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Lunedì, 08 Giugno 2015 09:09

Taranto - Liviano con la festa del candidato...eletto pronto al lavoro

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Taranto - Eh sì c'è festa e festa, non c'è alcun dubbio. C'è la festa che i candidati fanno prima delle elezioni, dove chi va è sempre da acciuffare, per il voto si fanno patti. Penso che sia una cosa squallida questo cocktail di ipocrisia, non ci sono mai andato.
Ieri, la festa di Liviano, in quella Villa Vetusta di nome e di fatto, all'estremo di Lama, periferia della periferia di Taranto-  spazio aperto, qualche albero, briciolina nel viale e un po'di verde quanto basta - è qualcosa di più di una festa, sembra una rigenerazione, la gente che arriva, all'inizio un po'a rilento - l'appuntamento è alle 20 - poi più massiccia fino a riempire quel vasto spazio all'aperto del B&B – ha il viso disteso in un sorriso.
 
Sono volti affatto noti, sono amici e elettori, sono tanti. Liviano con 3.524 voti è stato l'ultimo eletto della Lista Emiliano, ma ha superato di 700 voti il candidato del Sindaco di Taranto, che era sicuro di essere eletto, che,  prima delle elezioni, nello stile dei candidati stefaniani, con il suo manifesto 3x6 spiccava nella città. Titola un giornale locale "i trombati di Stefàno". Non ci soffermiamo su questo.
 
Ci piace invece parlare di ieri. Il tramonto spegne la luce del giorno sulla facciata bianca della ex masseria a torre, tipica costruzione salentina, oramai c’è tanta gente da contendersi anche un posto su uno strapuntino di pietra, le sedie sono tutte occupate. Il complesso le corde confessa di suonare, con una corda seria, una civile ed un’altra pazza.
 
Liviano alto come un nocchiere di bordo ondeggia nel dare i saluti, sono baci e abbracci per tutti. Senza cerimonie, senza lacchè al suo fianco, si mette da parte ospitando le persone, come nobiluomo d’altri tempi, un po’ alieno tra i marpioni della politica.
Pochi noti della politica, più ex che attuali, tanta gente comune, che, mentre il cielo diventa scuro e sorge Venere come stella che rassicura, quella folla si assiepa a sentire musica.
Io vado via adesso, la festa diventa rumorosa per la persona che accompagno, mi allontano e vedo che arriva alle 21,30 Dante Capriulo, scherzo chiamandolo sindaco, “ see” mi risponde “ mancato semmai” .  Gli ricordo che un altro, otto anni fa mi rispose cosi. “Non sono un pediatra” mi risponde il consigliere che con Liviano e Veneri fa gruppo al comune sotto la sigla i democratici della città che vogliamo.





 
 
 
Parliamo di questa candidatura, di questa elezione. “ Sbagliato caricarla di troppe aspettative” dice Capriulo.  Eh sì, in effetti un consigliere pur animato di buona volontà poco può incidere in una Regione così complessa come la Puglia. Ma adesso a noi piace vederlo così come un nocchiero che salpa con tutta la gente a bordo, e apre le sue vele al vento di ponente, come mission impossible forse, ma con tanta buona volontà. Dice un suo fans che il tempo ha sbiancato i capelli: “abbiamo insistito sull'onestà e sulla pulizia. Doti preziose in questi tempi”. Certo, davvero rare, come la coerenza che manco a dirlo cozza con l’opportunismo. Ma sono ultimi saldi di riflessioni, intanto la nave di Liviano è partita, vele spiegate, per la città e per la provincia, ora una voce c’è.
 
 
 
 
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