In Venezuela vivono due milioni di italiani (d’origine, italovenezuelani, italiani), di cui solo a Caracas si registrano 150 mila iscritti all’Aire, e se negli anni ’60 eravamo la prima comunità straniera oggi siamo la seconda preceduti solo dagli spagnoli.
Una comunità cosi grande e integrata da esprimere ben due Presidenti del Venezuela, oggi è divisa come il Paese fra chi è chavista (minoranza) e chi è opposizione (maggioranza). Ed è pur sempre classe dirigente del Paese, molti i ministri di Hugo Chavez o deputati d’origine italiana, così come sindaci. Nel fronte dell’opposizione la presenza e dilagante dal Sindaco di Caracas prigioniero politico Antonio Ledezma, a Lilian Tintori moglie di Leopoldo Lopez, all’esule Carlos Vecchio, all’ex prigioniero politico sindaco di San Diego Enzo Scarano, a Diana D'Agostino moglie del Segretario di Accion Democratica Allup, decine i deputati e dirigenti politici d’opposizione. Centinaia i giovani studenti italo venezuelani arrestati o feriti nelle manifestazioni, nel 2014 vi fu anche un morto.
In questi giorni sono 4 i giovani detenuti (due con passaporto italiano e due no) fra cui un minorenne un adolescente di 16 anni.
Ieri sera ci è giunta la notizia che uno delle vittime a Barquisimeto è italiana, ma ad ora non ho conferma ne smentita da parte delle autorità.
Stando al Foro Penal Venezolano, i detenuti sarebbero stati almeno 280. Oltre 300, invece lo sarebbero stati per l’Ong Prioris. Fino ad ora i detenuti con passaporto italiano sarebbero due, Franco Beccalossi e Stefano Ruggiero ma in realtà i giovani detenuti italo-venezuelani potrebbero essere di più. Infatti di origine italiana pare siano anche Carlo Enrique Cutarelli, arrestato a Barquisimeto dopo essere stato portato all’emergenza dell’Ospedale locale con multiple ferite inferte da pallottole di plastico sparate dalle forze dell’Ordine; e Roberto Muro.
Purtroppo le vicende di questi giorni portano alla mente la disavventura di altri giovani italo-venezolani, come il caso di Javier Mantovani, socio del nostro Centro Italiano Venezuelano, arrestato nel 2014 accusato di manifestare nel quartiere Santa Fe nel Comune di Baruta, nei pressi del Civ-Caracas.
Mentre sono ancora vive le immagini della repressione, il ministro della Difesa, Padrino Lòpez, ha assicurato che la libertà di manifestare pacificamente è sancito nella Costituzione e ha attribuito la violenza a chi ha protestato in questi giorni. Di tutt’altra opinione gli esponenti dei partiti dell’Opposizione che hanno accusato la Polizia e la Guardia Nazionale di aver aggredito con gas lacrimogeno (lanciato addirittura da un elicottero), con pallottole di plastico e della morte a Valencia del ventenne Daniel Queliz, studente dell’Università Artuto Michelena.
Il dato certo e che le vittime sono 7 giovani che non volevano il comunismo imposto da Maduro, che sono morte protestando a mani nude, senza caschi, senza bastoni o armi improprie, armati solo dal fuoco della libertà, dalla voglia di vivere in un Paese democratico e di progresso, uccise da chi dovrebbe difenderli da chi in nome del Popolo va contro il Popolo.
"Son 7 venezolanos fallecidos. Hay detenidos... Si el régimen cree que con persecución nos van a detener, aquí estamos" @MariaCorinaYA pic.twitter.com/w9bszvp7s3
— Vente Venezuela (@VenteVenezuela) 13 aprile 2017
Habla @MariaCorinaYA con @TelemundoNews | Que el mundo sepa que esto es una dictadura militarista. #SemanaSantaEnResistencia pic.twitter.com/1fbrLrawD2
— Prensa María Corina (@PrensaMCM) 13 aprile 2017
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