Il proprietario del ristorante Sistina, Sebastiano Rozario, si è giustificato che con l'annuncio di lavoro cercava sia una cameriera che un barista e comunque si è trattato semplicemente di una svista.
La Human Rights Commission della città, tuttavia, lo ha ritenuto sessista. In effetti, commenta Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, al contrario dell'Italia, uno degli Stati che, da tempo, è molto attento al tema delle discriminazioni, soprattutto sul posto di lavoro, sono gli Stati Uniti d’America.
Spesso considerati l’emblema dei Paesi aperti e slanciati verso il futuro, in realtà basta leggere le cronache che giungono quotidianamente da oltreoceano per scoprire che la diversità, di qualsiasi tipo essa sia, legato alla sessualità dei soggetti o alla loro etnia o religione, è ancora percepita come un valore da tutelare. Forse per questo motivo, nei diversi Stati americani, ci sono normative che rendono anche i colloqui di lavoro dei veri e propri “campi minati” delle discriminazioni.