Un vantaggio risicato ma sufficiente a cambiare il volto del Paese, anche se l’opposizione parla di brogli elettorali, sostenendo che un alto numero di certificati non presenterebbero il timbro ufficiale, informa Euronews.
Intanto Erdogan, definito già dai suoi avversari il “Sultano”, ha già detto di essere pronto a chiamare un nuovo referendum, e questa volta sulla permanenza di Ankara come Paese candidato alla Ue. E poi di essere pronto a un altro voto referendario: quello sulla reintroduzione della pena di morte, una misura eliminata nel 2004. Erdogan ora potrà assumere anche i poteri esecutivo, giudiziario e legislativo, senza più controlli da parte dell’Assemblea di Ankara. Il Paese si avvia così a diventare una autocrazia di stile mediorientale. Senza contare che Erdogan potrebbe a rimanere in carica fino al 2029, o addirittura fino al 2034.
#BREAKING #Turkeyreferendum #Erdogan camp set to win after most votes counted #Turkey #turkeyschoice pic.twitter.com/SCatht2k9D
— Manoj (@PassionForNews) 16 aprile 2017
BREAKING: Turkey's main opposition party says it will challenge 37 percent of the votes counted in the referendum.
— The Associated Press (@AP) 16 aprile 2017
BREAKING: Leader of Turkey's nationalist party declares victory for "yes" side in referendum on expanding presidential powers.
— Social Life In Miami (@SocialLifeMiami) 16 aprile 2017
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