Ricordo che già la libera stampa ha una giuria popolare che è costituita dai suoi lettori, se mi leggete, e in genere siete in tanti, vuol dire che siamo intellettualmente onesti ed i nostri lettori lo riconoscono da 10 anni.
Altre tipi di “Giurie popolari” extra giudiziarie, mi riportano alla memoria il periodo del “Terrore”della rivoluzione francese, o il Far West, dove un manipolo di oligarchi si facevano “giustizia da se”, spero che Grillo non pensi a queste nefaste pagine della storia, né pensi alle esecuzioni sommarie tipiche dei regimi totalitari. Spero invece che con questa sua presa di posizione voglia difendere la libertà di stampa on line, e in generale la rete, che troppo spesso è minacciata di “bavagli”; concordo con quanto ha scritto da queste pagine il nostro Roberto De Giorgi il primo di gennaio, e in particolare su questo suo periodo: “C’è certamente da recuperare la deontologia dell’informazione come si scriveva. Riprendere la cultura del saper scrivere rispondendo alle cinque domande (Chi? Cosa? Come? Dove? Quando? Perché?) alle quali risposte deve attenersi la descrizione della notizia arricchendo di più possibili dettagli sui protagonisti e i luoghi, ma non cercando, se non si conoscono realmente le motivazioni, di dare troppe idee personali perché non siamo organi inquirenti soprattutto se non sappiamo davvero nulla”.
Vi lascio alla lettura del pensiero di Beppe Grillo direttamente dal suo blog:
Tutti contro Internet. Prima Renzi, Gentiloni, Napolitano e Pitruzzella, poi il ministro della Giustizia Orlando e infine il Presidente Mattarella nel suo discorso di fine anno. Tutti puntano il dito sulle balle che girano sul web, sull'esigenza di ristabilire la verità tramite il nuovo tribunale dell'inquisizione proposto dal presidente dell'Antitrust. Così il governo decide cosa è vero e cosa è falso su internet.
E alle balle propinate ogni giorno da tv e giornali chi ci pensa? Il quotidiano La Stampa ha diffuso un articolo sulla fantomatica propaganda M5S capitanata da Beatrice Di Maio, notizia ripresa da tutti i giornali e i tg, poi si è scoperto che era tutto falso. La Stampa non ha chiesto neppure scusa e nessuna sanzione è stata applicata nei suoi confronti, né degli altri giornali e telegiornali che hanno ripreso la bufala senza fare opportune verifiche.
Poi fresca di oggi la bufala in prima pagina del Giornale di Berlusconi: "AFFARI A 5 STELLE. Grillo vuole una banca". Una falsità totale che stravolge un fatto vero, ossia che Davide Casaleggio ha accettato di incontrare l'AD di una banca online che ha ricevuto vari premi per l'innovazione tecnologica utilizzando il web per scambiare esperienze e idee sula Rete e sulle sue possibilità, così come incontra decine di aziende innovative. Capite come lavorano i media?
I giornali e i tg sono i primi fabbricatori di notizie false nel Paese con lo scopo di far mantenere il potere a chi lo detiene. Sono le loro notizie che devono essere controllate.
Propongo non un tribunale governativo, ma una giuria popolare che determini la veridicità delle notizie pubblicate dai media. Cittadini scelti a sorte a cui vengono sottoposti gli articoli dei giornali e i servizi dei telegiornali. Se una notizia viene dichiarata falsa il direttore della testata, a capo chino, deve fare pubbliche scuse e riportare la versione corretta dandole la massima evidenza in apertura del telegiornale o in prima pagina se cartaceo. Così forse abbandoneremo il 77° posto nella classifica mondiale per la libertà di stampa.
Ps: Aspettiamo ancora le scuse del direttore de La Stampa e di tutti coloro che hanno ripreso acriticamente un articolo provato falso.
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