate delle petizioni per raccogliere firme e misurare il consenso dei cittadini sulla data proposta e infine un ristretto team di attivisti entra in azione, raggiunge i decisori pubblici e li convince a realizzare quanto proposto. Ecco i migliori risultati in tre anni di campagna:

2015-2016 #FOIA​:

La coalizione Foia4Italy, di cui Riparte il futuro ha fatto parte, ha condotto un’intensa campagna raccogliendo quasi 90.000 firme ed ottenendo radicali modifiche ed importanti integrazioni al decreto trasparenza nel corso della sua discussione. Dal 24 dicembre gli Italiani avranno un diritto in più, il diritto di accesso alle informazioni e ai dati della pubblica amministrazione. La società civile organizzata ha inciso in modo determinante sul testo della legge. La palla è ora passata all’Anac per la redazione delle linee guida.

2014 #Stopvitalizio​:

Oltre 500 mila firme per chiedere l’abolizione del vitalizio per quei parlamentari condannati per mafia e corruzione. Gli uffici di presidenza hanno ascoltato la richiesta di Riparte il futuro dopo una intensa campagna. Ad oggi sono 24 i parlamentari a cui è stato revocato questo privilegio.

2013 #Votodiscambio politico-mafioso:

Grazie ad una mirata azione di pressione Riparte il futuro è riuscita a impegnare 388 parlamentari eletti contro la corruzione. Grazie alla pressioni di oltre 490.000 firmatari, l’intergruppo è stato indotto a riformare l’art. 416ter del codice penale, il reato di voto di scambio politico-mafioso. Prima della riforma, il 416ter puniva solo lo scambio di voti contro denaro, ma con l’introduzione della locuzione “altre utilità” ora è possibile punire anche chi promette appalti, servizi, posti di lavoro, favori in cambio dei voti mafiosi.

Ecco invece le campagne in corso

#Vocidigiustizia​:

Oggi gli italiani che, denunciando la corruzione, subiscono ritorsioni sul posto di lavoro non ricevono protezione dallo Stato. Oltre 40.000 firme sono state già raccolte per chiedere al Senato di approvare una riforma che protegga i whistleblower, i dipendenti che denunciano la corruzione sul posto di lavoro, rischiando carriera, amici e talvolta anche la vita.

#Prescrizione​:

La prescrizione ogni anno ferma il 10% dei processi di corruzione e decine, centinaia di migliaia di processi penali. Va riformata radicalmente: lo pensano oltre 105.000 cittadini che hanno aderito alla campagna di Riparte il futuro.

#Lobbying​:

L’attività di pressione sui politici in Italia e in Europa è coperta da una coltre di opacità. Riparte il futuro si sta battendo per rendere trasparenti e visibile a tutti le relazioni tra politica e portatori di interessi privati. La campagna chiede due cose: l’introduzione del registro professionale dei lobbisti e la pubblicazione dell’agenda pubblica dei loro incontri con i politici.

Formarsi per informare

Dove poter ricevere una formazione anticorruzione? Ogni cittadino per combattere il fenomeno corruttivo deve conoscerlo. Formarsi per informare, per creare cultura della legalità e per diffondere l’idea che la corruzione possa essere sconfitta.

Scuola di cittadinanza monitorante

Libera e Gruppo Abele, che dal 2013 al 2015 sono stati tra i principali animatori di Riparte il futuro prima che la campagna diventasse pienamente autonoma, hanno scelto di formare una nuova generazione di cittadini monitoranti. Prodotto della collaborazione con il Master in Analisi, Prevenzione e Contrasto della corruzione dell’Università di Pisa, la scuola forma gli studenti per valorizzare l’esercizio dell’accesso civico alle informazioni, il controllo diffuso sul sistema degli appalti pubblici ma anche l’uso dei portali civici di trasparenza. I temi trattati: monitoraggio di enti pubblici, la difesa dei beni comuni, il tracciamento dei fondi europei, l’osservazione delle grandi opere e del riutilizzo dei beni confiscati alle mafie.

Master Anti Corruzione Università di Roma “Torvergata”

Il Master Anti Corruzione (MAC) nasce per fornire adeguate conoscenze culturali, economiche e giuridiche ai fini di un efficace controllo dei rischi e contrasto al fenomeno della corruzione nelle imprese e nelle amministrazioni pubbliche. Il corso è di carattere economico-legale e mira da un lato a diffondere competenze normative e organizzativo/gestionali per contrastare il fenomeno della corruzione, dall’altro a formare e diffondere una cultura della trasparenza e dell’integrità.

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